Dances at a Gathering
the 72nd performance by the Royal Ballet at the Royal Opera House
Choreography Jerome Robbins
Music Fryderyk Chopin
Costume designer Joe Eula
Lighting designer Joe Eula
Staging Ben Huys
Cast
Pink: Marianela Nuñez
Mauve: Francesca Hayward
Apricot: Yasmine Naghdi
Green: Laura Morera
Blue: Fumi Kaneko
Brown: Alexander Campbell
Purple: Federico Bonelli
Green: William Bracewell
Brick: Luca Acri
Blue: Valentino Zucchetti
The Cellist
The world premiere by the Royal Ballet at the Royal Opera House
Choreography Cathy Marston
Scenario Cathy Marston and Edward Kemp
Music Philip Feeney, after Edward Elgar, Ludwig van Beethoven, Gabriel Fauré,
Felix Mendelssohn, Alfredo Piatti, Serge Rachmaninoff, and Franz Schubert
Set Designer Hildegard Bechtler
Costume designer Bregje van Balen
Lighting designer Jon Clark
Dramaturgy Edward Kemp
Choreographic collaborator Jenny Tattersall
Conductor Andrea Molino
Cast
The Cellist: Lauren Cuthbertson
The Instrument: Marcelino Sambé
The Conductor: Matthew Ball
The Cellist (as a young girl): Emma Lucano
Her sister (as a young girl): Lauren Godfrey
Her mother: Kristen McNally
Her father: Thomas Whitehead
Her sister: Anna Rose O’Sullivan
Her cello teachers: Gary Avis, Nicol Edmonds, Benjamin Ella
Her musical friends: Luca Acri, Paul Kay, Joseph Sissens
A chorus of narrators: Artists of the Royal Ballet
Solo cello: Hetty Snell
Orchestra of the Royal Opera House
London, Royal Opera House 17 febbraio 2020
Quale “il biglietto da visita” del Royal Ballet? Alex Beard BCE, Chief Executive della Royal Opera House, riferendosi alle produzioni della stagione londinese ha parlato di «wonderful demonstration of the Royal Ballet’s balance of the historic and the cutting edge». Ebbene, si tratta di una auto-perspettiva pienamente rispondente alla realtà di una compagnia che vanta un organico di danzatori dalle eccellenti qualità tecniche ed espressive, una compagnia in cui tradizione e innovazione percorrono un medesimo cammino fatto di eleganza e intensità, esaltazione della tecnica e rispetto degli stili, una compagnia solida e di ampie vedute, in cui “classico” e “contemporaneo” quasi perdono la loro connotazione di categorie e divengono sinergiche note dell’espressione coreutica.
Una serata attesa dalla critica internazionale, quella del 17 febbraio scorso, che al Main stage della ROH ha proposto un programma misto: dapprima Dances at the Gathering di Jerome Robbins, poi The Cellist. Opposte nel linguaggio espressivo –– classico/neoclassico il primo; contemporaneo il secondo ––, le due opere si distinguono anche per la storia che le lega al Royal Ballet –– una produzione affermata la prima, giunta alla 72esima rappresentazione, da quella storica del 1970 con Antony Dowell e Rudolf Nureyev, ma che ora “rinasce” con una nuova generazione di danzatori; una “première assoluta” la seconda.
In entrambi i balletti la narrazione ha il sapore di una scoperta che trattiene il respiro. Cullati dalla musica di Chopin, quello splendido “esercizio in danza” che è Dances at the Gathering evoca con raffinatezza, fra eleganza e ironia, le modulazioni dell’animo, e il suo caleidoscopico gioco di emozioni. Ispirato alla storia della celebre cellista Jacqueline Du Pré (1945-1987), la cui prodigiosa carriera fu stroncata a 28 anni dalla sclerosi, The Cellist è semplicemente pura poesia. Ma è ben più che l’evocazione in danza di una tragica storicità dei fatti. The Cellist narra la reciprocità di un sentimento, quello diafano e ardente del genio artistico, e della sintonia palpabile ma irripetibile, fra la giovine ragazza e il suo cello. Deliziosa nota quella della vitalità dello strumento musicale, qui reso umano, a sottolinearne la personalità: inevitabile è la sua capacità di comunicare sentimenti, innegabile il suo essere presenza unica nell’esistenza dell’artista.
Ottima performance per tutti gli artisti del Royal Ballet, esibitisi nel primo come nel secondo spettacolo. Una nota di eccezionale merito sia consentito di rivolgere ai principals di The Cellist, alla cellista Lauren Cuthbertson e al suo cello Marcelino Sambé, meravigliosi interpreti di una raffinata creazione, che in questa trasfigurazione artistica hanno semplicemente rapito l’attenzione del pubblico per la liricità della loro comunicazione, splendida nel sentimento, impeccabile nel gesto tecnico.
Selene I.S. Brumana