di CLAUDIO PALLOTTINI
con FLAVIO INSINNA
regia GIGI PROIETTI
Claudio Corvini, Tromba
Armando Sciommeri, Batteria
Stefano Cantarano, Basso
Enrico Bracco, Chitarra
arrangiamenti musicali Mario Corvini
scene e costumi Susanna Proietti, Maddalena Marciano
Roma – Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone
TEATRO STUDIO GIANNI BORGNA 13 e 14 aprile 2024
Gli uomini di talento sono straordinari. Esercitano un fascino che rasenta la magia. Possiedono un potere che può sfociare nella manipolazione. Non per loro volontà, ma per desiderio di chi li ammira e vuole, con ogni forza, mettersi nelle loro mani, condiscendere con qualsiasi loro volontà. Perché? Per entrare a far parte di un cosmo distante anni luce. Non per comprendere come funziona o di quali componenti è fatto, ma per illudersi di essere persone anormali, dotate di chissà quale dono divino in grado di dar vita ad opere d’arte che resteranno nel tempo trascendendo i secoli e i millenni. Per via di questo, i talentuosi, gli artisti soprattutto, appaiono come dei grandi egoisti, persone dalla coscienza ipertrofica, capaci di atti di insensibilità che nemmeno l’uomo più crudele del mondo sarebbe in grado di commettere. È davvero così? Non credo. Non sempre almeno. Talmente impegnati, assorti nell’adempiere alla sola missione per la quale sono nati: esprimere sé stessi dando vita a opere d’arte, gli uomini di talento non possono fare altro. E poco importa se ciò vuol dire non tenere conto di chi incontrano sul loro cammino, di ciò che prova la tale persona: se ammirazione o risentimento. Conta soltanto creare. Perché creando, esistono. E come disse qual tale: esiste, vive solo ciò che lascia traccia di sé. La vita di Chet Baker, questo straordinario trombettista autore di musiche intramontabili: My Funny Valentine e When I fall in love per citarne due famosissime, fu un artista dal talento unico. Ma come persona, fu quanto di più difficile si potesse incontrare: sleale eppure generoso talvolta, fastidiosamente individualista, eroinomane, disumano all’apparenza – come chiunque dotato di un talento che sovrasta la sua esistenza e la governa – ma capace spesso di atti di un’empatia rara. Baker, nella sua lunga e complicata carriera, ebbe successi e cadute. Ma seppe sempre rialzarsi, soffrendo e mietendo, ad ogni rinascita, un successo dietro l’altro. Sino a quando, consumato da una vita vissuta sempre al limite, non ebbe più la forza di continuare e così si arrese. Chet Baker. Una Martin’s Deluxe, andato in scena all’Auditorium, racconta la vita del grande trombettista jazz attraverso le parole di Daddy Dan: amico di Chet, invidioso del suo successo, uomo deluso dall’esistenza. Unica sua consolazione: collezionare cimeli di famosi musicisti tra cui la tromba di Chet. È stato Flavio Insinna a dar voce ed anima sia a Daddy che alla vita di Baker. E lo ha fatto con una delicatezza, una dolcezza, un’empatia ed una precisione nella recitazione davvero straordinarie. Ha pronunziato ogni parola con cura, imprimendo il giusto ritmo e l’adeguata intonazione senza sbagliare in nulla. Una musicalità attoriale che si è integrata a meraviglia con le note eseguite dal complesso jazzistico in scena insieme ad Insinna. Uno spettacolo delicato e potente, elegante, classico e originale al contempo. Soprattutto, una prova d’attore di gran classe quella di Flavio Insinna. Pierluigi Pietricola