MESSINA.- Andava glorioso per il suo Ridottissimo Massimo Mollica, un locale al'interno del cine-teatro Savoia, inaugurato nel dicembre del 1961, in grado di contenere 70 poltrone. Un modo pure di ribattere che lui l'avanguardia l'aveva fatta e che era in perfetta sintonia con le "cantine romane" che sorgevano in quegli anni. Lo spettacolo inaugurale s'intitolava Elena e la gioia di vivere di André Roussin e visto che non attirava spettatori Mollica passò alla pochade Il signor Masure di Claude Magnier, alla commedia Lo sbaglio d essere vivo di Aldo De Benedetti e alla farsa dialettale I civitoti in pretura di Nino Martoglio. E ciononostante quel teatrino aveva sempre dei posti liberi. Non si dava pace Mollica. Fino a quando nel 1965 fonda con successo la "Compagnia di prosa del Teatro Stabile di Messina" i cui spettacoli si svolgevano nella Sala Laudamo. Certo c'era della furbizia nel definire "Stabile", ciò che stabile non era. Ma c'era pure dell'ingegno e soprattutto una grande passione, premiata dal pubblico con una partecipazione massiva. Pensaci Giacomino di Pirandello fu un vero successo, ma anche Lui e Lei di Nicolaj non fu da meno e accanto a Mollica nel doppio ruolo di regista e interprete, transitarono attori del calibro di Michele Abbruzzo, Germana Paolieri, Angela Cavo, Umberto Spadaro, Gianni Musy, Virginio Gazzolo, Sandra Mondaini, Giustino Durano, Didi Perego. In quegli anni la Laudamo con il Salone della Camera di Commercio erano gli unici spazi teatrali esistenti in città e Mollica riusciva sempre a fare il pieno. Non solo come protagonista del Liolà pirandelliano ma soprattutto nei panni de Il vendicatore di Francesco Lanza: un tombeur de femme che muoveva alla perfezione il suo bastoncino di bambù. I primi anni '70 sono molto significativi per Mollica perché oltre al Glauco di Morselli ridotto in siciliano da Pirandello e U Ciclopu di Euripide (con Turi Ferro) entrambi con la regia di Andrea Camilleri e rappresentati al Teatro greco di Tindari, vanno in scena Il re muore di Ionesco (con lusinghieri complimenti a Catania dello stesso drammaturgo), I menecmi di Plauto, La mandragola di Machiavelli, Otello di Shakespeare. Nel 1981 lì dove sorgeva il Cinema Astra, Mollica realizza il Teatro San Carlino, un fiore all'occhiello di cui andava fiero, ricordandomi che "le poltrone rosse erano come quelle de La Scala di Milano". Sono stati tredici anni di programmi teatrali vari in cui si alternavano pure compagnie esterne in veri cartelloni teatrali con migliaia di abbonati che affollavano quella confortevole sala. Un evento fu l'aver scovato un inedito di Pirandello, Ccu i nguanti gialli in cui accanto a Mollica comparivano attori nostrani come Sara Bellomia, Adele Spadaro, Turi Carnnazza, Anna Maria Alì, Eri Marchese. Chiuso il San Carlino nel 1993, Mollica scalpita per trovare un altro spazio. E lo trova all'interno della "Città del ragazzo", appellandolo Teatro Pirandello e che con la preziosa collaborazione d'una attrice di razza come Giovanna Battaglia, riproporrà una serie di spettacoli, quali il Bell'Antonio di Brancati, restando in vita la struttura sino al 2006, anno in cui riceve lo sfratto e dovrà sloggiare. Per sua fortuna Mollica possiede una proprietà collinare panoramica in Contrada Landro di Gioiosa Marea, tra Patti e Capo d'Orlando e qui dopo essersi fatto costruire un teatrino di 200 posti, in estate potrà sfogare tutta la sua voglia di fare teatro. Teatro sino alla fine.
Anche Massimo Mollica ci ha lasciato, teatrante singolare di Gigi Giacobbe
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