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XXIV° Edizione del FESTIVAL IN UNA NOTTE D'ESTATE, GENOVA - "VITA NEI BOSCHI", di e con Pino Petruzzelli. -di Gabriele Benelli

"VITA NEI BOSCHI", di e con Pino Petruzzelli. "VITA NEI BOSCHI", di e con Pino Petruzzelli.

VITA NEI BOSCHI
di e con: Pino Petruzzelli
Liberamente ispirato al romanzo: Walden ovvero vita nei boschi di Henry Thoreau
Produzione: Teatro Ipotesi
Genova, Piazza di San Matteo, 30 luglio 2021

Pino Petruzzelli, artista prolifico e molto apprezzato dal pubblico, dimostra di saper cogliere una delle importanti essenze del teatro. Impegnato da molto tempo in una ricerca originale che include antropologia, ecologia e consapevolezza dell’umanità in rapporto alla natura, ha portato in scena per la XXIV edizione del Festival in una notte d’estate di Lunaria Teatro lo spettacolo dal titolo Vita nei boschi. Pino Petruzzelli, regista, attore e autore capace di una scrittura molto intensa, dimostra grandi capacità di affrontare argomenti similari ma arricchendo il suo farsi regista e attore di prospettive sempre nuove. Questo fa risaltare Vita nei boschi come un nuovo esempio di intensità attoriale. La scenografia dello spettacolo, totalmente scarna, fa intuire il tipo di azione scenica che l’attore paleserà di fronte al pubblico. Infatti Pino Petruzzelli racconta ed evoca, facendo sì che l’ambiente nel quale i personaggi si muovono vengano a crearsi nell’immaginario del pubblico. Presentando lo spettacolo Daniela Ardini, lei stessa regista di grande livello e anima pulsante e positiva di Lunaria Teatro, presenta Pino Petruzzelli come artista che vive e si cala nell’oggetto della ricerca che va a svolgere e che fiorisce in scena. L’artista in scena così sa quali immagini evocare, quali suggerire perché ha negli occhi e nei muscoli i punti del suo racconto. Quello di Vita nei boschi ricorda così, anche se in maniera sapientemente accennata, lo svolgersi del cunto popolare. Petruzzelli apre il racconto con la decisione che il personaggio Pino - quasi uno sdoppiamento dello stesso attore in scena – prende di fronte ad un caffè mentre accompagna l’amico romano Biga alla stazione ferroviaria. In questo modo il pubblico si trova in maniera immediata all’interno di un racconto che è nello stesso momento frenetico e misurato. L’attore si mostra subito ora come un filosofo della natura e ora come parte attiva di un processo naturale, ma mai come un estremista della natura. Piuttosto si presenta come un osservatore che vive la natura senza disconoscere alcuni aspetti utili e non invasivi della tecnologia. L’uomo soffre di ignoranza di sé stesso e il contatto e il rispetto della natura sono in grado di lenire questa sofferenza. È quindi una visione filosofica e realmente politica specialmente nella riflessione sulla sofferenza degli ultimi, anche questo tema caro a Pino Petruzzelli. Così come accade per ciò che è visto dal pubblico, ovvero solamente l’attore in abiti quotidiani, anche le voci e i suoni della natura sono evocati quali tesori non replicabili da nessun impianto sonoro. Seguiamo le scelte, le vicende e gli incontri di Pino così come l’attore ce li presenta dando ad ognuno una inflessione dialettale, espressioni e gesti che li fanno subito riconoscere. Questi particolari, uniti alla grande capacità di usare lo sguardo per disegnare per sé e per il pubblico la vastità della natura che incontra, fanno riconoscere la grandezza di un artista quale è Pino Petruzzelli. Il protagonista del racconto costruisce la sua casa e riscopre così sé stesso, fondendo alla fatica l’arte e la poesia, diventando un poeta che riflette e fa riflettere sull’esistenza dell’uomo. Il personaggio pare sdoppiarsi in questa nuova esistenza e nel rammarico di avere interrotto così bruscamente il dialogo con la sua parte cittadina. Intanto vive l’istante e produce il pane. Con questo, emblema del cibo sacro, compie la sua comunione con la natura. Il pane e l’acqua del ruscello diventano corpo e linfa vitale della natura. Amore, arte, poesia e natura così si elevano e fondono nel racconto di Vita nei boschi. La natura è maestra per l’uomo, mostrando la pazienza e la resilienza di fronte ai problemi che incontra, ma si dimostra anche una madre amorevole che accoglie, rigenera e libera. Fa questo agendo per sottrazione delle maschere e delle strutture che l’umano è abituato a porre tra di sé e il mondo attorno. Vita nei boschi, vero banco di prova di consapevolezza comune per l’artista e il pubblico, non può che lasciare una traccia di emozione e piacere.

Gabriele Benelli

Ultima modifica il Domenica, 01 Agosto 2021 18:01

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