testi Federico Garcia Lorca
con Andreina Bracci e Giorgio Contigiani
musiche Manuel de Falla, Francisco Tárrega,
Claude Debussy, Emanuele Evangelista
voci Terremoto de Jerez, Dolores Agujetas, Manuel Torre
immagini Julio Romero de Torres, Francisco Goya
John Singer Sargent, El Greco, Henri Rousseau, Gustave Courbet
coreografie Andreina Bracci
ideazione scenica e regia Giorgio Contigiani
San Ginesio, Teatro Comunale Giacomo Leopardi 11 ottobre 2015
Flamenco e Garcia Lorca: stessa anima arabo-zigana, sud anarchico, regole infrante. Stessa forza espressiva, che nel flamenco convince e avvince, mentre in Lorca, per la verita', non sempre: roboante, a volte, e innocuo come una salve di cannone. Il primo sta al secondo come il gesto alla parola: il primo ha una necessita', una naturalezza che per la parola e'sempre ardua conquista: per raggiungere il cuore, la parola deve passare per la porta stretta dell' intelletto. Mentre il gesto vi arriva diretto. Queste le riflessioni che vengono in mente guardando "L'incudine e la Rosa", uno spettacolo itinerante per i teatri delle Marche (Leopardi di San Ginesio, Apollo di Mogliano ed altri di Macerata e provincia) e poi italiani. Lo spettacolo e'a tutto campo: recitazione, danza, musica, proiezioni dei capolavori di Goya e di El Greco, e poi i costumi, le luci... Una tale congerie di elementi teatrali avrebbe potuto nuocere alla unita' dello spettacolo, che invece emerge sicura man mano lo spettacolo si snoda per le sue vie: e "dal discorde magnifica armonia", diceva Eraclito. Merito certamente del regista- protagonisa maschile, Giorgio Contigiani, un attore "chevronne'" che recita con quella sua voce piena e pastosa versi di Lorca e stralci delle sue conferenze sul Cante jondo. Ma anche (e direi soprattutto) della ballerina Andreina Bracci: lunga esperienza di flamenco, pura scuola andalusa, addolcita da una sensibilita'coreografica molto italiana. Le musiche, selezionate con gusto raffinato, sono di Manuel De Falla ("La danza del fuoco"). Uno spettacolo che rende un prezioso, piccolo omaggio al teatro: da vedere, all'occasione.
Attilio Moro