ParmaDanza 2017
Con i Solisti del Balletto del Teatro Bolshoi di Mosca e del Teatro Mikhailovsky di San Pietroburgo.
Prima nazionale
PARMA, Teatro Regio, 8 e 9 aprile 2017
An evening with Ivan Vasiliev in dialogo fra "mutamento di carattere" e grande tradizione
La nuova edizione di ParmaDanza - l'annuale appuntamento che il Teatro Regio di Parma dedica all'arte di Tersicore - enumera, nella sua multiforme struttura, la prima nazionale dello spettacolo An evening with Ivan Vasiliev. Un Gala di danza che affianca all'acclamato Principal del Mikhailovsky Theatre di San Pietroburgo alcuni solisti della medesima troupe nonché del Balletto del Bolshoi di Mosca.
Un'occasione di pregio, questa, che ha consentito di scoprire la stella mondiale della danza anche nella veste di coreografo: l'apertura della serata era affidata, infatti, alla sua creazione Love is everywhere. Un breve momento coreografico che rievoca le dinamiche relazionali di un ospedale psichiatrico, coreuticamente palesato su musica di Igor' Stravinskij, e che ha il pregio di mostrare con evidenza quella consapevole articolazione didascalica adattata coreograficamente alla musica. Intelaiatura che non ambisce a mostrare precipui stili coreografici ma che ha il merito di porre mente ad una tematica di sicuro interesse e che non può eludere i territori dell'arte. Se è vero che la danza dispiega, talvolta con trasparenza, un ricco pensiero sull'umano allora non è forse arduo riconsiderare l'incisiva riflessione di Ludwig Wittgenstein sul tema e che, nell'apparente lievità, sembra echeggiare in questo brano coreografico: "Non è obbligatorio considerare la follia come una malattia. Perché non come un improvviso - più o meno improvviso - mutamento di carattere?". Un mutamento di prospettiva, si potrebbe osare, che forse incornicia finanche gli intenti del coreografo alla luce delle modalità espressive scelte in quest'opera: rianalisi e riconsiderazioni inderogabili per soppesare le riflessioni su ciò che si suole definire "mancanza di senno".
Ad una prima parte di largo impegno tematico, quindi, ha fatto seguito l'ampio squadernamento della tradizione coreutica che è l'irrinunciabile pagina canonica dei più grandi Gala di danza che la storia continua ad elencare. Una selezione che, ciononostante, ha avuto il merito di donare al pubblico parmense la preziosa opportunità di apprezzare due emblematici stralci tratti dal composito balletto Le Corsaire. Il primo è il pas d'esclave qui eseguito da Sabina Japparova e Aleksandr Omar. Convincente la verve interpretativa che riesce ad estrinsecare la first soloist della compagnia di balletto del Mikhailovsky Theatre, gradevole la grinta esecutiva che il second soloist della medesima troupe dona al ruolo. Il secondo stralcio del balletto è il notissimo pas de deux - in origine nato come pas de deux à trois - al Regio riproposto da Svetlana Bednenko e Ivan Zajcev, first soloist e principal del Mikhailovsky: entrambi non deludono conquistando sicurezza nell'incedere esecutivo fino all'epilogo della coda. I medesimi interpreti li abbiamo riscoperti con maggiore destrezza tecnica nel notissimo pas de deux del Cigno nero: risoluta e precisa la variazione di Odile, accurato ed elegante il Principe Siegfried di Zajcev.
Godibilissimo il passo a tre tratto da La fata delle bambole con i due pierrot e la bambola rosa - qui la precisa Anna Kuligina con i disinvolti Andrej Nemich e Aleksej Kuznecov - disegnati nelle festanti note di Josef Bayer e su coreografia dei fratelli Legat. Esacerbati, di converso, i disegni del port de bras che Ella Persson consegna alla sua Morte del cigno.
Ivan Vasiliev e Maria Vinogradova - leading soloist del Bolshoi Ballet - li abbiamo scoperti nell'esotica creazione di Fokine Shéhérazade palesando abilmente quell'apprezzabile modulazione tecnico-espressiva che dispensa un piacevole equilibrio fra magnetismo e voluttà in entrambi i ruoli. Nella chiusa del Gala l'immancabile e infervorato grand pas de deux finale del Don Chisciotte che con Vasiliev e Vinogradova vive strutturalmente di quella copiosa licenza artistica sulla coreografia che consente ai due interpreti di sfoggiare prodezze tecniche di prim'ordine fin dall'entrée. Vigorosa virilità e possanza fisica sono i tratti che contraddistinguono l'esecuzione di Vasiliev, incalzante, armonioso e arricchito da grandi equilibri il ruolo di Kitri. Lineare la variazione di Irina Kosheleva che precede la coda.
Con questi rilievi si conclude, dunque, la prima nazionale di un Gala composito che riesce a guadagnare spazio bilanciando la grande tradizione con i nuovi territori coreutici. Un evento che scrive una nuova pagina di ParmaDanza in un teatro che seguita a non rinunciare all'arte di Tersicore riconfermandosi luogo memore dei quel molteplice corso storico musicale che lo contraddistinse fin dall'esordio.
Vito Lentini