Negli spazi del Teatro Elfo Puccino_DanceHaus, al via la XXVI edizione del Festival Milanoltre 2012, quest'anno caratterizzato da nuove prospettive offerte al pubblico: spettacoli, incontri e workshop accompagneranno i tre periodi di programmazione (3-7 ottobre; 17-18 novembre; 26novembre-2 dicembre). Ad aprire il programma una delle compagnie italiane che sta riscuotendo un crescente successo estero, si tratta della Spellbound Contemporary Ballet. Tre gli spettacoli proposti dalla compagnia di Mauro Astolfi, tra giovedì 4 e sabato 6 ottobre che traducono l'energia, la forza e il virtuosismo di nove bravi danzatori: Relazioni [Pericolose], Carmina Burana e Downshifting, accompagnato da Lost For Words. In quest'ultimo doppio programma il pubblico ha avuto la possibilità di leggere chiaramente i caratteri propri della poetica astolfiana. La prima è una coreografia del 2009, ricreata appositamente per MilanOltre, dove il coreografo – si poteva leggere nelle note di sala- ritorna ad un movimento puro e ad un linguaggio essenziale per ritrovare l'origine della forza della compagnia. Sono i downshifters «coloro che cambiano direzione – è quanto si legge – per ri-scorpire le proprie passioni e rinnovare la qualità della propria vita». Ciò che colpisce maggiormente lo spettatore, più della sfuggente e, a volte, impercettibile linea lirico-narrativa (quasi un'ombra all'alba), è la forza del gruppo: il coreografo pone al centro della dinamica dello sguardo il corpo e la sua bellezza, per un movimento energico e rigorosamente studiato, anche sovente ripetitivo e 'diversamente emozionale'. In Lost for words – l'invasione delle parole vuote, una delle ultime creazioni di Astolfi (debutto assoluto a Civitanova Danza- Amat 2012)- su musica Loscill, HIF Biber – l'artista esplora le reazioni del corpo alla costante invasione delle parole. L'idea della lotta tra linguaggio corporale e verbale – punto di partenza del pensiero filosofico-poetico che ruotava, all'inizio del secolo XX, intorno alla 'nuova danza' delle tre pioniere Duncan, Füller e St. Denis (a tal proposito il filosofo Walter Friederich Otto ci ricorda che la «danza è una forma originaria dell'esserci umano») – appare una sorta di corollario rispetto all'affannosa ricerca della bellezza dei corpi chiaroscuri, per un movimento fluido che, però, resta in costante 'potenza' fisica, dunque terrena.
Per "Vetrina Italia", spazio del festival dedicato alle realtà più interessanti del panorama italiano, sono andati in scena la Compagnia Simona Bucci, con il suo acclamato lavoro I rimasti (premio internazionale Coreografo d'Europa 2005 e per "Danza & Danza" per la migliore produzione italiana); la Compagnia MK con Quattro danze coloniali viste da vicino, dove il coreografo Michele Di Stefano prova a sperimentare, si legge nel programma, «una forma-tragitto di rappresentazione, permeabile al cambiamento costante, in una dimensione coreografica pura». Infine la Compagnia Michele Merola con Narciso, musiche di Satie, Vex'd, Arnalds, O'Halloran : un lavoro che, ispirandosi al mito greco, affida la poetica narrante al potente linguaggio del classico che, direbbe Settis, «rinasce reinventandosi e vestendo, ogni volta, una nuova e originale forma».
«La morte di Narciso, intesa come morte della sua condizione umana, tanto che poi egli si trova poi trasformato in fiore – spiega Merola –, trova un riflesso immediato nella condizione di molti di noi, nel nostro tempo presente, nella nostra impossibilità di guardare negli occhi dell'altro». Lontano quindi da una sostanza etica del racconto, il coreografo riempie il palcoscenico di scatole di cartone (con la scritta 'fragile') che servono per costruire-distruggere-rinnovare lo spazio danzante. Quattro danzatori e una danzatrice per un movimento potente e maschile, dai tratti spigolosi, direi geometrici, per un alternanza tra momenti di lenta sospensione e altri di gruppo fortemente dinamici, nei quali il segno del movimento coreografico appare con maggiore evidenza scenica. Le proiezioni dinamiche sui corpi immobili consentono una successiva metamorfosi stilistica e immaginifica, mentre i simboli che abitano la scena (forse eccesivi) dovrebbero consentire allo spettatore di accedere al piano immaginativo, offrendo il riflesso di una "liquida società". Se è vero – come sostiene Bauman – che la nostra società è sempre più nella morsa dei desideri «facili a nascere e rapidi ad estinguersi», è anche vero che essa ha disperatamente bisogno di creatività (quella capace di sconvolgere i sensi, smuovere i pensieri, urlare a gran voce, costruire e innovare! Soprattutto innavare che significa aprire alla molteplicità come la proponeva Calvino), non solo come valore, ma soprattutto come strumento di progresso umano e sociale. Questo è ciò che la danza contemporanea italiana e l'arte in generale, non deve mai dimenticare.
Il programma completo del Festival MilanOltre 2012 è disponibile su http://www.milanoltre.org
Festival MilanOltre 2012 - XXVI edizione di Roberta Bignardi
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