Balletto in quattro atti
Coreografia: Rudolf Nureyev da Marius Petipa e Lev Ivanov; ripresa da: Maina Gielgud.
Regia: Rudolf Nureyev. Musica: Pëtr Il'ic Cajkovskij. Direttore: Paul Connelly.
Scene: Ezio Frigerio. Costumi: Franca Squarciapino.
Con: Natalia Osipova, Claudio Coviello, Mick Zeni, Petra Conti, Eris Nezha, Antonino Sutera e il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala.
Orchestra del Teatro alla Scala. Produzione Teatro alla Scala.
Milano, Teatro alla Scala, dal 17 luglio al 18 ottobre 2013.
L'omaggio della Scala a Rudolf Nureyev
Era il mese di luglio del 1990 e Il lago dei cigni firmato da Rudolf Nureyev andava in scena per la prima volta al Teatro alla Scala. In quell'occasione l'amato ballerino russo interpretava il ruolo di Wolfgang/Rothbart: l'ultima volta che la Scala lo vide ballare nel suo Lago.
A ventitré anni da quella prima e nel ventennale della sua scomparsa la Scala riporta in scena una delle sue creazioni che, senza dubbio, continua a vivere con vigore. Il suo Lago dei cigni costituisce innegabilmente uno snodo di rilievo nella lunga storia del balletto di Cajkovskij e le peculiarità che lo contraddistinguono - com'è noto - riguardano non solo l'ambito coreografico ma anche la sfera drammaturgica. Il riferimento all'umano e alla sua complessa condizione è ciò che egli tenta di mettere in rilievo nei vari personaggi e in primo luogo nel ruolo del Principe Siegfried: qui egli assume tratti tutt'altro che secondari dal momento che su di lui si misurano i molteplici temi che marcano questo balletto.
Nella prima rappresentazione scaligera il giovanissimo Claudio Coviello si cimenta per la prima volta in questo ruolo avvincente, complesso ed esigente. Nessun mieloso scivolamento caratterizza il suo Principe che, al contrario, ci è restituito con determinazione nelle vitali dinamiche dell'eroe romantico. Un interprete in pieno sviluppo ma già convincente anche in quei momenti del primo atto non destinati alla sua danza e nei quali, pur seguendo con lo sguardo il corpo di ballo e i solisti, non sembra allentare quella tensione emotiva intimamente legata al sogno e alla fuga dalla realtà. Ulteriore conferma delle buone qualità di questo talento dotato anche di quella validità tecnica già manifestata nel placido assolo che chiude il primo atto e confermata nelle variazioni degli atti seguenti.
Natalia Osipova, per la prima volta alla Scala nel doppio ruolo di Odette/Odile, si accosta con destrezza al giovane Principe scaligero. Abile a gestire e modulare i vulnerabili moti di Odette, il suo cigno gode di quella irrequieta purezza che testimonia le abissali profondità del ruolo. Di riguardo i nobili dialoghi che intesse con Siegfried nell'adagio del secondo atto: fulcro di un amore che non potrà conoscere perennità.
Energica la sua Odile che brilla per le sottili trovate seduttive che ammaliano il Principe Siegfried e per i virtuosismi della variazione e della coda inframezzati dai costanti riferimenti ai caratteri che definiscono il cigno nero.
Mick Zeni - in debutto nei panni di Wolfgang/Rothbart - dopo aver dato prova nel primo atto del balletto di saper condurre le interessanti e ambigue intese con Siegfried, in prosieguo si dipinge con i sanguigni schizzi del malefico Rothbart: ruolo che in questa versione trova significativo rilievo.
Positiva e con poche imperfezioni l'esecuzione del pas de trois del primo atto con Antonella Albano, Lusymay Di Stefano e Walter Madau.
Fin dall'inizio del primo 'atto bianco' il corpo di ballo consegna uno stuolo di cigni bianchi dai nitidi tratti con validi sincronismi. Questi sono modellati sui suggestivi disegni coreografici frutto della creatività dell'indimenticato Nureyev.
La prima rappresentazione di questo Lago dei cigni potrà, quindi, essere ricordata per gli esiti ai quali è approdata e per i debutti che l'hanno contraddistinta. È pertanto riconfermata ancora una volta la scelta di concedere occasioni di riguardo a giovani talenti anche con le notevoli e impegnative creazioni che ci ha lasciato l'amato coreografo russo. Egli è così omaggiato nel prestigioso teatro milanese con quel suo balletto che torneremo ancora a rivedere per quattro repliche il prossimo mese di ottobre.
Vito Lentini