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CHIGIANA INTERNATIONAL FESTIVAL AND SUMMER ACADEMY 2020, "La serva padrona" di Giovanni Battista Pergolesi. -di Marco Ranaldi

Carmine Giordano nel ruolo di Uberto Carmine Giordano nel ruolo di Uberto

6 agosto
Piazza Jacopo della Quercia
CHIGIANAOPERALAB
Giovanni Battista Pergolesi
La serva padrona
Opera buffa in due atti
Libretto: Gennaro Antonio Federico
Allievi del corso di Canto
William Matteuzzi docente
Allievi del corso di Direzione d’Orchestra
Daniele Gatti docente e coordinatore
Luciano Acocella docente associato
Angelo Michele Errico clavicembalo
ORCHESTRA GIOVANILE ITALIANA
PERSONAGGI E INTERPRETI
Serpina Fiorenza Mercatali soprano
Uberto Gianandrea Navacchia basso
Vespone Paolo Mascari personaggio muto
Bernat Gerard Quetglas Torello direttore (Spagna)
INTERMEZZO
Wolfgang Amadeus Mozart
Divertimento per archi n. 2 in si bem. magg. K 137
Andante Allegro di molto Allegro assai
Divertimento per archi n. 3 in fa magg. K 138
Allegro Andante Presto
Marco Crispo direttore (Italia)

Francis Scott Fiztgerald quando scrive Il Grande Gatsby sa che sta componendo il punto di passaggio e di non ritorno ad una idea di forza amorosa che è tutta nella figura del protagonista. Gatsby ama e forse è riamato, certamente è colui che crede che tutto si può. Così la letteratura con il suo autore è divenuta nuova. E’ nella testa dell’autore il progresso ed il cambiamento. Il periodo del barocco elegge ad una possibile forma di estrinseco cambiamento ciò che porterà alle porte del ‘700 il futuro del teatro lirico. Pergolesi Giovan Battista quando ha la richiesta di cambiare il percorso del tempo non perde tempo. Egli non sceglie Gatsby ma sceglie Serpina ispirando questo personaggio ad uno stereotipo che dall’antico era ai suoi tempi utilissimo per rendere credibile ciò che succedeva nei palazzi napoletani. La Serva Padrona è un mix fra quello che sarà e quello che era stato. Nessuno si sarebbe aspettato di ritrovare Gatsby nel ‘700 eppure la genialità di entrambi gli autori fu proprio in quel portare in ambiti comuni figure che erano fuori dal tempo. Pertanto Serpina è lei che irrompe sulla scena di una presunta Napoli, non quella degli scurnusi ma quella che richiama il caffè di Goldoni. E’ amore sempre. Gatsby è amore, Serpina è amore. Tutto intorno serve ma non è necessario. Pertanto Pergolesi è colui che riesce a creare l’opera dove il personaggio femminile potrebbe portare avanti la scena per tutta la durata. La durata di quello che viene definito un intermezzo, ovvero la conquista della borghesia della Napoli musicale su una forma di teatro troppo classico per essere ancora divertente. Quindi si rompe il tempo lirico dei grandi personaggi classici e irrompe nella storia quello che è il Personaggio. E’ una complessa macchina quella che ispira Pergolesi che con un non tanto tipico libretto scritto da Federico, uno dei tantissimi librettisti che si aggiravano nei teatri napoletani, riesce a cambiare le regole a creare qualche cosa che non c’era. Senza interrompere quell’intermezzo come poi si è fatto in tempi moderni in due parti. Nasceva invece come unico tempo naturalmente perché doveva divertire il pubblico che sapeva di dover stare ancora a teatro per seguire il secondo tempo dell’ennesima tragedia (questa non è invenzione del redattore della cronaca ma è quanto ben riportato su una delle copie manoscritte custodite al San Pietro a Majella dove è chiaramente enunciato come “Intermezzo del Pergolese” ed erano tutti in unica soluzione). William Matteuzzi è stato chiaro proprio nel delimitare questo spazio scenico, nell’estrapolare dal dramma la commedia degli inganni ed è riuscito benissimo a preparare le due mirabili voci di Fiorenza Mercatali e di Gianandrea Navacchi (anche di Paolo Mascari mimo poco mimo) perfetti interpreti di un gioco che dopo tanto tempo ancora appassiona e diverte. D’altronde cosa fa Matteuzzi? Quello che fa Fitzgerald ovvero rende credibile l’incredibile che solo la finzione del teatro o della letteratura può fare. Quindi tutto scorre e la storia d’amore come sempre trionferà gabbando lo stesso amore in un tempo, quello di Pergolesi in cui questo sentimento sembrava essere impossibile da espletare se non nella burla del raggiro o dell’inganno. Molto bravo il giovane direttore spagnolo Bernat Gerard Quetglas Torello preparato da Gatti. Di suo Torello ha già il gesto e l’intelligenza del saper dirigere entrando con estrema leggerezza e divertimento nei tempi e nello spirito di Pergolesi. I giovani fiesolani dell’Orchestra Giovanile Italiana sono capaci di portare avanti il gioco accettando di gran grado lo spirito del loro direttore.Alla fine di questa cronaca ci diverte concludere pensando che il dio Mozart, intervallato nel mezzo dell’intervallo, si sarebbe molto divertito all’idea di essere nel mezzo di un intermezzo operistico, lui che dell’opera buffa ha cercato di trarne qualche cosa che s’avvicinava e non poco all’idea della scuola napoletana. Gatsby d’altronde nelle sue tantissime feste intermezzava il tutto non con one step o con fox trot ma con le musiche di George Gershwin che come si sa era considerato dai profani il re del jazz. Altri tempi.

Marco Ranaldi

Ultima modifica il Martedì, 18 Agosto 2020 19:08

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