LOVE POEMS - DUE D’EDEN/JULIET JULIET JULIET/BRUTAL LOVE POEMS
Con i danzatori di MM Contemporary Dance Company
Coreografie di Maguy Marin, Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi, Thomas Noone
con Fabiana Lonardo, Lorenzo Fiorito (Love Poems) - Emiliana Campo, Lorenzo Fiorito,
Matilde Gherardi, Annalisa Perricone, Giuseppe Villarosa (Juliet Juliet Juliet) - Dylan Di Nola,
Lorenzo Fiorito, Matilde Gherardi, Annalisa Perricone (Brutal Love Poems)
Love Poems
coreografie e colonna sonora, Maguy Marin
coreografia rimontata, Cathy Polo e Ennio Sammarco
costumi, Montserrat Casanova - luci, Pierre Colomer
Juliet Juliet Juliet, coreografia, Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi
musica, Sergio Salomone
Brutal Love Poems
coreografia e luci,Thomas Noone – musica, Jim Pinchen – costumi, Enrico Morelli
Produzione MM Contemporary Dance Company
Coproduzione Duo D’Eden: Fondazione I Teatri – Reggio Emilia
Con il sostegno di Centro Servizi Culturali S. Chiara - Trento Circuito Danza del Trentino Alto Adige/Südtirol,
Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Regione Emilia-Romagna - Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto
ASD Progetto Danza - Reggio Emilia
Rassegna Operaestate Festival Veneto
Bassano del Grappa (Vicenza), teatro al Castello “T. Gobbi”, 29 luglio 2021
Un trittico coreografico ispirato all’amore nelle sue più diverse forme, questa produzione della compagnia MM Contemporary Dance Company, di Michele Merola, affermato coreografo che dirige una compagnia di danza sempre più completa e estasiante, in ogni produzione ( e sono tante) realizzate. Il trittico, appunto, d’amore di “Love Poems” , spettacolo presentato nella rassegna Operaestate, porta lo spettatore dentro al sentimento che più ci appartiene, e si cerca, si vive.Tre diverse forme, tre coreografie, ed emozioni che affiorano di continuo grazie ai danzatori, un sestetto di prim’ordine molto apprezzato al termine della rappresentazione dal pubblico, che gli tributa lunghi e caldi applausi. Nella prima coreografia, “Duo d’Eden”, di Maguy Marin, rimontata da Cathy Polo ed Ennio Sammarco, c’è l’amore innocente, quello che la passione porta all’estremo in un continuo caleidoscopio di evoluzioni che i due corpi intrecciati di continuo fanno, abbandonandosi e riproponendosi, un vero turbinio emotivo per rimanere vivi, abbarbicandosi l’uno all’altro. Nudi di fronte al mondo, simboli leggeri del sentimento vissuto e del loro amore intenso, carnale e totale, con la pelle del corpo che coi movimenti si trasforma e diventa gomma che prende sembianze, aspetti nuovi. Corpi che diventano uno solo, in una fusione perfetta alla ricerca totale dell’assoluto. In questo panorama forse stride un po’ la comunque affascinante colonna sonora fatta di gorgoglio d’acqua, scrosci, temporali, e molto bravi sono i protagonisti, Fabiana Lonardo e Lorenzo Fiorito, a regalare sensazioni di un rapporto che nasce fresco e si esalta, a discapito anche di un flash di un poco attento (per usare un eufemismo) spettatore. La seconda parte, “Juliet Juliet Juliet” è un andirivieni ossessivo dei quattro in scena, un entrare da un lato e un uscire dall’altro, per ritornare in un percorso dove l’amore stavolta si replica, ispirato ai due giovani amanti veronesi Romeo e Giulietta. La coreografia del duo Panzetti-Ticconi mostra una dolente rappresentazione, non l’unirsi anima e corpo ma diventando méta dell’essere narciso, che prevale e annienta il rapporto a due. Ognuno insegue l’altro, lo cerca e i battiti, le pulsazioni sono infinite, sofferte, mentre tutto culmina nello sprofondamento umano di Giulietta, caparbia ma sconfitta. Sentita, e coerente, decisa, di rara bellezza l’interpretazione di Matilde Gherardi, non sono da meno i suoi compagni, ancora Fiorito, e Nicola Stasi, Annalisa Perricone e Giuseppe Villarosa. Terzo capitolo amoroso, “Brutal Love Poems” (coreografo Thomas Noone) parte da una frase simbolicamente spietata, “Ti amo così tanto da star male. Spero che anche tu soffra quanto me”, punto d’inizio di rapporti disturbati, quanto meno di qualche loro situazione, dove il sopravvento e la violenza di uno dei due prevarica l’altro e si manifesta in momenti poco edificanti e spesso non attesi. Anche qui i quattro danzatori (Fiorito, Gherardi, Perricone e Dylan Di Nola) si mostrano impeccabili, eccellenti, in un contesto difficile, in un’opera che è dichiaratamente astratta e non ritagliata su alcun personaggio, ma che disegna sugli stessi presenti sul palco, come uno specchio in cui riflettersi, la caratteristica dell’irto animo, dell’irrazionale e del suo essere così spregevole nella perdita del raziocinio. I danzatori volteggiano a ritmi notevoli, è un “West Side Story” ispirato che si immette metaforicamente anche nei quartieri violenti di New York e nelle menti abbandonate, disilluse di chi non sa reagire con, appunto, amore puro. Decisamente dunque un’ottima serata, con una prode compagnia di guerrieri di danza, abbondantemente riconosciuta e premiata come già detto da molti applausi quasi a non finire. Che fanno solo il bene del teatro in tutte le sue forme.
Francesco Bettin