XIII FESTIVAL MUSIQUE ET HISTOIRE: POUR UN DIALOGUE INTERCULTUREL
Il festival internazionale Musique et Histoire - Pour un Dialogue Interculturel, arrivato quest'anno alla sua XIII edizione, si svolge ogni anno presso l' Abbazia di Fontfroide. Situata sulle alture di Narbonne, questo monumento religioso è una cornice suggestiva che favorisce la riflessione e lo scambio culturale. Da domenica 15 a giovedì 19 luglio nei giardini terrazzati, nelle sale e nella chiesa dell'abbazia si sono susseguiti concerti, conferenze e incontri tra musicisti di diversi paesi, secondo una logica di dialogo, abbracciata e promossa dal suo ideatore e direttore artistico, il gambista e direttore d'orchestra Jordi Savall, dal 2007 ambasciatore UNESCO per la pace e il dialogo interculturale. A fianco alle formazioni che partecipano regolarmente a questo appuntamento, la Capella Reial di Catalunya, le Concert des Nations, Hesperion XXI e i solisti Arianna Savall (soprano e arpista) e Ferran Savall (tiorbista e cantante), come ogni anno sono stati presenti musicisti invitati da varie parti del mondo, secondo il programma.
Il festival è stato aperto domenica 15 luglio dalla Capella Reial di Catalunya e Hesperion XXI, che hanno eseguito l'Officium Hebdomadae Sanctae, una Messa da Requiem per l'imperatrice Maria, l'opera più famosa di Tomas Luis de Victoria, forse il più importante compositore rinascimentale spagnolo.
I concerti serali sono stati l'acme di ogni giornata, momenti di grande partecipazione per tutto il pubblico. La seconda serata ha proposto la presentazione e l'incontro col pubblico del progetto musicale europeo di Jordi Savall Orpheus XXI, un'orchestra che riunisce musicisti profughi professionisti per promuovere la loro integrazione in Europa e trasmettere la loro cultura.
Rilassante e piacevole è stata la serata dal titolo Le Temps Retrouvé, durante la quale sono stati riproposti all'uditorio molti degli affascinanti brani, frutto della ricerca di Jordi Savall nel corso degli anni, affidati in questa occasione per la parte vocale ai solisti Arianna e Ferran Savall e Petter U. Johansen. Il repertorio ha spaziato tra Oriente ed Occidente, da ballate celtiche a brani tradizionali della Catalogna e del Mediterraneo, con le tre voci che si sono alternate creando una sinergetica fusione tra i toni suadenti della tonalità sopranile di Arianna, la dolce e intensa voce di Ferran, sempre alla ricerca del canto naturale, e la potenza vocale ed espressiva di Johansen.
E' stata una conferma sempre nuova e appagante il concerto dedicato alla composizione di François Couperin Les Nation, uno splendido esempio della più raffinata e ricercata musica barocca, interpretata in maniera magistrale dal Concert des Nations diretto da Savall.
La Capella Reial di Catalunya assieme all'ensemble Hesperion XXI ha interpretato il grande viaggio storico-musicale costituito dal progetto "Guerre et Paix (1459-1558)". Questo progetto è stato il terreno di ricerca storico-musicale di Jordi Savall e dei suoi collaboratori sul Sacro Romano Impero, sorto nel X secolo sotto l'egida di Ottone I il Grande, che rilevò il progetto carolingio creando l'impero romano-germanico. Quel mosaico di popoli e principati che dall'Italia settentrionale e dalla Spagna arrivava ai confini dell'Ungheria, e che ha dato vita a grandi figure come Massimiliano I e Carlo V, è stato evocato in questo concerto nei suoi principali momenti storici e musicali. Un secolo che ha segnato lo scontro tra le due corone della cristianità, il papa e l'imperatore, l'ingresso nel Rinascimento e la ridefinizione dell'idea stessa di Europa. Le principali fonti musicali sono state le opere del vasto repertorio sacro e profano di Heinrich Isaac, compositore della corte imperiale, e del contemporaneo francese Josquin Des Prez, caratterizzate da una vocalità maestosa e profondamente mistica, ricca di pathos emotivo, che si è accordata perfettamente all'interpretazione sempre precisa dell'ensemble Hesperion XXI, come sempre diretto in maniera rigorosa e filologica da Jordi Savall. In questi giorni di crisi e riflessione sul futuro europeo, quest'ultimo appuntamento che ha chiuso il Festival è stato ricco di intensità emotiva e ha permesso di vivere la forza di quegli anni, lontani ma determinanti anche per l'Europa odierna.
I pomeriggi sono stati l'occasione per ampliare e approfondire gli orizzonti sonori con i concerti "carte blanche": dal bacino mediterraneo, con la musica cipriota, l'orizzonte si è spostato nel Medioriente con la musica siriana, una serie di brani tradizionali colti e popolari che hanno preso vita grazie alla intensa voce di Waed Bouhassoun e al flauto arabo di Moslem Rahal, sorprendente per le sue grandi capacità tecniche ed interpretative. Questo viaggio ideale si è spostato poi in Afganistan, terra di passaggio e di incontro di due culture millenarie, quella persiana e quella indiana, rappresentate egregiamente dal sarod e il santur di Daoud Sadozai e dalle tabla di Prabhu Edouard. Infine si è tornati nel cuore dei Balcani, dove i canti tradizionali e popolari bulgari interpretati dalla squillante voce di Stolmenka Nedyalkova si sono sposati con il flauto di Nedyalko Nedyalkov, che riecheggia le tradizioni ottomane, tra ballate tristi e ritmi di danza.
Anche quest'anno come già da qualche edizione, le riflessioni di pensatori e musicologi quali Waed Bouhassun, Nuccio Ordine, Philippe-Jean Catinchi e soprattutto del filosofo Edgar Morin hanno intercalato e completato la ricchezza di questo festival, unico in Europa che va oltre il puro interesse musicale.
Le Festival International Musique et Histoire - Pour un Dialogue Interculturel, cette année à sa treizième édition, se tient chaque année à l' Abbaye de Fontfroide. Situé sur les hauteurs de Narbonne, ce monument religieux est un lieu suggestif qui favorise la réflexion et l'échange culturel. Du dimanche 15 au jeudi 19 Juillet dans les jardins en terrasses, dans les couloirs et dans l'église abbatiale ont suivi des concerts, des conférences et des rencontres entre musiciens de différents pays, selon une logique de dialogue, inspiré et promu par son fondateur et directeur artistique, musicien et chef d'orchestre Jordi Savall, depuis 2007 ambassadeur de l'UNESCO pour la paix et le dialogue interculturel. A côté des équipes qui participent régulièrement à cet événement, la Capella Reial de Catalunya, le Concert des Nations, Hesperion XXI et les solistes Arianna Savall (soprano et harpiste) et Ferran Savall (théorbiste et chanteur), comme chaque année, étaient présents musiciens invités de diverses parties du monde, selon le programme.
Le festival a été ouvert le dimanche 15 juillet par la Capella Reial de Catalunya et Hesperion XXI, qui a joué l'Officium Hebdomadae Sanctae, une Messa da Requiem pour l'Impératrice Maria, l'œuvre la plus célèbre de Tomas Luis de Victoria, on pourrait oser dire le plus important compositeur de la Renaissance espagnole.
Les concerts du soir étaient l'apogée de tous les jours, des moments de grande participation pour tout le public. La deuxième soirée a proposé la présentation et la rencontre avec le public du projet musical européen de Jordi Savall Orpheus XXI, un orchestre qui rassemble des musiciens professionnels réfugiés pour promouvoir leur intégration en Europe et transmettre leur culture.
La soirée Le Temps Retrouvé a été une soirée relaxante et agréable, au cours de laquelle de nombreuses chansons fascinantes ont été présentées au public, fruit des recherches de Jordi Savall au cours des années, confiées à cette occasion à la partie vocale des solistes d'Arianna et Ferran Savall et Petter U. Johansen. Le répertoire s'étend de l'Est à l'Ouest, des ballades celtiques aux chants traditionnels de la Catalogne et de la Méditerranée, alternant les trois voix créant une fusion synergétique entre les tons apaisants de la voix de soprano d'Arianna, la voix douce et intense de Ferran, toujours à la recherche du chant naturel, et du pouvoir expressif et vocal de Johansen.
Le concert dédié à la composition de François Couperin Les Nation, splendide exemple de la musique baroque la plus raffinée et la plus élaboré, interprété de manière magistrale par le Concert des Nations dirigé par Savall, a toujours été une confirmation nouvelle et satisfaisante.
La Capella Reial de Catalunya avec l'ensemble Hesperion XXI a joué le grand voyage musical historique fait par le projet "Paix et Guerre (1459-1558)". Ce projet a concerné la recherche historique et musicale de Jordi Savall et ses collaborateurs sur le Saint-Empire romain, construit au Xe siècle sous l'égide d'Otton Ier le Grand, qui a repris le projet carolingien en créant l'Empire romain-germanique. Cette mosaïque de peuples et principautés qui du nord de l'Italie et de l'Espagne atteint les frontières de la Hongrie, et a donné naissance à de grandes figures telles que Maximilien Ier et Charles Quint, a été évoqué dans ce concert dans ses principaux moments historiques et musicaux. Un siècle qui a marqué l'affrontement entre les deux couronnes de la chrétienté, le pape et l'empereur, l'entrée de la Renaissance et la redéfinition de l'idée même de l'Europe. Les principales sources musicales ont été les œuvres du vaste répertoire sacré et profane de Heinrich Isaac, compositeur de la cour impériale, et du contemporain français Josquin Des Prez, vocalité majestueuse et profondément mystique, riche en pathos émotionnel, qui correspond parfaitement à l'interprétation toujours précise de l'ensemble Hesperion XXI, toujours dirigé de manière rigoureuse et philologique par Jordi Savall. Dans ces jours de crise et de réflexion sur l'avenir de l'Europe, ce dernier événement qui a fermé le festival était plein d'intensité émotionnelle et a permis de vivre la force de ces années, lointaine mais aussi décisive pour l'Europe aujourd'hui.
Les après-midi ont été l'occasion d'élargir et d'approfondir les horizons sonores avec les concerts «carte blanche»: du bassin méditerranéen, avec la musique chypriote, l'horizon s'est déplacé vers le Moyen-Orient avec la musique syrienne, une série de chansons traditionnelles lues et populaires qui ont été réalisées par la voix intense de Waed Bouhassoun et à la flûte arabe de Moslem Rahal, surprenant pour ses grandes compétences techniques et interprétatives. Ce voyage idéal s'installe ensuite en Afghanistan, terre de passage et rencontre de deux cultures millénaires, le perse et l'indien, très bien représentés par le sarod et le santur de Daoud Sadozai et le tabla de Prabhu Edouard. Enfin, nous sommes retournés au cœur des Balkans, où les chants folkloriques traditionnels bulgares interprétés par la voix puissant et lumineux de Stolmenka Nedyalkova se sont mariés à la flûte de Nedyalko Nedyalkov, qui fait écho aux traditions ottomanes, entre ballades tristes et rythmes dansants.
Même cette année, comme certaines années, les réflexions de penseurs et de musicologues comme Waed Bouhassun, Nuccio Ordine, Philippe-Jean Catinchi et surtout le philosophe Edgar Morin ont intercalé et complété la richesse de ce festival unique en Europe, qui va au-delà de l'intérêt musical pur.
Giulia Clai
Festival Musique et Histoire
XIIIème Festival
Musique & Histoire
pour un Dialogue Interculturel
IDENTITÉS DU SYMBOLISME A L'HUMAIN
DU 15 AU 19 JUILLET 2018
Jordi Savall – Hesperion XXI – Le Concert des Nations – La Capella Reial de Catalunya
Musiciens invités d'Afghanistan, Bangladesh, Bulgarie, Chypre
Grèce, Inde, Maroc, Syrie, Turquie