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"La Traviata" alla Scala. Incontro con il Maestro Gatti in Università Cattolica di Vito Lentini

Daniele Gatti Daniele Gatti

Conversazione con Enrico Girardi, a cura di Paola Fandella.
Evento promosso dall'Università Cattolica del Sacro Cuore e dal Teatro alla Scala.
Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore, 25 novembre 2013.

Pochi giorni prima del 7 dicembre e della Serata Inaugurale della nuova stagione del Teatro alla Scala, è ormai consuetudine assistere, nella sede milanese dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, al prezioso incontro con il Direttore impegnato con la prima opera in cartellone.
In quest'anno segnato dal bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi e Richard Wagner, Daniele Gatti dirigerà l'opera che vive di quel collettivo entusiasmo capace di infervorare anche chi non è assiduo frequentatore di lirica. Nel giorno in cui Milano festeggia il santo patrono torneremo a riascoltare le popolarissime note della Traviata e a rivivere le travolgenti vicende di Violetta e Alfredo.
Nella conversazione con il Maestro Gatti si è aperto quell'interessante scenario nel quale è indagato il dramma umano palesato in Traviata; rilievo, questo, che impone un serio ripensamento del tema anche alla luce dell'odierno movimento delle cose. È il sopruso, infatti, il nucleo fondamentale che - a detta di Daniele Gatti - si può riscontrare in un'opera come Traviata: titolo che rende palese la modulazione della creatività musicale di Verdi sul soggetto proposto.
Le analisi musicali presentate durante l'incontro guidato da Enrico Girardi hanno trovato spazio all'interno di questa convincente lettura che implica la necessità di volgere lo sguardo alle molteplici componenti di questo titolo. Sotto questo rispetto il Maestro Gatti assicura di essere al servizio dei suddetti ambiti "come uomo e come musicista": un serio avvicinamento al titolo che non esclude la possibilità di scoprire quelle chiavi di lettura capaci di restituire le sottili differenze dell'interpretazione musicale.
Impegnato per la seconda volta con La Traviata, il Direttore Musicale dell'Orchestre National de France confida che con quest'opera verdiana non ci si può non sentire a casa: sensazione quotidianamente confermata dagli occhi dei musicisti impegnati con la nota storia d'amore, "di quell'amor ch'è palpito".
In questo contesto si rende evidente il fatto che, senza alcun dubbio, nella musica affiora quell'impetuosa condizione umana che trova pregevole spazio nella creatività dell'illustre italiano.
Le osservazioni di ordine storico sviluppate durante la conversazione non potevano non riguardare l'infelice debutto del 1853 al Teatro La Fenice di Venezia seguito, nell'anno successivo, dal successo al Teatro San Benedetto. Evoluzione e ripensamenti che interessarono questi primi anni di vita dell'opera e ai quali si è rivolta l'attenzione di Daniele Gatti. L'esito di questo lavoro lo ha portato a preferire per il finale l'edizione del 1853: particolare capace di sucitare quella fruttuosa curiosità che alimenta l'indiscusso desiderio di tornare a godere quest'opera verdiana.
Nella chiusa dell'incontro Daniele Gatti dipinge l'immagine di un compositore italiano dalla sensibilità aperta; La Traviata incornicia preziosamente questa sottolineatura dal momento che in essa è ampiamente offerto l'inebriante spazio geografico parigino.
Lo spettatore scaligero e il fedele lettore di Sipario.it noterà, peraltro, la pregevole assonanza con quel colore francese che abbiamo apprezzato con l'ultimo balletto della scorsa stagione: rilievo che sarà certamente amato dai letterati giacché la storia del cavaliere Des Grieux e di Manon Lescaut rivela – com'è noto – affinità con le vicende svelate da Alexandre Dumas figlio.
Baratro morale, fascinosa seduzione del denaro, disonore e gaudio d'amore sono alcuni sprazzi dell'umana condizione che i fortunati under30 scopriranno nella Traviata già il 4 dicembre con l'Anteprima a loro dedicata e gli altri appassionati dal 7 dicembre nelle otto repliche previste: proseguiranno così i festeggiamenti dedicati al compositore italiano ampiamente omaggiato durante l'anno.
Un ulteriore arricchimento potrebbe derivare, secondo il Maestro Gatti, dagli approfondimenti sulle riflessioni di ordine antropologico nelle quali si impegnò Giuseppe Verdi e abbondantemente consegnate alle pagine dei suoi capolavori.
Di queste analisi abbiamo apprezzatto le sottolineature emerse durante l'incontro svolto, per di pù, nel luogo che per eccellenza è deputato alla formazione integrale dell'uomo.

Vito Lentini

Ultima modifica il Giovedì, 28 Novembre 2013 10:57
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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