Balletto in tre atti
Libretto: Marius Petipa dal romanzo di Miguel de Cervantes
Coreografia: Marius Petipa, Alexander Gorsky; Nuova coreografia: Alexei Fadeyechev
Musica: Ludwig Minkus; Direttore: Pavel Klinichev
Scenografia: Sergei Barkhin; Costumi originali rivisitati da Tatiana Artamonova e Yelena Merkurova.
Con: Natalia Osipova, Ivan Vasiliev, Denis Savin, Alexei Loparevich, Alexander Petukhov, Yegor Simachev, i solisti e il corpo di ballo del Bolshoi.
Orchestra del Bolshoi Teatro Accademico di Stato.
Mosca, Teatro Bolshoi, al cinema il 10 e 26 febbraio 2013
Sfavillante vigore moscovita
Assistere al balletto nelle sale cinamtografiche è ormai diventata una bellissima consuetudine per i numerosi appassionati di tutto il mondo. Si tratta di un'occasione di gran pregio che offre l'opportunità di apprezzare grandiose coreografie dai palcoscenici più prestigiosi. Uno di questi è quello del Teatro Bolshoi di Mosca che a qualsiasi ballettomane non può che evocare eccellenza e grandeur. In esso, nel 1869, vide la luce per la prima volta uno dei più grandi balletti del repertorio ottocentesco: il Don Chisciotte che con piacere siamo tornati a rivedere al cinema.
Com'è noto il fulcro del soggetto non è costituito dalle avventurose imprese di Don Chisciotte e Sancho Panza, bensì dalle vicende amorose della bella Kitri e del barbiere Basilio. Una potentissima Natalia Osipova ricopre il frizzante ruolo della figlia dell'oste, in scena fin dal primo atto nella coloratissima piazza di Barcellona. La travolgente musica di Ludwig Minkus sostiene perfettamente il suo primo prorompente ingresso: esso consente di sfoggiare quella sicurezza che questo ruolo necessariamente impone e che ella dimostra di possedere e saper gestire fino al termine del balletto.
Nelle belle ambientazioni del primo atto, alle trovate comiche di alcuni personaggi come Gamache e alle irrise figure di Don Chisciotte e Sancho Panza, si aggiunge l'impetuosa e possente presenza dello spasimante di Kitri qui consegnato ai mirabolanti dinamismi del giovanissimo Ivan Vasiliev. Vivacità, vigoria e virilità sono alcuni dei tratti che egli dona a questo ruolo di uomo aitante che fin da subito conquista il cuore di Kitri. Su tutto colpisce la tecnica poderosa che gli consente di raggiungere i risultati più eclatanti nei molteplici salti di cui il balletto è pregno.
A queste brillanti evoluzioni seguono, quasi in opposizione, le delicate tessiture coreografiche di parte del secondo atto filtrate attraverso gli occhi di Don Chisciotte. Qui egli si abbandona alla sognante visione del regno delle driadi nel quale contempla la bella Dulcinea. Anche in questo momento del balletto si conferma l'eccellenza della tecnica accademica russa corredata da un allestimento scenico che qui sembra preferire il lucore alla bruma.
Chiude il balletto l'atto che comprende l'atteso grand pas de deux: frequentemente proposto in quasi tutti i grandi gala di danza è occasione di tutto rilievo per esibire i migliori virtuosismi. Questi trovano particolare sottolineatura e ottima resa grazie ai due giovani protagonisti che con le variazioni e la coda infiammano pure il pubblico presente al cinema.
Distribuita in Italia da NexoDigital, anche questa versione del Don Chisciotte palesa le grandi qualità che questo balletto, creato in illo tempore da Marius Petipa, seguita a mostrare. In esso, alla perfetta rappresentazione della sfolgorante gagliardia spagnola si affianca l'eloquenza del puro accademismo: ciò consente di esplicitare, nell'equilibrio, le plurime opportunità di espressione del balletto classico. Sotto questo profilo non è difficile riconoscere che esso continua ad essere un'eccelsa possibilità di perfezionamento tecnico ed interpretativo per quegli artisti che ne sono abili e consapevoli frequentatori; oltretutto questa pregevole eredità entusiasma incessantemente il pubblico che in tutto il mondo non perde occasione per lasciarsi coinvolgere dalle nobili dinamiche proprie del balletto.
Vito Lentini