de Sebastián Durón (1660-1716)
Zarzuela en deux journées, créée vers 1701-1706 sur le livret d’un poète anonyme
Direction musicale Vincent Dumestre
Mise en scène, chorégraphie Omar Porras
Assistante mise en scène Marie Robert
Scénographie Amélie Kiritzé-Topor
Lumières Mathias Roche
Costumes Ateliers MBV Bruno Fatalot
Accessoires, pyrotechnie Laurent Boulanger
Perruques, couronnes, maquillages Véronique Soulier
Assistants musicaux Loris Barrucand, Camille Delaforge
Conseillère linguistique Sara Agueda
Coronis Ana Quintans
Triton Isabelle Druet
Protée Emiliano Gonzalez Toro
Ménandre Anthea Pichanick
Sirène Victoire Bunel
Apollon Marielou Jacquard
Neptune Caroline Meng
Iris / ensemble vocaux Brenda Poupard
Rosario / ensemble vocaux Olivier Fichet
Danseurs et acrobates Ely Morcillo, Alice Botelho, Elodie Chan, David Cami de Baix, Caroline Le Roy, Michaël Pallandre
Production Théâtre de Caen (créé au théâtre de Caen les 6, 7 et 9 novembre 2019)
Coproduction théâtre de Caen, Théâtre National de l’Opéra-Comique, Opéra de Limoges, Opéra de Rouen Normandie, Opéra de Lille, Le Poème Harmonique
Ce projet bénéficie du soutien de la Plateforme Normandie Lyrique et Symphonique portée par la Région Normandie et l’État.
Les costumes et les décors ont été fabriqués par les ateliers de l’Opéra de Limoges et du Théâtre de Caen.
Rouen, Opéra de Rouen Normandie - Théâtre des Arts 31 gennaio 2020
Successive rappresentazioni
Opéra de Limoges, 11 et 12 février 2020
Maison de la culture d’Amiens, 13 mars 2020
Opéra de Lille, 22, 24 et 25 mars 2020
Opéra Comique (Paris), 2, 3 et 4 mai 2021
Al Théâtre des Arts di Rouen grandi erano la curiosità e l’attesa per la quasi del tutto ignota Coronis, evocata come « une redécouverte par le Poème Harmonique d’un trésor lyrique du début du XVIIIe siècle dans la mise en scène fantaisiste d’Omar Porras et la direction colorée de Vincent Dumestre ». Giustamente definito “tesoro lirico”, la Coronis di Sebastián Durón (1660-1716), organista della Real Capilla del re Carlos II a Madrid, ha dalla propria parte originalità ed esotismo, elementi che naturalmente affascinano il pubblico di ogni tempo. Creata verso il 1701-1706 su libretto di un poeta anonimo, Coronis appartiene al genere della zarzuela, un tipo di spettacolo musicale di corte del secolo XVIII in cui si mescolano il serio e il faceto, il dotto e il popolare, il tragico e il pastorale, il cantato e il parlato, in un vero e proprio mélange scenico e acustico.
Presentata al giovane re di Spagna Filippo V (nipote di Luigi XIV), Coronis è una pastorale mitologica completamente cantata, declinata in due giornate (e non in atti). Con rari richiami alla storicità dell’antica narrazione mitologica, questa zarzuela ha per protagonista la bella Coronis, ninfa bramata dal brutto Tritone, e infine amorevolmente contesa da Nettuno e Apollo, che non esitano a intrattenere una vera e propria battaglia celeste. Divampate le fiamme nel tempio, Coronis viene salvata da Tritone, speranzoso di ottenere così l’amore della fanciulla, ma questi resta mortalmente ferito da Apollo. Lo scontro finale fra i due dèi è scongiurato da Iris, messaggera di Zeus, e la pace è siglata con le nozze fra la bella Coronis e il dio Apollo.
Nel contesto di una spettacolare messa in scena, ricca per la varietà di proposte e divertente per i suoi toni fiabeschi, di questa rappresentazione di Coronis restano impresse la veracità e l’incisiva sollecitazione emotiva del pubblico, sospinto su sentimenti contrastanti, da cori ironici e giocosi ritornelli a melanconici lamenti, in un vortice di registri che spazia con rapidità dal comico al tragico, e che nel risentire di molteplici influenze rispecchia altresì musicalmente la pienezza strabordante del gusto barocco.
Di merito è la scelta “filologica” di un cast quasi interamente femminile, specchio – com’è stato rilevato dal direttore musicale Vincent Dumestre – di quella Spagna borbonica in cui solo le donne erano educate a cantare, mentre i cantori della cappella reale disdegnavano la scena. Buona performance, vocale ed espressiva, sia per l’ensemble sia per i protagonisti, fra i quali emergono le voci delle soprano che interpretano Coronis, Apollo e Nettuno, e il tenore che veste i panni del vecchio Proteus. Un apprezzamento va anche a danzatori e acrobati, precisi nel gesto tecnico e magnetici senza oscurare la scena agli attori di ruolo.
Una produzione complessa e originale questa di Coronis – resa possibile da un fino lavoro di riscoperta musicale della zarzuela e alla competenza di una coraggiosa équipe d’interpreti d’abilità versatile –, che merita interesse e curiosità per una delle successive repliche in programma.
Selene I.S. Brumana