Alessio Accardo-Chiara Giacobelli-Federico Govoni FURIO SCARPELLI. IL CINEMA VIENE DOPO Le Mani, Genova, euro 20.00, pp. 348 (CINEMA - Alberto Pesce)
Ad Age (Agenore Incrocci) e Furio Scarpelli, coppia di sceneggiatori talmente connaturata che Hitchcock l'aveva creduta una sola persona, e al loro cinema "storia che si fa commedia", dodici anni fa Alessio Accardo aveva già dedicato un corposo volume. Ma ora, complici anche l'eclettica scrittrice Chiara Giacobelli e il critico Federico Govoni, Accardo con minuziosa ricerca biofilmografica si concentra su Scarpelli. Naturalmente, riprende discorso anche sul lungo sodalizio con Age, dal 1948 assieme nel giornale umoristico "Marco Aurelio" al 1983 di "Il tassinaro" per Sordi, inclusi per Totò "la farsa come madre" e dopo la lezione di Amidei "il neorealismo come padre" (filialità come se le è fissate Scarpelli), e da I soliti ignoti e La grande guerra di Monicelli, Tutti a casa e A cavallo della tigre di Comencini, La marcia su Roma e Il tigre di Risi. Sedotta e abbandonata e Signore e signori di Germi, Dramma della gelosia e C'eravamo tanto amati di Scola quanto i due abbiano fornito al cinema italiano ritmi, macchiette, battute, anche ideologia e una certa cattiveria antisentimentale in equilibro tra comicità e dramma. Ma come si dilunga sul periodo che precede il sodalizio con Age, papà Filiberto e lezione di vita tra immaginazione e ironia, Furio vignettista tra "Il Balilla" e il "Bertoldo", ne prolunga analisi biofilmografica oltre rottura con Age lungo altre collaborazioni, vocazione didattica al Centro Sperimentale per racconti d'istinto dickensiano (come era suo stile) anche con gli allievi a lui più cari dall'Archibugi a Virzì (non a caso sono i due che in appendice cinturano una trentina di testimonianze sul "touch" di Scarpelli), con quella "fissazione dell'anticinemismo" che alla fine si rifletterà anche negli ultimi fumettistici sfoghi in disegni e pitture.
Alberto Pesce
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