Andrea Camilleri NIPOTE DEL NEGUS (IL) Sellerio editore Palermo, Anno 2010, Euro 13.00, pp.224 IL TRIONFO DEI PROPRI IDEALI Cronaca dell’entroterra siciliano, romanzo psicologico, memoriale autobiografico, saggio storico, trattato giuridico-morale, romanzo giallo e fantasia si snodano tra molteplici sfaccettature. L’opera si presenta come un dossier composto da “carpette” che contengono lettere ufficiali e ufficiose, comunicati governativi perentori, telegrammi, proclami, documentazioni d’archivio, ritagli di giornale, frammenti dialogici-narrativi notturni e diurni tenuti nei luoghi più disparati tra gli abitanti di Vigàta. I dispacci ufficiali coinvolgono il Ministro degli Esteri Corrado Perciavalle, il direttore della Scuola Mineraria Carmelo Porrino, il Commissario di Vigàta Giacomo Spena, il Prefetto e il Questore di Montelusa, rispettivamente Felice Matarazzo e Filiberto Mannarino, Antonio Fortuna, la Curia vescovile, le Agenzie del Banco di Sicilia, … poco importano i nomi e i ruoli, i destinatari sono tutti marionette dibattute fra ipocrisie, timori, servilismo e apparente fierezza, con l'atteggiamento di chi vuole salvaguardarsi la carriera, ma percepisce su di sè il rischio di pregiudicare il luminoso avvenire che lo aspetta. L’illuministica razionalità di Andrea Camilleri si riflette anche nello stile che è terso, cristallino, essenziale, rinvigorito da un linguaggio asciutto che va dal registro colto della burocrazia a frammenti di parlate spesso inframmezzati dalle intrusioni dialettali. Sintagmi, onomatopee, doppi sensi, metafore, similitudini, a una prima lettura, possono disorientare, appaiono oscure, ma, proseguendo, si riesce a dar un significato anche a lemmi dal gusto inconfondibile come ‘ntìfico, specchiàta, babbiàre, taliàre, nèsciri, macàri, mìzzica, stràmmo, arrivèrsa, accussì, embè … La macrostoria entra nella microstoria, gli aspetti più prettamente narrativi la ritraggono e consentono al lettore di introiettare i messaggi di ampio spessore insiti nei sette capitoli del “Nipote del Negus”, con fortissimi imperativi morali e civili per quanti riescono a penetrare nella tessitura capillare del racconto e, attraverso di esso, marchiare personaggi sclerotizzati in una forma. L’incipit è dato da un fatto realmente accaduto, la frequenza, nell'agosto del 1929, alla scuola mineraria di Caltanissetta, di Grhane Sollassié Mbassa, che, rinforzando espansionistiche sull’Africa orientale, si presenta al DUCE come un formidabile trampolino di lancio. Qui finisce la verità storica e inizia la fantasia. Il diciannovenne abissino si iscrive alla Regia Scuola Mineraria di Vigàta, provocando un generale scompiglio per l’incapacità di superare le barriere della reciproca diffidenza fra bianchi e neri. A far crollare la situazione sopraggiunge una missiva di Mussolini in persona, che sollecita il principe a scrivere una lettera di elogi spropositatati sul Fascismo allo zio Ailé Selassié, allo scopo di facilitare la risoluzione dell’annoso contenzioso con l’Etiopia per la definizione esatta dei confini con la Somalia; da lui si aspetta un contributo alla soluzione diplomatica delle divergenze con il re abissino. Il nipote del negus temporeggia, affascinato da molte promesse e cifre spropositate, ricevendo molto e senza nulla mai concedere. Il giovane Principe, “che, nel suo ciclonico percorso, lascia dietro di sé rovine e danni” (A. Camilleri, ibidem), si fa beffe delle forze dell'ordine, delle regole e della buona educazione per poi scomparire nel nulla. L’ellissi del discorso, del resto, lascia solo intuire attraverso un’indicazione topografica, l’Albergo Trinacria … tutto, per il resto, è affidato alle esclamazioni plastiche prolungate, indice prolettica della tresca amorosa tra la “Michilìna laida assà, nìvura di pelli, con le gamme torte, i baffi”, e l’atleta dell’inganno … Oddio, Gesù, ohio, così, sì, ancoraancoraancoraancoraancoraancora … un piacere sessuale che spingerà i due amanti alla fuga … Volatizzati … e i misteri s’infittiscono … Si scopre, intanto, che … che … che … Fiato sospeso fino alla fine. Scia pessimistica nell’animo del lettore? Solo in apparenza, però, perché, sostazialmente, “Il nipote del Negus” è un prezioso laboratorio culturale che consente di rivisitare fedelmente il clima degli anni '30 minato da rivalità personali interne e, in tal senso, rappresenta uno specchio rinfrangente per i giovani studenti; questi ultimi trovano in Camilleri input di grande formazione perché, contrastivamente, attraverso esegèsi approfondite, dimostra l’urgenza di lottare per far trionfare i propri ideali, stimolare la propria vivacità percettiva, mettersi alla prova, sempre e comunque, per abbattere i muri di acciaio tra i propri simili. Matilde Perriera |
Nipote del Negus (Il) di Andrea Camilleri
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