Protagonista assoluto della scena musicale internazionale da oltre mezzo secolo, Boulez ha dato un contributo decisivo a gran parte delle manifestazioni dell’avanguardia contemporanea, affiancando all’attività compositiva, legata soprattutto alla prima parte della sua carriera, un impegno egualmente straordinario nella didattica, nella promozione della cultura musicale e nella direzione d’orchestra. Nato il 26 marzo 1925 a Montbrison, fin da giovanissimo studia con la stessa passione pianoforte e matematica, disciplina che si rivela presto fondamentale nel carattere della sua ricerca musicale: perfezionatosi a Lione e quindi al Conservatorio parigino, è discepolo di maestri come Messiaen e Leibowitz, da cui apprende quella dodecafonia che riuscirà in futuro a superare, recuperando soprattutto la lezione di Webern e parte del lavoro dello stesso Messiaen. Dal 1946 è per un decennio direttore musicale di scena per la Compagnia Renaud-Barrault, mentre nel 1954 fonda il Domaine Musical, esperienza capace di segnare una svolta nella diffusione della musica contemporanea.
Nel frattempo tiene corsi di analisi a Darmstadt e a Basilea, e si afferma progressivamente come compositore e direttore d’orchestra tra i più rimarchevoli della propria generazione. Le prime opere risalgono agli anni quaranta e cinquanta e spiccano tra loro il Livre pour quatuor (1949), Poliphonie X (1951) e Structures I (1952), partiture che seguono le regole ferree della cosiddetta serialità integrale e che, malgrado il loro carattere innovativo, Boulez stesso considererà un esperimento limite per dirigersi in seguito verso strutture armoniche più flessibili. Le Marteau sans maître (1954) rappresenta a riguardo un momento fondamentale, nell’opera di Boulez come in tutta l’avanguardia degli anni cinquanta, a cui seguiranno altre opere di enorme risonanza come, per ricordarne solo alcune, Pil selon Pil (1958-62), ciclo di cinque brani per soprano e strumenti, Structures II (1956-61) per due pianoforti, Èclat (1965), per 15 strumenti (ripreso poi per orchestra in èclat-Multiples), Domaines (1968), Rituel (1975), Répons (1981), primo pezzo in cui Boulez utilizza sistemi elettronici per il trattamento del suono.
Parallela all’attività compositiva scorre quella direttoriale, che si apre nel 1965 con l’Orchestra di Cleveland e continua nel 1969 con l’Orchestra della BBC e quindi con la Filarmonica di New York, presso la quale succede a Leonard Bernstein. Direttore dotato di un’incredibile rigore e di un’estrema chiarezza analitica, che pure non tolgono nulla all’impeto emotivo delle sue interpretazioni, Boulez si afferma presto (e rimane fino ad oggi) una delle maggiori bacchette viventi, soprattutto nel repertorio del Novecento. Memorabili le sue versioni del Wozzeck e della Lulu di Berg, in prima assoluta rispettivamente a Francoforte (1966) e Parigi (1979), senza dimenticare il grande evento della Tetralogia wagneriana realizzata a Bayreuth tra il 1976 e il 1981.
Il suo talento di catalizzatore delle migliori energie della scena musicale contemporanea, lo porta d’altra parte a fondare e dirigere due delle maggiori istituzioni musicali francesi, l’Ensemble Inter Contemporain (1975) e l’lnstitut de recherche et coordination acoustique/musique (IRCAM), entrambi destinati a diventare laboratori di grande dinamismo, imprescindibili per le nuove generazioni. Soprattutto l’impegno con l’IRCAM spinge Boulez a limitare sia la carriera di direttore che quella di compositore, per dedicarsi appieno alla promozione e alla diffusione della cultura musicale: rientreranno in questa volontà didattica e divulgativa il suo appoggio determinante per la creazione dell’Opéra de la Bastille e della Città della Musica alla Villette, ma anche il ciclo di sei trasmissioni televisive dal titolo Boulez XXe siècle.
Dal 1992 lascia l’IRCAM per tornare a dirigere e comporre a tempo pieno, forte anche di un contratto con la Deutsche Grammophon che gli permette di incidere con le più grandi orchestre del mondo, coronando una discografia amplissima (realizzata anche per etichette di grande diffusione come Sony Classical). A dimostrazione di tale ripresa attività, ricordiamo almeno la trionfale tournée mondiale per festeggiare i suoi 75 anni nel 2000, alla guida della London Symphony Orchestra, e la nomina nel 2003 a compositore residente della Carnegie Hall.