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MONTE-CARLO, IL CIRCO SONTUOSO - La 43° edizione del Festival si preannuncia particolarmente ricca

MONTE-CARLO, IL CIRCO SONTUOSO
La 43° edizione del Festival si preannuncia particolarmente ricca

Sarà un programma impreziosito da grandi stelle e da attrazioni di altissimo profilo quello presentato al 43° "Festival International du Cirque de Monte-Carlo" che prenderà il via il prossimo 17 gennaio 2019 per concludersi, come di consueto, con l'appendice riservata ai giovani talenti di "New Generation" concentrata il 1° ed il 2 febbraio.
Da anni la direzione artistica dell'elvetico Urs Pilz – che è pure presidente dell'European Circus Association – ha scelto la strada di mettere a disposizione del pubblico che accorre nel Principato per la più importante kermesse del mondo dedicata al circo un menu tanto vario quanto abbondante e prelibato di ciò che l'arte circense può offrire al momento corrente. La manifestazione monegasca mantiene ben salda la sua vocazione principale a rappresentare una vetrina per il circo classico ma da tempo non mancano mai le aperture alle espressioni artistiche più variegate: dal varietà al music-hall fino alle modalità espressive contemporanee.
Terminato l'anno delle celebrazioni per i 250 anni della nascita (celebrazioni che l'Italia ha completamente ignorato, al di fuori della ristretta cerchia degli addetti ai lavori), il circo volta pagina e si accinge a proseguire la sua storia da sempre costellata da sussulti di vitalità anche in tempi complicati come quelli attuali. Il Festival presieduto dalla Principessa Stephanie di Monaco, collocato all'inizio di ogni anno solare, costituisce certo il miglior viatico per la nuova stagione.
Parlavamo di un programma particolarmente sontuoso. Da questo punto di vista, senz'altro emblematica è la partecipazione di Gya Eradze: giorgiano di origine, star del circo sovietico prima e russo poi, questo produttore, coreografo e financo addestratore porterà a Monte-Carlo alcuni stralci del "Royal Circus" da lui diretto, ovvero una troupe acrobatica alla doppia altalena, un gruppo di cavallerizzi "djighiti" tutta al femminile (da noi questa disciplina equestre viene individuata semplicisticamente come quella dei "cosacchi"), un balletto di ventiquattro elementi, un melange denominato "quadro bianco" con momenti di verticalismo e un passo a due aereo, un "Omaggio a Febergé" con sei coppie di trasformisti e altro ancora. Questo artista, dotato di indiscutibile personalità, ama giocare con gli eccessi del kitsch con grande abilità e non è difficile prefigurare un importante riconoscimento per la sua opera al termine del festival.
Dalla Cina, immancabile protagonista di ogni rassegna circense di alto profilo, arriveranno al cospetto della giuria presiduta, come sempre, dalla stessa Stephanie, due diverse troupe acrobatiche alle pertiche molto accreditate.
L'addestratore inglese Martin Lacey jr. – già titolato di un "Clown d'Oro" e di uno d'argento proprio a Monte-Carlo – porterà in pista il più grande gruppo di felini attualmente in circolazione al mondo: ventritrè leoni e tre tigri insieme, una vera e propria sfida in tempi di forti pressioni delle lobby animaliste che vorrebbero eliminare completamente la presenza degli animali dalla pista dei circhi. Va detto, peraltro, che Lacey costituisce una garanzia di dressage compatibile col pieno benessere dei suoi allievi che, infatti, danno vita ad un mirabile carosello di emozionanti contatti diretti tra uomo e felini, senza alcuna forzatura.

Curiosità ed attesa per la partecipazione del trio di clown russi "Without Socks" che hanno costituito la sorpresa del Festival di Budapest del gennaio 2018. Si tratta senz'altro della più intrigante novità in tema di comicità apparsa da qualche tempo in qua.
E' evidente che il circo – come tutto lo spettacolo dal vivo – si dibatte tra mille ambasce, molte delle quali sembrano trovare origine nella sempre più scarsa disponibilità dello spettatore a farsi stanare dalle mura domestiche in cui la socialità virtuale l'ha rinchiuso a scapito della socialità reale, sottofondo necessario alla fruizione di ogni spettacolo.
Nonostante queste – ed altre - difficoltà che affliggono il settore circense in tema di business, il panorama attuale, europeo e non, resta ricco di fermenti e di slanci vitali sia in termini di creatività che di marketing e il Festival di Monte-Carlo ne rappresenta il meglio. In questo quadro, purtroppo, non si può non registrare l'avvilente atteggiamento delle istituzioni italiane che sembrano ricordarsi del settore circense solo quando si parla di eliminazione degli animali, senza che neppure un simulacro di progettualità in tema di cultura del circo si profili all'orizzonte.

Francesco Mocellin

Ultima modifica il Martedì, 05 Febbraio 2019 09:57

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