drammaturgia e regia Florent Siaud
concezione e direzione artistica Arnaud Marzorati
soprano Camille Poul
mezzosoprano Caroline Meng
tenore David Ghilardi
baritono Arnaud Marzorati
flagioletto e fagotto Mélanie Flahaut
violoncello Isabelle Saint-Yves
pianoforte Daniel Isoir
coproduzione Piccolo Teatro di Milano-Teatro d'Europa, Palazzetto Bru Zane-Centre de musique romantique française, Ambasciata di Francia in Italia e Institut français Italia
Milano, Chiostro Nina Vinchi (Piccolo Teatro Grassi) 11 giugno 2015
Nell'elegante e accogliente chiostro rinascimentale - intitolato dal 2013 a Nina Vinchi che insieme a Paolo Grassi e a Giorgio Strehler ha dato vita al "Piccolo" - della sede storica in cui è nato il Teatro che oggi è il fiore all'occhiello del mondo teatrale italiano e mondiale, un'originale e intrigante 'commedia musicale' con arie e insiemi da operette di Offenbach, Hervé, Audran, Lecocq... ha allietato solo per una serata i fortunati spettatori che trovandosi tra mani il testo bilingue hanno potuto compiere un salto nel passato e rivivere lo spirito dei teatri dei boulevard parigini dell'Ottocento.
Uno spettacolo decisamente singolare e simpaticamente coinvolgente volto a recuperare l'operetta in questo caso connotata da pennellate filosofico-burlesche sulla gloriosa gastronomia francese o meglio sulla Gastromania (opuscolo dell'epoca dedicato all'arte culinaria) d'oltralpe in pieno XIX secolo quando vanno di moda - come oggi - cuochi innovativi di grande perizia e si radicano usi e costumi alcuni dei quali dimenticati mentre altri ancora in auge. Tra questi l'apéritif (usanza forse risalente a secoli fa, ma di cui Torino sostiene il primato storico almeno nella formula del Vermut, vino liquoroso aromatizzato inventato nel 1786 da Antonio Benedetto Carpano e così nominato da Wermut, termine che in tedesco designa l'Artemisia absinthium o Maggiore, tra le oltre trenta erbe e radici che aromatizzano il vino bianco) che attualmente è coniugato in infiniti modi e non solo stimola l'appetito, ma si è dilatato a tal punto da diventare una sorta di pasto serale: il noto Happy hour di origine anglosassone.
E mentre i clienti dell'esercizio di ristorazione presente nel chiostro sorbivano il loro aperitivo si è dipanata sul palco all'aperto la storia di un guru di una comunità segreta che insieme a tre fedelissimi celebra una cerimonia esoterica dell'800 dedicata alla gola, uno dei peccati capitali.
In omaggio ai grandi cuochi a cavallo tra '700 e '800 come Brillat-Savarin (originario di Belley nella regione Rodano Alpi) politico e gastronomo teorico della cucina borghese e Carême, grande cuoco e scrittore parigino che codifica l'haute cuisine, i quattro protagonisti si rimpinzano di cibi e si inebriano di raffinati vini e liquori nonché di parole in tema con il rito della gola trasmettendo la loro ilarità a volte al limite con la lite agli uomini di oggi spesso ignari di tante nobili radici dell'odierna gastronomia.
Lo spettacolo che s'inserisce nella nuova stagione artistica dell'Institut français Italia dal titolo La Francia in scena (www.institutfrancais-italia.com) ed è frutto di una coproduzione finalizzata a Expo 2015 ha offerto un inusuale scorcio sulla società del passato inducendo anche a riflettere sulle mode attuali.
Wanda Castelnuovo