giovedì, 12 settembre, 2024
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DA "CRY VIOLET" A "GIMME A BREAK!!!", SANTARCANGELO FESTIVAL E LA FORZA DELL'INVISIBILE. -di Nicola Arrigoni

"Cry Violet", coreografia, performance, costumi Ginevra Panzetti, Enrico Ticconi "Cry Violet", coreografia, performance, costumi Ginevra Panzetti, Enrico Ticconi

Se in quel mentre c’è la possibilità di cambiar mondo
Da Cry Violet a Gimme a Break!!!, Santarcangelo festival e la forza dell’Invisibile
di Nicola Arrigoni

While we are here: la ripetizione a voce alta del claim di Santarcangelo Festival 2024 produce un effetto sonoro in cui la voce danza come trascinata sulle montagne russe, assomiglia a una sorta di karma che ripetuto più volte apre a una sorta di meditante sospensione. Ed è questa sospensione che sta dentro il Mentre siamo qui che il presidente dell’associazione Santarcangelo dei teatri, Giovanni Boccia Artieri sottolinea quando scrive che Mentre siamo qui «ci invita a riflettere sulla natura del tempo e sulla nostra presenza nel mondo. In questo contesto il pensiero di Henri Bergson sulla durata si rivela particolarmente illuminante. Bergson concepisce il tempo come una successione lineare di istanti, come un flusso continuo e indivisibile, una durata qualitativa in cui passato si fonde continuamente con il presente». In questa suggestione filosofica piace porre l’analisi di alcune performance che – apparentemente – sembrano sottrarsi alla provocazione politico/etica posta dal direttore artistico Tomasz Kirenczuk che mette in relazione lo stare ad assistere a uno spettacolo con la dolorosa e interrogante consapevolezza che nel medesimo tempo in un altro spazio sono in corso 180 conflitti, continua il genocidio di Gaza, prosegue la guerra in Ucraina, migranti attraversano il Mediterraneo in cerca di un futuro migliore. In questo mentre si potrebbe fare qualcosa di più proficuo, eppure l’assistere e il partecipare al teatro è un’azione politica ed etica che forse ci fa dire con Martha C. Nussbaum che le democrazie oggi hanno più che mai bisogno di coltivare le lettere e le arti. Questa la convinzione che attraversa il festival e il disegno artistico di Kirenczuk, a questo ci richiama il pensiero che attraversa l’intero festival. Ciò accade anche quando l’aspetto politico, ovvero di ciò che riguarda la città e la comunità si ripiega sul singolo. 

E così in Cry Violet di Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi due figure i cui volti richiamano certe maschere espressioniste, immobilizzate in un dolore che finisce con l’essere comico, clownesco. Sul tappeto musicale ideato da Teho Teardo va in scena il racconto di due possibili inservienti, due addetti alle pulizie che cercano di cancellare le macchie di una colpa che è comune, che sta nel riferimento a Lady Macbeth – ricavato nelle note di sala –, ma anche nell’estinzione del fiore che dà il titolo al passo a due. Perché di questo alla fine si tratta: di un dolente e sottilmente comico passo a due, di una coppia condannata alla medesima pena: pulire e ripulire, addetti alle pulizie che sognano un altro mondo, un futuro migliore o, visto i tempi che corrono, almeno possibile. Se il disegno coreografico convince nella sua costruzione, appare meno convincente il disegno drammaturgico che non riesce ad andare oltre lo stare, la presenza nello spazio en plein air dell’Imbosco di due figurine che cercano di consolarsi dal dolore con un’ironia, una comicità che si mostra più nelle intenzioni che nei fatti. La meccanicità espiatoria dei due danzatori non riesce a trovare il ritmo giusto che faccia scattare il riso, che ci confessi con Beckett che non c’è nulla di più comico dell’infelicità. Malgrado ciò Cry Violet piace per il suo rigore, per l’azzardo messo in atto da Panzetti/Ticconi, per ciò che non dice e vorrebbe fare intuire. 

gimme a break Baptiste Cazaux
Gimme a break!!! di Baptiste Cazaux

Decisamente solipsistica è la performance di Baptiste Cazaux, Gimme a Break!!! in cui il performer chiede a sé stesso di quietarsi, di avere una pausa nello scorrere frenetico della vita quotidiana. Cazaux entra in scena, fissa negli occhi gli spettatori e modifica la posizione degli amplificatori nello spazio. È come se cercasse l’armonia adatta, il suono giusto, lo spazio sonoro in cui agire il suo rito, in cui placare la sua frenesia, in cui cercare uno stordimento possibile che possa condurre all’oblio di sé e del mondo. Ciò che va in scena è una sorta di transfer, è la volontà di stordirsi per fare emergere l’autentico o semplicemente per regalarsi una condizione che fa dell’uno il tutto e del tutto l’uno. L’artista non smette di gettare gli occhi sul pubblico riunito intorno a uno spazio rettangolare di una infuocata palestra. Lo sguardo è di sfida ma a tratti sembra pure chiedere aiuto, i movimenti sono veloci e nervosi, la camminata decisa, l’atmosfera da rave, ossessivo è l’headbanging (i violenti movimenti della testa a tempo di musica), tutto porta a una sfinitezza che accomuna l’artista e chi assiste al suo lavoro. Alla fine ciò che rimane è il sudore, la fatica, lo sguardo perso di Baptiste Cazaux, giovane performer che offre tutto sè stesso, in cerca di una pausa possibile che lo riappacifichi col mondo o lo allontani momentaneamente dalla realtà per smettere di soffrire. 

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Non scuola La Rivoluzione della Specie. Foto Pietro Bertora

E se Cazaux cerca di annullarsi, di farsi invisibile pur nel mostrarsi senza pudore, è l’invisibilità che i ragazzi della Non scuola del Teatro delle Albe non accettano, guardano con terrore nello spettacolo/festoso e collettivo andato in scena con corale ed emozionata partecipazione di pubblico. I ragazzi raccontano di un mondo possibile, dei loro sogni, ma soprattutto chiedono, pretendono di esserci, di essere visti, di essere presenze. Insieme sono corpo che ballano, sono coro che scuote, sono voce che ride, che sgrida, che piange, che canta. La Non Scuola del Teatro delle Albe è, in ogni suo manifestarsi – ed anche nello spettacolo Invisibile -, un’iniezione di energia e di emozioni pure, è uno shock anafilattico dell’anima, è la possibilità di regalarsi la leggerezza del gioco e l’impegno di essere veri fino alla fine, fino all’impudica volatilità con cui i ragazzi ci immettono in scottanti verità. Ancora una volta la Non scuola dimostra di saper costruire comunità, sa offrirci davanti agli occhi l’energia dei nostri ragazzi – specie sì in via d’estinzione - che ci chiedono di ascoltarli, di amarli, di aiutarli a non essere invisibili. E allora l’applauso finale è un abbraccio che suona come un’excusatio non petita per la condanna all’invisibilità a cui il modo relega i giovani. Ed allora il mentre noi siamo qui suona non come un rimprovero, ma come un invito a vivere intensamente, a frequentare l’arte per cambiare visione sul mondo. 

Cry Violet, coreografia, performance, costumi Ginevra Panzetti, Enrico Ticconi, musica Teho Teardo, illustrazione grafica Ginevra Panzetti, distribuzione Aurélie Martin, originariamente creato all’interno di Esplorazioni un progetto di Triennale Milano, in collaborazione con Volvo Car Italia, con il sostegno di Lavanderia a Vapore, Piemonte dal Vivo – Torino, RAMPE – Stuttgart (DE), promosso in collaborazione con Anthea.

Gimme a Break!!!, coreografia e performance Baptiste Cazaux, musica Être Peintre, luci Justine Bouillet, suono Gaspard Perdrisat, assistente Lisa Laurent, drammaturgia Johanna Hilari, distribuzione in Svizzera, amministrazione e produzione Yamina Pilli – oh la la production, distribuzione internazionale Quentin Legrand – Rue Branly, produzione HONEYHONEYDANCEDANCE, coproduzione La Bâtie – Festival de Genève, Théâtre Sévelin 36, L’Abri, KLAP Maison pour la danse, in collaborazione con Réseau Grand Luxe Danse & Dramaturgie, con il sostegno di Ernst Göhner Stiftung, SSA (Société Suisse des Auteurs), CND – Centre national de la danse, progetto realizzato con il supporto di Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia.

Invisibile, non-scuola del Teatro delle Albe / Scuola Media Franchini di Santarcangelo / ZoeTeatro / Spazio Zut, guide laboratorio Michele Bandini, Anna Lisa Magnani, insegnante assistente Damiano Folli, con Annamaria Castellani, Anna Donnarumma, Giulia Sapigna, Marika Gaggini, Masha Hemati Nezhad, Gabriele Esposito, Aimi Briganti, Gaia Etzi, Maria Mazzoni, Melissa Belletti, Elettra Brigliadori, Marta Celli, Emma Sapigna, Maria Giulia Baschetti, Alice Buzzone, Achille Sassaroli, Amelie Bronzetti, Samira El Hamel, Federico Timpanaro, Luca Simone, Michele Barducci, Eleonora Barducci, Elia Felciani, Emma Lanzoni, Eva Lanzano, Filippo Cavalli, Giovanni Canini, Greta Esposito, Kejsi Lika, Luca Gambetti, Luca Tosi Brandi, Margherita Cesari, Maria Victoria Paci, Massimo Bauleo, Mia Carello, Noa Piva, Sofia Bianco, Anna Fiori, Matilde Zangoli., progetto realizzato in collaborazione con Aps Zoe, compagnia ZoeTeatro e Spazio Zut con il sostegno del Comune di Santarcangelo e Santarcangelo Festival 

Ultima modifica il Sabato, 10 Agosto 2024 07:38

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