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La rassegna di danza contemporanea ORIENTE OCCIDENTE DI ROVERETO. -di Federica Fanizza

Nadia Beugré, "L'Homme Rare". Foto Olivier Miche Nadia Beugré, "L'Homme Rare". Foto Olivier Miche

Auditorium Melotti, Rovereto
4 settembre 2023 
GO FIGURE
SHARON FRIDMAN | COMPAÑÍA SHARON FRIDMAN
PRIMA ASSOLUTA | COPRODUZIONE ORIENTE OCCIDENTE
Coreografia e direzione artistica Sharon Fridman
Assistente alla direzione artistica Tamar Mayzlish
Interpreti Shmuel Dvir Cohen, Tomer Navot
Musica Noam Helfer
Luci Yaron Abulafia
Costumi Miki Avni
Coproduzione Oriente Occidente, Mash Dance House Jerusalem
Con il supporto di Consiglio della Lotteria d'Israele per la cultura e l'arte, Ministro israeliano per la cultura e lo sport, Comunidad de Madrid, INAEM, Ayuntamiento de Pinto

Auditorium Melotti, Rovereto
4 settembre 2023 
L'HOMME RARE
NADIA BEUGRÉ | LIBR'ART
PRIMA NAZIONALE
Direzione artistica e coreografia Nadia Beugré
Interpreti Lucas Nicot, Daouda Keita, Nadim Bahsoun, Tahi Vadel Guei, Marius Moguiba
Direzione tecnica Anthony Merlaud
Luci Anthony Merlaud, Beatriz Kaysel
Musica Serge Gainsbourg, Lucas Nicot, Oblio drummers (DRC)
Produzione e diffusione Virginie Dupray|Libr’Arts with support from Latitudes Contemporaines and Studios Kabako. Co-produzione Kunstenfestivaldesarts|Brussels, Théâtre de la Ville|Festival d’Automne à Paris, Montpellier Danse 2019/2020 résidence de création à l’Agora|cité internationale de la danse|with support from the BNP Paribas Foundation, CCN2|Centre Chorégraphique National de Grenoble, Centre Chorégraphique National d’Orléans – direction Maud Le Pladec, Kunstencentrum Vooruit|Gent, Musée de la Danse| Centre Chorégraphique National de Rennes et de Bretagne, BIT Teater garasjen|Bergen, Théâtre de Nîmes

La rassegna di danza contemporanea Oriente Occidente di Rovereto, giunta ormai alla 43a edizione è sempre stata particolarmente attenta al confronto con l'altra parte del mondo: una volta geografico, come denota la sua stessa origine del nome, adesso con qualcosa d'altro che va oltre la pregnanza geografica. Nell'introduzione alla rassegna il direttore artistico Lanfranco Cis ha delineato la scelta di rapportarsi con il Mediterraneo, area che si pone sempre più come un confine tra luoghi frammentati e trasformati. Quest'anno It's time It's time, It's time è il motivo guida di questa rassegna che voleva essere una riflessione sulle tante urgenze che incombono sull'umanità, dai cambiamenti climatici, alla nuova definizione di diritti, alla libertà individuale e collettiva, una chiamata all'azione, all'agire per riconoscere il problema e avviare soluzione cercando relazioni tra i gruppi umani piuttosto che mettersi in contrapposizione. La traccia operativa del Festival sarebbe stata un prendere coscienza dell'attualità, e di offrire una chiave di soluzione alle problematicità incombenti, sia umanitarie che climatiche, ma anche un porre attenzione alle disabilità altrui che possono diventare risorsa. Tenendo fede alla sua missione originaria non vuol perdere l'obbiettivo di quanto nel mondo della danza la cultura europea è debitrice da ciò che proviene dal Sud del mondo, dalle molteplici dimensioni della creatività che si muovono dal contenente africano, situazioni che per realizzarsi sono costrette a muoversi verso le sponde a nord del Mediterraneo. Un festival che parla anche di corpi in trasformazione e di disabilità fisica come nella coreografia dell’israeliano Sharon Fridman, Go Figure dove la menomazione fisica e reale di uno dei due danzatori diventa occasione dialogo corporeo con il partner, complicità oltre i limiti e possibilità trovare sostegno nell'altro senza che nessuno prevalga. Ne emerge un continuo intreccio dove anche le stampelle in scena diventano oggetto coreografico in cui prevale il complesso intreccio dei corpi dai quali risulta il mutevole sostegno. Evento breve (50 min.) ma intenso, sostenuto da una musica che rimarca la lentezza e lo spasmo dei due copri in movimento.
Di corpi in trasformazione tratta anche lo spettacolo della coreografa della Costa d'Avorio, Nadia Beugré approdata dal Senegal in Francia al Centro Coreografico Nazionale di Montpellier. Dal 2015 pone attenzione della sua ricerca la resistenza delle donne a difesa della libertà. Ma in questo L'Homme rare non esistono donne ma solo uomini in cerca di una loro identità di genere. Inizia con una chiassosa e colorata kermesse coreografica tra la platea che riesce a coinvolgere anche il pubblico in una fantasiosa danza collettiva. Poi nel buio della sala ecco che i danzatori, questo gruppo di 5 corpi (due bianchi e tre di colore), si spogliano dei coloratissimi abiti di scena e si presentano completamente nudi, di schiena, al pubblico iniziando la loro performance indirizzata alla ricerca di quell'uomo raro a cui il titolo fa riferimento. Nella cultura dominante, gli uomini che si lasciano andare a danze che coinvolgono i fianchi e il bacino sono considerati femminili, come se muovere queste parti del corpo fosse un affronto o una minaccia per una virilità costruita a tavolino. Tra sonorità registrate tra percussioni, sonorità mediate dalla ritmica africana, e nordafricana, vocalità ritmata, prodotta dal battito delle mani sul corpo e in particolare sulle natiche, i danzatori si muovono in movimenti sinuosi proprio per esaltare i lineamenti del corpo, esaltando la dimensione della non mascolinità in un palcoscenico che si riempie di lenzuoli che prendono forma in vari modi indosso ai danzatori, vesti, sudari, crisalide in via di trasformazione. Ma in scena si trova anche un oggetto iconico, scarpe da donna rosse con tacco a spillo. Cercano di indossarle, ma la camminata e la corsa è sempre rovinosa, si cade a terra e anche malamente. Si indossano in altra maniera allora in testa o sull'inguine. Diventare donna non è indossare qualcosa che appartenga all'immaginario femmineo, scarpa con tacco, o ancheggiare, ma è la dimostrazione che essere donna è qualcosa d'altro. Non resta allora che riprendere i gli equilibrismi tra i lenzuoli, per poi accatastarli e disperderli. Tanto non servono a mascherare ciò che si è e a velare ciò che non si può essere.

Federica Fanizza

Ultima modifica il Domenica, 17 Settembre 2023 12:01

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