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CENERENTOLA - coreografia Thierry Malandain

"Cenerentola", coreografia Thierry Malandain "Cenerentola", coreografia Thierry Malandain

coreografia Thierry Malandain
musica Sergej Prokof'ev
con Miyuki Kanei, Daniel Vizcayo, Ione Miren Aguirre, Raphaël Canet, Mickaël Conte, Ellyce Daniele, Frederik Deberdt, Romain Di Fazio, Baptiste Fisson, Clara Forgues, Michaël Garcia, Jacob Hernandez Martin, Irma Hoffren, Mathilde Labé, Hugo Layer, Claire Lonchampt, Fábio Lopez, Nuria López Cortés, Arnaud Mahouy, Patricia Velazquez, Laurine Viel, Lucia You González
scene e costumi Jorge Gallardo
disegno luci Jean-Claude Asquié
realizzazione costumi Véronique Murat
realizzazione scene e accessori Chloé Bréneur, Alain Cazaux, Annie Onchalo, parrucche François Dussourd, Georges Dejardin
produzione Malandain Ballet Biarritz
al teatro Ponchielli, Cremona, 13 aprile 2016

www.Sipario.it, 16 aprile 2016

Le scarpe appese sono l'unico segno che Thierry Maladain mette in scena nella sua nitida, polisemica Cenerentola. Per il resto lo spazio scenico è spazio astratto, costruito dai corpi dei danzatori e da pochi altri elementi. Le scarpe stanno ai manichini che 'riempiono' la scena nella festa a palazzo, manichini neri con vesti traslucide che omaggiano il principe (Daniel Vizcayo) in cerca della sua anima gemella, anime nere fra cui si nascondono – non considerate – le due sorellastre e la matrigna di Cenerentola (Miyuki Kanei). L'apertura è potente: i danzatori sdraiati formano un cerchio, una sorta di fiore che si apre e si disfa, destinato a dare vita ai personaggi della fiaba, a suo modo incantesimo, gioco di magia che è 'infranto' dall'ingresso delle due sorellastre e della matrigna con stampelle, interpretate da tre nerboruti danzatori e con indosso maschere di lattice che li fanno sembrare bambole un po' troppo cresciute.
E sta qui il primo omaggio alla celeberrima versione di Cendrillon firmata da Maguy Marin, una Cenerentola agita da bambole tanto leziose quanto inquietanti. Ed è l'aspetto metaballettistico che fa della Cenerentola di Thierry Malandain un allestimento che non si limita a restituire il plot musicale e tersicoreo della fiaba di Prokofiev, ma sembra voler rendere omaggiare alcuni grandi autori della danza contemporanea. Difficile allora non leggere nella danza circolare della festa – quando i manichini e ballerini in cerchio segnano il tempo scaduto della seduzione notturna – un riferimento più o meno velato al Bolero di Maurice Béjart, oppure come non individuare nella lettura astratta e in certo senso atemporale di Cenerentola certe atmosfere che richiamano le coreografie di Mats Ek? Magico l'ingresso del cerchio/carrozza che porta Cenerentola alla festa, spinto dalla fatina e che richiama certe immagini della migliore e ispirata Carolyn Carlson.
Sono questi riferimenti, suggestioni che danno conto di un disegno coreografico armonico e di forte impronta neoclassica in cui il protagonismo di Cenerentola finisce con essere in secondo piano, rispetto alle scene d'insieme, ai giochi figurativi di una coreografia pulita, a tratti un po' compiaciuta. Il contesto astratto finisce col rendere – in certi punti – autoreferenziale il disegno coreografico che soffre di qualche lungaggine eccessiva, a stento ripagata dalla bravura degli interpreti e dall'eleganza dell'intero allestimento. Si ha come l'impressione – a tratti – di un ripetersi che non gioca a favore della fruibilità di una Cenerentola – lo si ripete – elegante, raffinata, ricca di spunti ma che rischia di essere poco incisiva.
E se la Cenerentola di Miyuki Kanei ha i ratti di una ragazza nel fiore della sua bellezza in cerca di un amore che la riscatti, il principe di Daniel Vizcayo sa essere energico e credibile, leggero nei ripetuti e volanti jetès. Nel suo complesso Cenerentola di Thierry Malandain è uno di quegli spettacoli che non osano troppo, restituiscono agli amanti del repertorio una fiaba che si è rifatta il lifting, ma senza strafare, con una consapevole ed elegante devozione alla tradizione, riletta nei canoni di una contemporaneità esteticamente elegante e formalmente piacevole a vedersi.

Nicola Arrigoni

Ultima modifica il Domenica, 17 Aprile 2016 09:48

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