musiche di V. Ruffo, E. de’Cavalieri, G. Frescobaldi, T. Hume G.G. Kapsberger, B. de Selma e Salaverde
HESPÈRION XXI
Jordi Savall*, viola da gamba soprano e basso e direzione
Xavier Díaz-Latorre, chitarra e tiorba
Andrew Lawrence-King, arpa doppia
Philipe Pierlot, viole da gamba soprano e basso
Xavier Puertas, violone
David Mayoral, percussione
Auditorium Arvedi – Museo del Violino 29 giugno 2022
*Il M° Jordi Savall suona una viola da gamba soprano di Anonimo italiano (c.a1500) e una viola da gamba basso di Pelegrino Zanetti, Venezia 1553
Un altro ritorno al Monteverdi Festival è quello di Jordi Savall con Hespèrion XXI, ensemble fondato nel 1974 con lo scopo di recuperare e diffondere il patrimonio musicale dell’Europa del Mediterraneo dall’antichità al XVIII secolo. Il concerto, proposto dal M° Savall, è stata una tappa del suo infinito viaggio senza confini verso meraviglie musicali lasciate nell’oscurità o nell’indifferenza, alla scoperta di un repertorio prezioso e coinvolgente. Il maestro spagnolo è una figura eccezionale nel panorama musicale attuale. Dagli inizi degli anni Settanta si è dedicato alla scoperta di tesori musicali abbandonati: con anni di ricerca e studio, sia come violista sia come direttore. Con il gruppo Hesperion XXI, esplora il mondo della musica antica di area mediterranea messe a confronto con analoghe esperienze del resto dell'Europa diffondendo il repertorio per viola da gamba e tradizioni dimenticate. Con queste premesse è facile capire come il concerto al Auditorium Arvedi al Museo del violino di Cremona, nell'ambito del Monteverdi Festival (17-26 giugno 2022) abbia fatto registrare un tutto esaurito con un pubblico composto per la massima parte da giovani. Il programma si presentava come un percorso geografico, ma ben cronologicamente delineato, tra gli ultimi anni del '500 e il primo ventennio del successivo, indirizzato alla ricerca della trattatistica strumentale di musica d'assieme in ambito di musica profana; a valorizzare il virtuosismo esecutivo e tecnico degli strumenti grazie ad un complesso di musici, estremamente specializzati in tale tipo di programma, consolidati da anni di sodalizio e pratica d'assieme. Esperienze di ascolto che collegano compositori ben noti agli esperti come Emilio dè Cavalieri (1550-1602), con la Sinfonia da Rappresentazione di Anima e Corpo e gli Intermezzi da La Pellegrina con il Ballo del Granduca, assieme geografie musicali poco esplorate con compositori più defilati come Vincenzo Ruffo (1508-1587) che diventò maestro del Duomo di Milano sotto Carlo Borromeo, iniziatore del comporre nello stile Tridentino di cui Borromeo era un grande sostenitore, ma attivi anche in aree defilate come Pistoia o Sacile autori ci capricci profani dal tono popolare. Non sono mancate le escursioni oltralpe in quella che fu la corte culturalmente più strutturata, quella inglese dei Tudor, debitrice della tradizione strumentale italiana, da dove proviene Tobias Hume (1579 – 1645), musicista certamente meno famoso dei suoi colleghi liutisti di corte, militare di professione che, come compositore e violista autodidatta, riuscì a imporre in Inghilterra il primato della viola rispetto al liuto: i suoi Musicall Humors, che riecheggiano le marce di battaglia e dei reggimenti militari, presentano effetti nuovi, come il pizzicato con la mano sinistra o i colpi d’arco “col legno ”, volti a esplorare tutte le possibilità tecniche dello strumento. Con accanto l'Anonimo compositore della ballata Greensleeves to a Ground, come di raro ascolto il compositore tedesco Samuel Scheindt (1583-1654) che in una Germania devastata dai conflitti di religione cercò una via nazionale alla musica sacra sottraendola ai modelli curiali romani. Con Savall si scoprono le canzoni di Frescobaldi (1583-1643) dai titoli quanto mai di ambito popolari (Canzone detta la Diodata e quella della Bianchina) o il veneziano Giovanni Girolamo Kapsberger (1580-1651) la cui fama è legata alle intavolature di chitarrone e di liuto. La conclusione di questo viaggio nella musica profana di inizio Barocco ci riporta in Spagna con le canzoni del frate De selma e Salaverde, operativo anche alla corte di Innsbruck, pubblicate a Venezia che con Susanna passeggiatta per basso solo e basso continuo che rievoca quella che sarà la sonorità caratteristica degli strumenti a corde di tradizione ispanica. Entusiasmo del pubblico che ha accolto il termine dell'esibizione del gruppo di Savall con una standing ovation, ricompensata da bis, per un programma a progetto su ciò che era l'ambito sonoro delle geografie musicali attorno a Claudio Monteverdi.
Federica Fanizza