VOGLIA DI CORRERE "Voglia di correre”, ripercorre (correndo!) quasi un quarantennio di storia italiana vista attraverso il buco della serratura di un paese del mezzogiorno d’Italia. Nel testo sono fissate le tappe di un’esistenza che sfiora il vissuto di più generazioni, passando dal secondo dopoguerra, con le difficoltà di una comunità rurale, sino alle soglie della contemporaneità e del disimpegno. La povertà e la “voglia di correre” sono insite in quell’epoca di sofferenza e ricostruzione, di privazioni, emigrazioni e sogni. L’occhio del protagonista ne coglie la drammaticità, nella totale assenza di possibilità; le quali crescono e sono cercate con forza e ribellione (dalla sessualità urlata contro i tabù e le convenzioni sociali, alle utopie sessantottine di “un altro Mondo è possibile”), non negli gli scontri, nei manganelli o i lacrimogeni di Valle Giulia, ma nella lotta politica di Provincia, dove il massimo della violenza è dato dalla scazzottata tra “diversi estremismi” indistinti nel loro spasmodico bisogno di distinguersi. |