da Difensore d’ufficio di John Mortimer
adattamento, regia e interpreti Marcello Spinetta, Christian di Filippo
assistenti alla regia Marta Cortellazzo Wiel, Celeste Tartaglia
luci Adriano Antonucci
costumi Marcello Spinetta
AMAranta Indoors / A.M.A Factory
Premio nazionale Scintille 2023
CineTeatro Baretti (Torino)
14-15 NOVEMBRE 2024
Un uxoricida e il suo legale d’ufficio: un uomo – lucidissimo – macchiatosi di un delitto e un estraneo in giacca e cravatta davanti a lui, che dovrebbe occuparsi di difenderlo. Quale equilibrio si verrà a creare tra questi due personaggi posti di fronte alla necessità di trovare un terreno comune di dialogo? Ecco lo spunto de La Tecnica della Mummia, secondo spettacolo della stagione teatrale Generazione Scenica ideata da Sax Nicosia, direttore artistico del Teatro Baretti – il cartellone è concepito per sostenere la creatività delle giovani compagnie e dei talenti emergenti sotto i 35 anni, affiancati da nomi prestigiosi della scena italiana – . Ambientazione dello spettacolo è una cella, a poche ore dal processo per omicidio: Fowle (l’imputato) e l’avvocato Morgenhall, che non tarda a presentarsi come un professionista cui non è mai stata assegnata una causa fino a quel momento. Davvero non possiamo dare anticipazioni e sciupare al pubblico la sorpresa di due personaggi formidabili - frutto della drammaturgia di John Mortimer, Difensore d’ufficio - che si rivelano l’uno all’altro, nell’interazione e nel racconto di sé. Due casi umani, osserverebbe qualcuno, ma forse che il compito dello spettatore è giudicare? Qual è la magia del teatro se non portare in scena storie, vissuti, caratterizzazioni in cui gli spettatori – al netto delle esagerazioni tipiche della farsa e della satira, si intende – possano riconoscersi (consapevolizzarsi e sentirsi meno soli)? Con La Tecnica della Mummia – attraverso la narrazione esilarante dell’abisso coniugale di Fowle, delle frustrazioni e delle insicurezze di Mortimer – si riflette, ma si ride anche! Ci si diverte. Marcello Spinetta e Christian di Filippo, che curano adattamento e regia oltre a recitare, sono due showmen di grande verve e presenza fisica: danno l’anima a due personaggi in sé geniali; Fowle, che si dichiara apertamente colpevole e vuole solo espiare la propria colpa guardando la foresta fuori dalla finestra della cella; Mortimer, che conduce una lotta strenua contro le sue nevrosi. Questa strana coppia fa tenerezza, a tratti: suscita straordinaria ilarità e considerazione. Tranquilli, però: il messaggio trasmesso attraverso gli psicodrammi dei protagonisti (almeno per chi scrive) è positivo e trasmette un senso di rinascita collettiva. Ovvero: solo l’immaginazione ci salverà dal sentirci dei reietti e dei rifiuti della società; ci riporterà a quando eravamo bambini, garantendo una specie di rigenerazione sociale. In parole povere, solo la fantasia ci rimetterà in dialogo gli uni con gli altri, scoprendo una sorprendente capacità empatica in noi stessi. Da vedere. Giovanni Luca Montanino