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BAYADÈRE (LA) - coreografia Marius Petipa

Alyona Kovalyova e Jacopo Tissi in "La Bayadere". Foto Damir Yusupov Alyona Kovalyova e Jacopo Tissi in "La Bayadere". Foto Damir Yusupov

Balletto in tre atti.
Musica di Ludwig Minkus.
Coreografia di Marius Petipa (1877) ripresa in una nuova versione coreografica da Yuri Grigorovich con estratti dalle versioni di Vakhtang Chabukiani, Konstantin Sergeyev, Nikolai Zubkovsky.
Scene e costumi di Nikolay Sharonov.
Consulente per scenografie e costumi: Valery Leventhal
Luci: Mikhail Sokolov.

Con: Svetlana Zakharova, Olga Smirnova, Alyona Kovalyova, Denis Rodkin, Semyon Chudin, Jacopo Tissi, Olga Marchenkova, Margarita Shrainer, Kristina Kretova, il Corpo di Ballo del Teatro Bolshoi di Mosca diretto da Makhar Vaziev, con la partecipazione degli allievi della Scuola di Ballo dell'Accademia Teatro alla Scala diretta da Maurizio Vanadia
Produzione Teatro Bolshoi di Mosca
Orchestra dell'Accademia Teatro alla Scala. Direttore: Pavel Sorokin
MILANO, Teatro alla Scala, dal 7 al 10 settembre 2018

www.Sipario.it, 17 settembre 2018

Il Bolshoi alla Scala: La Bayadère

Una preziosa ed irrinunciabile opportunità offerta ai ballettomani italiani è l'ospitalità del Balletto del Teatro Bolshoi di Mosca al Teatro alla Scala. La tournée, inscritta nel quadro di un longevo e composito rapporto di collaborazione con il teatro milanese nonché tassello di prim'ordine nel programma del Festival Russian Seasons, riporta sul palco del Piermarini la prestigiosa compagnia moscovita assente da Milano da undici anni. Per l'occasione le prime tre recite sono affidate alla magnetica evanescenza de La Bayadère nella nuova versione coreografica firmata nel 2013 da Yuri Grigorovich sulla coreografia di Marius Petipa e con estratti dalle versioni di Vakhtang Chabukiani, Konstantin Sergeyev, Nikolai Zubkovsky.
Per i tre imperdibili appuntamenti scaligeri la troupe moscovita squaderna cast di prima grandezza che dopo la recita di apertura affidata a Svetlana Zakharova e Denis Rodkin, consegna il puro classicismo del balletto alle sapienti modulazioni coreografiche restituite da Olga Smirnova e Semyon Chudin: ambedue Principal del più importante teatro nazionale russo, donano al Piermarini l'apicale padronanza dell'arte coreutica.
Il ruolo di Nikya che incornicia Olga Smirnova gode del valido e reiterato dominio tecnico che le è proprio palesando fin dal primo atto un maestoso port de bras regolato con maestria nelle plurime dinamiche del personaggio: ai tenui passaggi dell'atto di apertura seguono le liriche e risolute modulazioni delle braccia pennellate sulle laceranti note che accompagnano la morte della baiadera come pure i nivei tratti che strutturano l'ultimo e magnetico atto. Al suo fianco il guerriero Solor guadagna vigore nella saggia ponderazione di Semyon Chudin, danzatore che non deborda ma ricorre con oculatezza a quella precisione tecnica che consente di restituire la nota variazione del secondo atto con cura lineare. Margarita Shrainer veste i panni della figlia del Rajah tracciando il ruolo con quella risolutezza in fieri che perviene sia a forza espressiva allorquando mostra alla pericolosa rivale il ritratto del fidanzato che a convincente nitore tecnico nel corso del Grand pas d'action delle nozze con Solor.
La terza rappresentazione è un vero dono per i ballettomani scaligeri: a consegnare il vigore del guerriero Solor è Jacopo Tissi, giovanissimo danzatore che Sipario ha seguito nell'anno del diploma alla Scuola di Ballo dell'Accademia Teatro alla Scala (Cfr. "Gala per il Bicentenario della Scuola di Ballo dell'Accademia Teatro alla Scala"  "Lo Schiaccianoci") e tornato al Piermarini come Solista Principale della troupe moscovita. Egli è un aitante guerriero che sfodera disinvoltura tecnica mostrando di aver conquistato quel pathos tipicamente russo che dona al balletto intensità emotiva. La sua baiadera è la giovanissima Alyona Kovalyova, Prima solista della compagnia che concede alla sua Nikya sguardo sognante e una verve interpretativa che accompagna placidamente il personaggio; nel Regno delle Ombre campeggia il regale port de bras. Gamzatti è qui affidata a Kristina Kretova: sicurezza, padronanza e tempra sono le peculiarità che incorniciano la sua performance ricca di vigorosi equilibri.
Ad omaggiare la compagnia russa e il ritorno di Tissi alla Scala anche Carla Fracci che sul palcoscenico, al termine della rappresentazione, riceve i calorosi ossequi della compagnia in un momento di reciproca riconoscenza.
Da segnalare, nelle due recite seguite, l'accuratezza tecnica del Principal Vyacheslav Lopatin nei panni dell'Idolo d'oro - tale da rendere trascurabile una leggera défaillance esecutiva - come pure Daria Bochkova nella briosa prima variazione del Regno delle Ombre, Daria Khokhlova e Margarita Shrainer nell'eloquente seconda variazione.
Di rilievo lo sfavillio esecutivo del Corpo di ballo che mostra la proverbiale destrezza nel secondo atto e in quel Regno delle Ombre che fu il primo magniloquente segmento della Bayadère svelato all'Occidente nel 1961 e con il quale si chiude la versione firmata da Grigorovich affrancata dal quarto e ultimo atto. Nella contemplazione sognante, irreale ed iperuranica della bellezza filtrata dall'ipnotico sguardo di Solor si chiude il sipario del Teatro alla Scala sul primo titolo proposto dalla compagnia russa che seguita a primeggiare nell'arte del balletto: identità, memoria e tutela di una ritualità pregna di senso.

Vito Lentini

Ultima modifica il Lunedì, 17 Settembre 2018 09:05

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