GRAN BAZAR (il criceto oreintale) de Fiammetta Carena
Una specie di grande magazzino ambulante, il Gran Bazar, apre e chiude i suoi battenti muovendosi in un mondo devastato da esplosioni tanto abituali quanto incongrue, dalla mancanza d’acqua, da un disfacimento generale. Su tutto incombe un caldo spaventoso. Il Gran Bazar vende rarissima acqua di sorgente in bottiglietta di vetro; larve, grilli, cavallette e termiti sotto vuoto; abbigliamento semplice ma di ottima qualità per signore e signori; piccoli specchi per conoscersi meglio… E non basta: lettura della mano con eventuali servizi sessuali per un piccolo extra, tarocchi, oroscopo, dei capelli eseguita dal coiffeur Antoine e un breve consulto con lo psicologo del Gran Bazar, il trio Rebecca (uno e trino, maschio e femmina). Per finire, la prelibatezza che tutti sognano di poter mangiare: il criceto orientale, grande rarità. Tre uomini - buttadentro? Commessi? Dirigenti?- pubblicizzano al megafono le infinite meraviglie del Gran Bazar. Un cliente malinconico, timoroso e speranzoso arriva all’orario di apertura e viene subito travolto da offerte mirabolanti, beni totalmente superflui, lettura della mano, oroscopo, breve seduta psicoterapeutica con il trio Rebecca, aggiustatina -senza acqua- ai capelli con il grande Antoine mentre si susseguono esplosioni più o meno lontane. E lui compra, inebetito, trascinato nel gorgo. Compra un sombrero, larve e cavallette, pantaloncini da calcio, un orso di peluche, uno specchio. I tre buttadentro/commessi/ dirigenti si servono di un cassonetto della spazzatura da cui estraggono le varie merci e camici, parrucche, vestaglie, accessori vari, per poi ributtarli dentro. Sono loro tre, infatti, a rappresentare di volta in volta il parrucchiere Antoine e le sue clienti, il trio Rebecca, il lettore di tarocchi Fritz e la lettrice della mano, la zingara Sibilla, che parla una lingua incomprensibile. Al momento del pagamento (rubli, yen, dollari, tutto va bene) il cliente viene accusato di essere un non meglio specificato ‘agente straniero’. Viene sottoposto a intimidazioni e a un pesante interrogatorio (i soliti tre buttadentro in veste di poliziotti), nega le accuse, terrorizzato. E… voilà, si accendono le luci in platea: era tutto un gioco, uno show a beneficio dei clienti del Gran Bazar (il pubblico in sala). Il cliente ha un crollo nervoso: piange, ride, sbava, invoca la pioggia… Invoca le querce, le rose, le stelle, che lui ha visto nei disegni, non nella vita. Ma la realtà è implacabile: tutto si ricompone e al cliente viene offerto in omaggio uno spuntino a base di larve. Il Gran Bazar è generoso, è imperituro. Un mondo futuro o un universo parallelo assurdo? Possibile? Temibile? Chissà…
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