MUSICHE Philip Glass
DIRETTORE Carlo Donadio
Hearts and Arrows
COREOGRAFIA Benjamin Millepied
Musica su base registrata
Glass Pieces
COREOGRAFIA Jerome Robbins
SCENE Jerome Robbins e Ronald Bates
COSTUMI Ben Benson
LUCI Jennifer Tipton
Nuit Blanche
COREOGRAFIA Sébastien Bertaud
SCENE Andrea Miglio
COSTUMI Maria Grazia Chiuri, Christian Dior Couture
con Eleonora Abbagnato e Friedemann Vogel
pianoforte Sandro De Palma
Orchestra, Etoile, Primi Ballerini, Solisti e Corpo di Ballo del Teatro dell'Opera di Roma
Nuovo allestimento
Teatro dell'Opera di Roma, dal 29 marzo al 2 aprile 2019
La danza è gesto puro. Essa non esprime una finalità. Non ci si muove su d'una coreografia per uno scopo. Si balla per puro piacere. Per la gioia artistica di dar vita a qualcosa che, nel suo stesso essere, rappresenta un insieme di possibilità coesistenti e che attendono solo di esser realizzate. Quando? Non si sa. Un domani, o forse mai. Ma lo spettatore che osserva, trae il suo piacere da questo essere-in-atto che solo un disegno coreografico degno di tal nome è in grado di esprimere.
Per questo la Serata Philip Glass all'Opera di Roma è uno spettacolo di arte pura. Non solo omaggio ad un notevole compositore contemporaneo, ma soprattutto tentativo di comprendere come musica e ballo possano sposarsi insieme scoprendo nuove possibilità di espressione.
Le coreografie che danno vita allo spettacolo s'innestano su movenze vigilate, trattenute, quasi dominate da un demiurgo nascosto, misterioso, che mai appare in scena. Al posto di aperture più o meno ampie, di salti spiccati in alto quasi a voler toccare un cielo immaginario, ecco passi di danza che cercano un contatto con la terra, intimo, quasi spasmodico. Scelta stilistica, questa, dovuta alla particolarità delle composizioni di Glass d'esser dominate da una sorta di basso continuo, sul quale si stagliano i virtuosismi degli altri strumenti. Così ordite, le musiche comunicano in chi le ascolta un senso di intimità che mai si trasforma in isolamento. Come rendere coreograficamente tutto ciò? Con ballerini che, insieme, danno vita a movenze raccolte ma armoniche, sulle quali svettano le volute adamantine dei passi a due.
Spettacolo di virtuosismi ben misurati e mai esagerati, il fil rouge di Serata Philip Glass può, forse, essere l'eterna dialettica dell'individuo e della collettività. Di colui, cioè, che cerca la realizzazione di se stesso ben sapendo, però, che non può fare a meno dell'altro. È quanto, fuor di metafora, esprimono le coreografie Hearts and Arrows e Glass Pieces. Anche il sentimento d'amore, raccontato in Nuit Blanche e che s'immagina vissuto in totale intimità, in verità prevede altre persone nella stessa ed identica condizione. Essere del tutto soli, o gli unici, a questo mondo è impossibile.
Straordinario il corpo di ballo che ha dato vita allo spettacolo. Su tutti, spiccano le movenze delicate, sontuose, nobili, ariose, lievi ma mai anarchiche di Eleonora Abbagnato nel pas des deux di Nuit Blanche. Straordinaria ballerina, che attraverso pochi gesti ed espressioni mimiche accennate con gran gusto e senso della misura, la Abbagnato in scena sa essere imponente ma al contempo discreta, delicata come uno zefiro, potente come il fulmine di Zeus.
È grazie a questa combinazione di opposti, realizzati attraverso un sapiente gioco di sfumature che subito scompaiono lasciando il posto a tinte nitide, che la Abbagnato consegna all'Opera di Roma uno spettacolo elegante, raffinato, moderno e classico al contempo. Un omaggio a Philip Glass e all'arte della danza tout court.
Pierluigi Pietricola