KOLLAPS (COLLASSO)
di Philipp Löhle
traduzione Clelia Notarbartolo
con (in ordine alfabetico) Roberta Calia, Yuri D'Agostino, Barbara Mazzi, Raffaele Musella, Angelo Maria Tronca
e Gianmaria Ferrario al contrabbasso, pedaliera, distorsioni e effetti sonori
regia Marco Lorenzi
assistente alla regia Emily Tartamelli - dramaturg Thea Dellavalle
musiche composte ed eseguite dal vivo da Gianmaria Ferrario
visual concept e video Eleonora Diana
sound designer Giorgio Tedesco
luci Link-Boy (Eleonora Diana & Giorgio Tedesco)
uno spettacolo de Il Mulino di Amleto
una produzione TPE - Teatro Piemonte Europa, Teatro Stabile di Torino-Teatro Nazionale
Un ringraziamento al Festival di Nuova Drammaturgia "Il mondo è ben fatto" a cura di Fertili Terreni Teatro
Debutto nazionale 28 luglio 2020 Teatro Carignano Torino per la rassegna “Summer Plays”
Non c’è un’ombra di retorica in questo mondo al collasso, sul baratro dell’estinzione, con internet, acqua ed elettricità che spariscono e con gli uomini convinti di essere prossimi alla fine di tutto. Kollaps è un dramma di un bravo autore tedesco contemporaneo, Philipp Löhle, quarantenne, che ha immaginato una situazione un tempo distopica adesso piuttosto verosimile. Guasti globali a catena innescano reazioni plumbee in svariati contesti che la regia di Marco Lorenzi materializza anche attraverso l’uso sapiente della tecnologia. La fine però non c’è. E a raccontare il creduto tracollo una coppia di impiegati già incrinata, con figli piccoli. L’occhio dell’autore cinematograficamente si sposta a inquadrare altri ambienti. C’è il dirigente aspirante suicida, che però è costretto a selezionare il personale ed incontra una ragazza spigliata, intraprendente e spudoratamente menzognera. E poi c’è lo sfortunato rapinatore, a cui mancano alcuni giovedì. Il frullatore di vite varie tritura piccinerie a go-go. Nessuno si riscatta. Ma tanto non cambierà niente. Forse? L’autore, d’accordo con il regista, ha tagliato il finale originale lasciandolo sospeso, ma l’effetto di inquietudine, con un padre emotivamente provato che si domanda cosa davvero avrebbe potuto fare dei propri figli perché non soffrissero, suggella una pièce che artiglia l’attenzione. Da sottolineare ancora la scelta, sempre condivisa tra drammaturgo e regista, di dare il nome degli attori ai personaggi, per sentire il testo più vicino ed autentico. Inoltre, tutto avviene in diretta, le interviste video, l’ombra di una corsa disperata, le riprese fittizie che richiamano quelle dei telegiornali, tutto accade qui e ora. Una fatica premiata dagli intensi applausi per il valente cast composto da Roberta Calia, Yuri D’Agostino, Barbara Mazzi, Raffaele Musella, Angelo Maria Tronca, dal musicista Gianmaria Ferrario, dalla visual concept Eleonora Diana. Un ritratto cupo del nostro tempo che merita una lunga tournée.
Maura Sesia