Io non so cominciare L’essenza della memoria è l’oblio, Si comincia da una mancanza - come sempre - c’è uno spazio neutro che germina luce, capace di azzerare le ombre, un luogo della memoria, del desiderio e dell’oblio - tre figure vicine all’immobilità lo popolano, entrando e uscendo dal buio, proiettando le loro visioni, animando di segni il loro silenzio - a volte la parola evita il controllo, poi viene ripresa e il linguaggio archiviato, dunque mummificato, oppure brutalizzato - circola un’aria di cattività, di imprese impossibili, un’aria di cadute e di metamorfosi - newton è arrivato a scoprire la legge di gravità osservando un albero di mele e immaginando che potesse crescere fino a toccare la luna, - da questo sogno ad occhi aperti dedusse che la principale caratteristica del moto della luna è il suo continuo cadere verso il centro della terra - cadono cadono le cose. note biografiche Infatti durante questi ultimi anni i membri del Teatro Rebis hanno organizzato e partecipato a vari laboratori condotti da maestri del teatro contemporaneo, quali Rena Mirecka, Mimmo Cuticchio, Odin Teatret, Yves Lebreton, Danio Manfredini, Claudio Morganti, Mario Barzaghi, Yumiko Yoshioka, Leris Colombaioni, tra gli altri, dei quali hanno studiato e approfondito gli approcci e processi creativi, per poi elaborare una propria poetica stillata dal confronto con l’esperienza e la maestria degli artisti incontrati. L’eclettica formazione dell’ensemble ha permesso al Teatro Rebis di sperimentare varie forme di spettacolo, da quello comico e di strada al teatro ragazzi, fino al teatro di prosa e al teatro in ambito sociale, tutte formule e definizioni riduttive per un processo che non rappresenta altro che la tensione verso una lettura moderna, avanguardistica delle tangenze dei segni e simboli quotidiani, rintracciando nell’urgenza di un’etica del dire e nell’invenzione di forme mutevoli del rapporto attore-spettatore, i fuochi di un’ellisse lirica che si vuole diretta e astratta allo stesso tempo. Perciò sono due le spinte essenziali che muovono la ricerca del Teatro Rebis: una diretta verso l’esterno, con la costruzione di spettacoli da “esportare”, che l’ha portato a partecipare a vari festival in Italia ma anche in Senegal, Romania, Svizzera, Francia, vincendo anche due premi nazionali come miglior spettacolo a Roma (2006 – Il dolce miraggio di Ulisse) e a Mercato San Severino di Salerno (2007, Lucky e Pozzo), e un’altra diretta verso il territorio nel quale opera, organizzando festival di livello internazionale, quali il Limen festival, Ci si incontra così per miracolo, Non ho tempo e serve tempo, e gestendo un proprio spazio teatrale nella periferia di Macerata, dove, oltre a dirigere una stagione teatrale autogestita, dedicata alle giovani compagnie alternative ai circuiti ufficiali, ha intrapreso un’opera pedagogica rivolta alla cittadinanza, conducendo o ospitando corsi di teatro e danza per bambini e adulti, corsi di canto, yoga, contact improvisation. Fondamentale per il Teatro Rebis è anche il lavoro negli ambiti scolastici, dove rappresenta i propri spettacoli ma soprattutto conduce laboratori a vari livelli, dalle elementari alle superiori. Naturale propensione dell’ensemble è anche quella di confrontarsi con situazione di disagio sociale, credendo nella forza comunicativa e relazionale dell’espressione teatrale, che ha spinto i membri del Teatro Rebis ad elaborare e realizzare progetti con comunità per disabili fisici e psichici, con comunità per tossicodipendenti e minori immigrati, con case di riposo e case famiglia, esiliati politici e associazioni di immigrati. |
Orestiadi : Io non so cominciare - regia di Andrea Fazzini
La Redazione
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