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MANON - coreografia Kenneth MacMillan

"Manon", coreografia Kenneth MacMillan. Foto Andrej Uspenski "Manon", coreografia Kenneth MacMillan. Foto Andrej Uspenski

Balletto in tre atti.
Coreografia di Kenneth MacMillan
Musica di Jules Massenet
Orchestrazione di Martin Yates
Scene e Costumi: Nicholas Georgiadis. Luci: Jacopo Pantani.
Con: Lauren Cuthbertson, Matthew Ball, Gary Avis, Luca Acri, Itziar Mendizabal e gli artisti del Royal Ballet.
Orchestra della Royal Opera House. Direttore: Koen Kessels.
LONDRA, Royal Opera House, dal 17 gennaio all’8 marzo 2024

www.Sipario.it, 12 febbraio 2024

La raffinata consapevolezza di Lauren Cuthbertson e Matthew Ball in Manon alla Royal Opera House.

Nell’anno che segna il cinquantesimo anniversario della prima rappresentazione di uno degli esempi massimi di dance drama sia la Royal Opera House che il Teatro alla Scala riportano in scena la storia di Manon Lescaut narrata nello spettacolo coreografico. Capolavoro indiscusso della creatività di Sir Kenneth MacMillan, Manon è un titolo perfetto per tornare a rispolverare il geniale estro creativo del coreografo britannico e si configura, altresì, come un’opportunità di prim’ordine per l’attuale generazione di ballerini impegnata a misurarsi con le plurime e contrastanti sfaccettature narrative dei personaggi di una delle più note storie d’amore. 

In scena al Covent Garden dal 17 gennaio all’8 marzo per diciassette recite, Sipario ha seguito il cast della seconda rappresentazione che riportava in scena Lauren Cuthbertson e Matthew Ball. Due Principal di punta della troupe londinese qui impegnati in una partnership di grande impegno e restituita con raffinata consapevolezza. Lei, al vertice della compagnia dal 2008, è una Manon che conosce con disinvoltura il tessuto coreografico previsto nel titolo donando tempra e naturalezza a numerosi segmenti, su tutti ricorderemo in particolare un meraviglioso equilibrio regalato all’esordio del secondo passo a due. Validissimo anche il profilo interpretativo, dall’elegantissimo pathos del primo atto allo smarrimento del secondo fino all’autentico abbandono della chiusa. Al suo fianco uno dei Principal del Royal Ballet più rappresentativo dello stile inglese: con lui Des Grieux rivive nella delicatezza e finezza del gesto, abbondano in ogni momento linee dal tratto signorile come pure un’encomiabile tenuta degli equilibri nelle insidiose variazioni. 

Una fortuna aver trovato nei panni di Monsieur G.M. un vero maestro dell’interpretazione negli spettacoli di danza: Gary Avis. Senior Répétiteur e Principal Character Artist, è grazie a lui se scopriamo per la prima volta alcuni risvolti interpretativi autenticamente ignobili nei cardini del personaggio. 

Superata la prova per Luca Acri alle prese con Lescaut, al suo fianco Itziar Mendizabal che non sempre restituisce una tecnica accurata. Dopo un primo atto talvolta impreciso, nel prosieguo il corpo di ballo è all’altezza delle difficoltà pensate per questo lavoro.

Un titolo, questo, che la Royal Opera House ripropone con frequenza come a ribadire il legame imprescindibile con una delle colonne portanti della sua vocazione artistica dal momento che grazie ai lavori del noto coreografo può oggi vantare il contributo più rilevante del dramma psicologico narrato sulle punte. Uno spettacolo che dopo cinquant’anni seguita a mostrare con efficacia l’intento primigenio godendo, vieppiù, del lungimirante impianto visivo firmato da Nicholas Georgiadis che il massimo teatro d’opera e balletto londinese omaggia nel centenario della sua nascita mettendo in mostra i costumi originali e i bozzetti di una produzione che dal 1974 seguita a collezionare plausi worldwide.

Imperdibili le recite del 9 e de 17 febbraio: Roberto Bolle tornerà nei panni del protagonista maschile festeggiando i 25 anni da Guest Artist.

Vito Lentini

Ultima modifica il Lunedì, 19 Febbraio 2024 05:47

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