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UCCELLO DI FUOCO (L') - coreografia Paola Sorressa

"L'Uccello di Fuoco" - coreografia Paola Sorressa "L'Uccello di Fuoco" - coreografia Paola Sorressa

Mandala Dance Company
Direzione artistica Paola Sorressa
primi ballerini guests: Fabio Crestale, Martin Zanotti
Coreografia e regia Paola Sorressa
Coproduzione Mandala Dance Company
Fondazione Teatro Comunale di Modena
Modena, Teatro Comunale "Luciano Pavarotti", 14 marzo 2014

www.Sipario.it, 15 marzo 2014

Che la danza non stia attraversando il suo periodo più fulgido si sa, ma anche in questo caso non bisogna fare di tutte le erbe un fascio. Non tutte le compagnia italiane di danza in circolazione in questo momento sono di basso livello, anzi, alcune stanno crescendo molto per trovare una giusta collocazione nel mondo del balletto attuale, per l'ottimo lavoro di ricerca che portano avanti con determinazione e sacrificio, mettendo a punto l'aspetto fisico della tecnica e quello spirituale legato al significato delle messe in scena. Dopo questa premessa però bisogna aggiungere che in questa rosa di compagnie di qualità non si può annoverare la Madala Dance Company, esibitasi venerdì 14 al Teatro Comunale Luciano Pavarotti di Modena. La compagnia nata nel 2006 ha presentato in prima assoluta un discutibile Uccello di fuoco che prevedeva la presenza dell'etoile Giuseppe Picone e che poi ha visto in scena i sostituti Fabio Crestale e Martin Zanotti, primo ballerino del Balletto di Milano. Cimentarsi nella coreografia de L'uccello di Fuoco di Stravinsky, celebre balletto dai tratti mitologici e ancestrali, uno dei cavalli di battaglia dei Balletti Russi di Djaghilev e la cui prima coreografia riporta la firma di Mikhail Fokine è già impresa titanica, e per Paola Sorressa, direttrice e coreografa della mandala dance company è stato evidentemente troppo azzardato dal momento che il risultato si è dimostrato alquanto scadente. In primis per fare della buona danza ci vogliono dei buoni danzatori la cui tecnica ed i cui fisici devono essere impeccabili, e questo mancava, poi la struttura del balletto era assolutamente inesistente. Si perdeva il senso del contenuto del balletto, dove non si ritrovava per nulla quel viaggio iniziatico dell'essere verso la conoscenza di sé e del mondo, quel percorso fisico e spirituale sul tema della rinascita, che riporta all'antico mito della Fenice, materiale che è alla base della musica di Igor Stravinskij. Anche i due primi ballerini, solitamente apprezzati in altre produzioni, qui apparivano impoveriti di espressività e poco congrui anche nella prestazione fisica. Un vero peccato se si pensa che questo spettacolo era inserito nel programma della stagione di uno dei teatri più insigni d'Italia, il comunale Luciano Pavarotti di Modena. Da qui una conclusione d'obbligo, Bisogna assolutamente che le direzioni dei teatri facciano maggior attenzione quando scelgono artisti e spettacoli per la loro programmazione, affinchè resti sempre alta la qualità dei loro cartelloni.

Francesca Camponero

Ultima modifica il Sabato, 15 Marzo 2014 19:20

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