creatori Luke Cresswell e Steve McNicholas
con Philip Michael Batchelor, Chelsey Jane Codling, Sarah Jane Golding, Kris Lee,
Andrew G Patrick, Adrien Rakotondrajao, Charley Ruane, Dominik Patrick Schad,
Rhys David Shone, Ian Vincent, Jamie Louis Welch
uno spettacolo Stomp Productions, Glynis Henderson Productions
in collaborazione con Terry Chegia
Trieste, Politeama Rossetti, 23 maggio 2019
Suonano, recitano e soprattutto lavorano insieme con un'intesa perfetta. Gli artisti di un classico come "Stomp" devono saper fare in maniera mirabile tutto questo per rendere esplosiva la creazione di Luke Cresswell e Steve Mc Nicholas. Il "musical di strada" ha da poco festeggiato i 25 anni e possiede al momento cinque formazioni internazionali fisse pronte ad esibirsi nei maggiori teatri e festival del mondo. Il suo successo è stato continuo tanto da trasformarsi in una performance-icona, anche senza possedere trama, parole o personaggi.
A fare musica live al cento per cento sono gli oggetti più disparati della nostra "civiltà urbana", tutti "popolari, comuni, semplici": bidoni della spazzatura, scope, tubi, camere d'aria, cartelli stradali, scatole di fiammiferi, ma anche battiti di mano, piedi che colpiscono forte la strada (stomp significa in inglese proprio 'calpestare, battere') e dita che schioccano. Insieme inverano una sinfonia percussiva dall'energia incontenibile, difficile da restituire a parole, eseguita con alle spalle una scenografia metropolitana imponente su due piani. Gli interpreti del cast rigorosamente multiculturale, a favorire una continua evoluzione dello spettacolo, suscitano il coinvolgimento degli spettatori soprattutto con l'ironia e l'umorismo delle gag che inventano. Scherzosi e giocherelloni, si rubano la scena creando coreografie maestose su partiture improvvisate. Sono sei ragazzi e due ragazze, tutte vestiti street style, che si esibiscono l'uno in continuo ascolto dell'altro, realizzando una perfetta coralità e sintonia performativa. Leggere un giornale, tinteggiare una parete, fare la spesa con il carrello, portare i rifiuti, lavare i piatti, giocare a basket... sono situazioni che sprigionano la loro creatività, la loro voglia di estrapolare vibrazioni inconsuete e muovere il corpo sui nuovi ritmi ipnotici che si rincorrono. Alla fine sembrano dirci: "Tutto si può percuotere, tutto può essere suonato. Parola di Stomp!", ma in sottofondo emerge anche la loro critica alle aporie e all'inquinamento delle città postmoderne.
"Pura magia da palcoscenico", "umorismo del cinema muto dato in prestito alla Pop Art", "il teatro al massimo della sua seduzione"... le definizioni dello show si rincorrono ma non riescono a riprodurre la magia e la sorpresa del rumore che, nascosto nella più banale quotidianità, diventa facilmente ritmo e musica. Assolutamente da vedere.
Elena Pousché