di Carlo Goldoni
regia di Antonio Latella
con Sonia Bergamasco, Marta Cortellazzo Wiel, Ludovico Fededegni, Giovanni Franzoni, Francesco Manetti, Annibale Pavone, Gabriele Pestilli, Marta Pizzigallo
dramaturg Linda Dalisi
scene Annelisa Zaccheria
costumi Graziella Pepe
musiche e suono Franco Visioli
luci Simone De Angelis
produzione Teatro Stabile dell’Umbria
Personaggi e interpreti:
Il Cavaliere di Ripafratta, Ludovico Fededegni
Il Marchese di Forlipopoli, Giovanni Franzoni
Il Conte di Albafiorita, Francesco Manetti
Mirandolina, locandiera, Sonia Bergamasco
Ortensia, comica, Marta Cortellazzo Wiel
Dejanira, comica, Marta Pizzigallo
Fabrizio, cameriere di locanda, Annibale Pavone
Servitore, Gabriele Pestilli
Teatro Mercadante, Napoli dal 12 al 17 novembre 2024
“Mirandolina, voi siete una gran donna, voi avete l’abilità di condur gli uomini dove volete”. È forse in queste parole del Conte di Albafiorita la descrizione più efficace del personaggio della Locandiera nata dalla penna di Carlo Goldoni nel 1752. Una donna sicura, intelligente e molto moderna. Specialmente se si pensa al periodo in cui Goldoni l’ha scritta: anche se l’Illuminismo portò qualche cambiamento nelle idee, la donna era pur sempre considerata un accessorio dell’uomo. Ed ecco invece questo personaggio economicamente indipendente perché proprietaria di una locanda a Firenze avuta in eredità dal padre, anche se con la condizione di sposare Fabrizio primo servitore della Locanda. Mirandolina però va oltre: è astuta e conscia della sua bellezza che può sedurre e decidere le sorti degli uomini che le cadono ai piedi così come i tanti avventori dell’ostello. Sonia Bergamasco interpreta Mirandolina nell’allestimento di Antonio Latella con leggerezza e bravura, conferendole una maturità che non sminuisce il fascino ma accentua la sagacia di una donna che sa quel che vuole, conosce le sue doti e desidera a tutti i costi raggiungere un obiettivo quando se lo prefissa. Come quello di conquistare il Cavaliere di Ripafratta, sprezzante delle donne e convinto del proprio charme, ben interpretato da Ludovico Fededegni. Usando il suo stesso linguaggio, accarezzando le sue idee misogine riesce a scardinare le sue gabbie e mette a segno il bersaglio. Ma non lo fa per soldi o per avere dei profitti come si potrebbe pensare, lei lo fa per dimostrare che una donna, se vuole, è molto più forte di un uomo. E quando Sonia/Mirandolina finge di svenire, dopo aver appreso che il cavaliere vuole andare via, egli la copre con il suo cappotto con il quale lei si muoverà in scena indossandolo, piegandolo, stringendolo ed infine riponendolo sotto il piano cottura come a serrare anche eventuali sentimenti che potrebbe provare. Una messa in scena godibile e ben organizzata che regala due ore e mezzo di piacevole racconto, dove gli attori si muovono con disinvoltura e professionalità in uno spazio minimale che accenna al luogo in cui ci si trova; in questa versione si mescola un linguaggio fedele al copione con la scelta di riferimenti moderni come l’abbigliamento dei personaggi, Mirandolina è spesso scalza, ed alcuni accessori come la chitarra acustica, il gioco dello Shangai e le luci al neon che ogni tanto sfrigolano come a seguire i sentimenti dei personaggi. Interessante anche la scelta di cucinare in scena le pietanze che vengono poi offerte al cavaliere. Latella ripartisce la commedia in due atti e sul finale propone un cambiamento che non modifica comunque la lettura di una donna completa che non teme la solitudine “amorosa”. Questa commedia profonda e spensierata regala quindi riflessione e sorrisi, e sulla scorta della consapevolezza dalla protagonista cosa ci si può augurare agli uomini troppo convinti del loro fascino? Beh di incontrare sul loro cammino una Mirandolina che li riporti nella loro dimensione reale! Simona Buonaura