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ION – ideazione e coreografia Christos Papadopoulos

"Ion", ideazione e coreografia Christos Papadopoulos "Ion", ideazione e coreografia Christos Papadopoulos

ideazione e coreografia Christos Papadopoulos
drammaturgia Tassos Koukoutas
musica Coti K
luci Tasos Palaioroutas
costumi Angelos Mentis
set design Evangelia Therianou
produzione Onassis Stegi - con il sostegno di The Fondation d'entreprise Hermès - nell'ambito del New Settings programme - coproduzione Théâtre de la Ville-Paris, Le Lieu Unique-Scène nationale de Nantes - in collaborazione con Dublin Dance Festival - touring partner Onassis Stegi
Teatro Cavallerizza (RE), 29 settembre 2019

www.Sipario.it, 4 ottobre 2019

La natura è la grande fonte di ispirazione: Ion, come la vita, attrae e respinge, traccia orbite che si espandono e poi implodono. A partire dai movimenti di volo degli uccelli e dagli sciami di insetti, con prestazioni ipnotizzanti dieci ballerini pulsano in modo coordinato. Questa opera spiega perché il mondo europeo della danza chiama Christos Papadopoulos la stella nascente della danza europea: il suo universo coreografico è minimalista e poetico. Ion è una performance che si concentra sulla sottigliezza fisica del movimento, sul volume dei dettagli che permette all'occhio di vagare, di viaggiare attraverso il campo delle relazioni umane. Una serie di fenomeni del mondo naturale che ci circonda è integrata nella dinamica del suo vocabolario artistico e diventa un punto di partenza per la ricerca che Christos Papadopoulos conduce nel tradurre la cinetica in arte. Non solo, Papadopoulos osserva al microscopio la coesistenza delle persone, il processo di attrazione e repulsione tra individui, che, come a livello atomico, fornisce movimento e genera vita. Questo coreografo con un approccio riduzionista e un linguaggio minimalista cerca gli algoritmi che coordinano e fondono la dinamica del mondo naturale tutto attraverso il corpo vivente di dieci ballerini, che mettono alla prova la nostra capacità di osservazione e concentrazione con modifiche impercettibili e transizioni silenziose, e rivelano la fragilità delle relazioni umane che accompagnano il ritmo della vita, l'ordine naturale delle cose. I cambiamenti nei movimenti dei ballerini sul palco sono minimi, ma insieme creano un flusso ipnotico. Mentre il titolo ci rimanda direttamente al fenomeno della ionizzazione, la performance procede per associazioni successive, e mette in evidenza elementi che trascendono la forma attraverso il rigore della coreografia. Ciò che affascina, però, di questo lavoro non è la simbologia del gesto, ma il modo in cui i diversi movimenti si collegano in successione, creando un cosmo unico, assolutamente senza ridondanze. Infatti il fascino del coordinamento e dell'intreccio di questi micromovimenti risiede nella brevità del fenomeno, nella sua transitorietà, nell'impressione di casualità e nell'aspettativa di ricorrenza. Con questo lavoro, Ion, Christos Papadopoulos presenta un esperienza multisensoriale, che non si esaurisce in facili meccanismi di ricerca dell'attenzione. La coreografia mira a mettere in primo piano il minimo, l'estatica serenità. Il coreografo si concentra sulla ripetitività dei motivi cinetici, sulla chiarezza dello spazio sul palco definita dall'illuminazione e dall'azione e si affida agli elementi primordiali che costituiscono il suo lavoro: ritmo, movimento, luogo e tempo. Tuttavia, il modo in cui intreccia gli atti ci consente di scoprire gradualmente l'interazione del movimento con gli altri elementi, la luce che mette in mostra il movimento dei corpi e l'effetto della musica sull'ambiente, che guida e dialoga con coreografia. Ion, come un mantra fisico, sfrutta appieno l'incanto della musica, che integra come in uno stato di trance, concependo il tempo come ciclico e l'unisono come primordiale.
Questa danza minimalista nel gesto, è l'eco dell'energia che viene dalle forme di vita che in natura vedono ogni individuo confluire nel comportamento collettivo. I ballerini trasmettono la forza di questo messaggio grazie alle loro individualità messe al meglio al servizio dell'opera.

Giulia Clai

Ultima modifica il Venerdì, 04 Ottobre 2019 09:10

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