Le lettere a Theo
diretto interpretato adattato liberamente da Blas Roca Rey
accompagnato ai flauti dal maestro Luciano Tristaino
in scena nel Cortile Calapaj – D’Alcontres il 30 e il 31 agosto 2021
all’interno del Cortile Teatro Festival di Messina
Produzione: Nutrimenti Terrestri- Messina
Sulla piccola scena del Cortile Calapaj-D’Alcontres con una sola sedia, un leggio e uno schermo sul fondo, Blas Roca Rey si cala nei panni di Vincent Van Gogh interpretando Le lettere a Theo che lui e il fratello di 4 anni più piccolo di professione mercante d’arte, si scambiarono tra il 1872 e il 1890: se ne contano più di seicento da Vincent a Theo e quaranta da Theo a Vincent. Le lettere, spesso riguardanti l’arte singolare di Vincent vengono inframmezzate dagli interventi musicali di Luciano Tristaino alle prese con quattro flauti di diverse tonalità sfoderando note che tagliano le carni come quelle di Piazzolla che ben s’innestano con il tono delle missive. Sono lettere che Blas Roca Rey drammatizza opportunamente, enfatizzando quelle parti in cui chiede al fratello aiuti economici che si concretizzano nei 50 franchi che riceve di volta in volta, non sufficienti a frenare la sua fame e pagare quel poco per sopravvivere. Ne viene fuori un ritratto di uomo che vive ai limiti della sopravvivenza e che si esalta solo quando parla dei suoi gialli rossi e blu che mischiati assieme ad altri colori ottiene ben settanta variazioni o quando descrive al fratello la scena dei mangiatori di patate (visibili su quello schermo), in realtà semplici contadini attorno ad una tavola che si sono guadagnato onestamente ciò che mangiano. Van Gogh capisce che con le sue stranezze non potrà mai far parte d’un tessuto sociale che eccelle per rozzezza. Il suo star da solo, il suo complicato rapporto con Gauguin in Provenza nella famosa casa gialla, il suo taglio dell’orecchio. i suoi paesaggi dai colori animaleschi disturbano i piccoli borghesi, hanno paura di lui al punto che gli abitanti di Arles vogliono che lui se ne vada in manicomio, dove certamente ci andrà perché sarà lui a deciderlo ed essere accolto con riguardo dallo staff dell’ospedale psichiatrico di Saint-Remy-de-Provence. Qui dipingerà la notte stellata, affigurante un paesaggio notturno poco prima del sorgere del sole, anche quest’opera visibile sullo schermo, evitando opportunamente Roca Rey di proiettarne altre per non cadere nel didascalismo. «Non posso cambiare il fatto che i miei quadri non vendano – si lamentava con Theo - Ma verrà il giorno in cui la gente riconoscerà che valgono più del valore dei colori usati nel quadro». Per tutta la vita Vincent non è riuscito a vendere quasi niente, contribuendo questo non solo alla sua profonda frustrazione ma anche a seri e continui problemi economici. Da qui il riferimento in ogni lettera perché il fratello lo sostenga economicamente e perché gli possa far fare una grande mostra a Parigi per essere riconosciuto dalla critica che conta. Vincent parla degli scrittori che ama come Zola e gli artisti naturalisti, Balzac, Hugo, Maupassant, Dickens: parla pure dei pittori antichi e contemporanei che ammira come Rembrant, Millet, Rubens: parla anche dell’amarezza dei rifiuti subiti dalle donne amate, Ursula Loyer e la cugina Kee, il rapporto contrastato con Sien. Qualcosa avrà pure significato il fatto che Vincent Willem van Gogh viene al mondo il 30 marzo 1853, esattamente lo stesso giorno e mese in cui il fratellino l’anno precedente, chiamato come lui, era nato morto. Anche perché la vita di Van Gogh, morto a soli 37 anni, ha dei risvolti raccapriccianti che rasentano il mal di vivere e culminano in un suicidio strampalato con un colpo di pistola. Una vita la sua dopo un’infanzia se non felice almeno passabile, che lo vedono protagonista a L’Aia, Parigi, Anversa e infine ad Arles in Provenza, quale autore di dipinti memorabili, se ne contano almeno novecento, per non dire del mille disegni e dei numerosi schizzi incompleti e i tanti appunti destinati probabilmente all'imitazione di disegni artistici di provenienza giapponese. Certamente un artista geniale quanto incompreso se non addirittura disprezzato in vita, Van Gogh influenzò l'arte del XX secolo, dopo aver trascorso diversi anni soffrendo di frequenti disturbi mentali. Uno spettacolo molto applaudito questo di Blas Roca Rey, un concerto quasi per voce e flauti.
Gigi Giacobbe