sabato, 02 novembre, 2024
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“Intrecci. Per una storia condivisa tra Teatro Ragazzi e Teatro di Figura”. Prezioso il percorso storico di Alfonso Cipolla

A cura di Assitej e Unima nazionali
“Intrecci. Per una storia condivisa tra Teatro Ragazzi e Teatro di Figura”
Prezioso il percorso storico di Alfonso Cipolla

Di grande interesse quanto scrive Alfonso Cipolla nella sua ampia parte, oltre una quarantina di pagine, “Intrecci di storie: Teatro di Figura e Teatro Ragazzi”: numerose le scoperte in un territorio, sì conosciuto, ma spesso in forma disordinata, sfilacciata, aneddotica. Un grande piacere ritrovare saperi, poterli riordinare, gustosissimi i riferimenti figurativi con la possibilità di osservare locandine, disegni, foto, pagine di giornalini. E con Cipolla, Presidente di Unima Italia, il teatro popolare trova la sua definizione a partire dal pubblico, lì dove non se ne prevede una differenziazione “né per censo né per età. Non la prevede perché si tratta di un teatro di relazione e di comunità che sviluppa un rapporto di complicità e senso di appartenenza”.
E’ un testo a più voci “Intrecci. Per una storia condivisa tra Teatro Ragazzi e Teatro di Figura” realizzato insieme da Assitej, Associazione Internazionale di Teatro per Bambini e Giovani, e Unima, Unione Internazionale della Marionetta, curato da Alfonso Cipolla e Renata e Coluccini, riferimento primo la giornata di studi organizzata dall’incontro online tenutosi a Parma in occasione della Giornata Mondiale della Marionetta, 2021. Dello stesso anno il protocollo d’intesa siglato dalle due associazioni, Assitej e Unima, viste nel loro valore dinamico, “capaci di stimolare - così in apertura a firma comune di Linda Eroli e Fabrizio Montecchi - importanti esperienze teatrali e di inventare mondi dove nuove e vecchie generazioni possano continuare a dialogare insieme”.

sipario otello sarzi
Otello Sarzi

Il piacere della meraviglia e la voglia di educare moralmente, il rapporto con l’opera lirica e la ricerca del divertimento, Don Bosco, il teatro salesiano e le sue regole “pratiche”. Migliaia le sale parrocchiali dove fare teatro, solo a Torino se ne aprono 162. “Non si tratta di un avviamento alla professione ma l’apprendimento di una professionalità”: sempre limpido, dallo sguardo aperto, Alfonso Cipolla.  Avvincente la storia dei Teatri dei Piccoli di Podrecca, di grande fascino la cura stilistica per disegni e marionette, “complice la seduzione dei Balletti russi di Diaghilev”. E ancora e ancora. L’influenza del fascismo, la “purezza dell’idioma patrio”, la censura e Marinetti, sorprendente il suo Manifesto della Letteratura Giovanile con tanta Fede in Dio e orgoglio italiano. Scorrono i decenni e anche Strehler crea spettacoli per bambini al Picciolo Teatro di Milano. I Colla e “l’incredibile accoppiata”, ovvero Maria Signorelli & Luigi Volpicelli. La scuola “come motore di rinnovamento e discussione”. Gli anni Sessanta. Otello Sarzi. E Giovanni Moretti…Sì: importante il saggio di Cipolla che arriva a ricordare la nascita e la diffusione dell’animazione teatrale. 

sipario COPERTINA LIBRO intrecci per una storia condivisa tra teatro ragazzi e teatro di figura

Seguono alcune Testimonianze, di Silvano Antonelli, Claudio Montagna, Loredana Perissinotto, Bruno Stori, un insieme di esperienze/ memorie. Seguono alcuni Documenti, presentati da Francesca Cecconi in ordine di data, dal 1937 al 1986, a partire con l’amatissimo Sergio Tofano (1937). Seguono Luigi Valpicelli, dal linguaggio antico ma di straordinaria visionarietà e intelligenza pedagogica, un magnifico intreccio (la parola ritorna). Poi ancora: Maria Signorelli, che si ha avuto il piacere di conoscere, tenace nel portare avanti la sua esperienza di curiosa “burattinaia”, Mario Serenellini, Remo Rostagno, Marco Baliani e Gian Renzo Morteo, che, nell’articolo “In cerca di umori infantili”, 1986, riconosce come madre del teatro ragazzi in Italia, così come l’abbiamo visto nascere e crescere, l’animazione, “un fenomeno intimamente legato a un momento di grande fluidità, di forte irrequietezza, di accese idealità”. Le conclusioni sono “in forma di domande”, fors’anche in parte stimolanti, ma, dopo l’attenzione al passato, nell’osservazione/ confronto infine con il presente, è forse mancata l’attenzione alle tante poetiche contemporanee, così diverse, una molteplicità commovente, che sarebbe stato bello illuminare, citando magari, a mo’ d’esempio, qualche spettacolo o compagnia, meraviglie di artigiani/ artisti che sanno dialogare teatralmente in forma originale con tutti i linguaggi della scena.

Ultima modifica il Martedì, 09 Gennaio 2024 15:34

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