Balletto in tre atti e quattro scene.
Libretto: Vladimir Begichev e Vasily Geltzer.
Coreografia: Marius Petipa e Lev Ivanov (1895) - Konstantin Sergeyev (1950).
Musica: Pëtr Il'ič Čajkovskij; Direttore: Mikhail Agrest.
Scenografia: Igor Ivanov; Costumi: Galina Solovyova.
Con: Oksana Skorik, Vladimir Shklyarov, Ulyana Lopatkina, Evgenij Ivanchenko, Olga Esina, Timur Askerov e il Corpo di ballo del Mariinsky.
Orchestra del Teatro di San Carlo. Produzione Balletto del Teatro Mariinsky di San Pietroburgo.
Napoli, Teatro di San Carlo, dal 17 al 22 settembre 2013.
I cigni del Mariinsky al Teatro di San Carlo
Ad aprire la rassegna Autunno Danza del teatro voluto da Re Carlo III di Borbone è una delle compagnie di danza più prestigiose al mondo: il Mariinsky Ballet.
In visita a Napoli per una settimana, la celebre compagnia russa porta in scena quel balletto che, dopo le sfortunate vicende moscovite, proprio al Mariinsky trovò eccelsa struttura grazie al francese Marius Petipa e al russo Lev Ivanov.
Il loro Lago dei cigni, con l'adattamento di Konstantin Sergeyev, è portato in scena sul palco del San Carlo con alcune delle migliori risorse artistiche del teatro pietroburghese.
Per la prima rappresentazione il doppio ruolo che fu dell'italiana Pierina Legnani è affidato all'ucraina Oksana Skorik. La sua Odette sembra aver trovato quella evoluzione interpretativa che focalizza i sottili moti del personaggio. Non sempre caratterizzata da precisa esecuzione tecnica, ella ancora il ruolo ai vividi impulsi delle braccia che, in prosieguo, trovano opportuna modulazione: ciò le consente di palesare la delicata sensibilità di Odette. I medesimi rilievi sono rintracciabili anche in Odile, sebbene qui essi assumono quella differente veste che le offre l'opportunità di restituire un personaggio dai tratti briosi e seduttivi.
Il suo principe è Vladimir Shklyarov che ci appare in un costume di elegante fattura. Egli concede al ruolo quegli estatici risvolti segnati dalla ricerca di ciò che appare irraggiungibile. La sua tecnica nitida non sembra mai scemare ma è come rinvigorita da quell'intramontabile linfa che trapela dal balletto: dai poderosi salti del secondo atto ai modi colmi di rammarico del terzo atto, il suo Siegfried rivela eleganza, proporzione e poetica ingenuità.
Per questa prima sancarliana il corpo di ballo appare smagliante e a proprio agio: i loro cigni difficilmente cadranno in oblio.
Degna di menzione quella valse bluette incastonata nel terzo atto e segnata da quell'interessante struttura coreografica che qui trova pregevole esecuzione.
La visita del Mariinsky Ballet al teatro che rapì anche l'anima di Stendhal si inscrive in un progetto di scambio che vedrà impegnato in prima linea anche il Corpo di ballo del San Carlo diretto da Alessandra Panzavolta. Terminate le cinque repliche del Lago dei cigni pietroburghese, la compagnia napoletana volerà a San Pietroburgo e sul palco del nuovo Mariinsky II porterà in scena Carmina Burana, creazione del coreografo cinese Shen Wei.
Questo scambio d'arte di differente connotazione agevola senza dubbio quell'arricchimento culturale che si fonda sulla diversità e sull'opportunità di far circolare le creazioni nate nel segno della danza. E se è vero, come scrive il Sovrintendente del teatro napoletano Rosanna Purchia, che "la nostra istituzione così antica e prestigiosa è il fulcro della cultura musicale nel mezzogiorno d'Italia", a questo si può certamente aggiungere il merito di aver volto lo sguardo anche alla danza. Sotto questo profilo è considerevole la scelta di ospitare una delle eccellenze russe quale la compagnia del Mariinsky con quel balletto del compositore che - come scritto in una lettera del 1878 e sapientemente riportata nel programma di sala del San Carlo - seppe "abbandonarsi totalmente all'altro tipo di vita, cioè alla vita dell'arte".
Vito Lentini