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EUROPEAN UNION YOUTH ORCHESTRA - BolzanoFestivalBozen 2022

European Union Youth Orchestra. Foto Tiberio Sorvillo European Union Youth Orchestra. Foto Tiberio Sorvillo

JAE HONG PARK Pianoforte
GIANANDREA NOSEDA Direttore
Progrmma
Hannah Kendall
Nexus
Prima mondiale – Commissionato da European Broadcasting Union
Sergej Rachmaninov
Rapsodia su un tema di Paganini Op. 43
Igor Stravinskij
Le Sacre du printemps
BolzanoFestivalBozen 2022
Bolzano, Teatro Comunale, 16 agosto 2022

www.Sipario.it, 19 agosto 2022

E sempre festa della musica a Bolzano, in estate, per i concerti eventi della EUYO, l'orchestra giovanile dell'Unione Europea, (selezionati strumentisti fino ai 26 anni) per quel legame che l'orchestra instaurò con la città fin dal 1980, quando per circostanze fortuite, fece il suo primo concerto in quella che poi divenne la sua città adottiva, diventando unica tappa italiana negli annuali tour internazionali e ora inseriti ormai nel complesso programma di BolzanoFestivalBozen. La presenza dell’orchestra in quegli anni di inizio ’80 fu l'occasione di ascoltare direttori di fama internazionale che si sono alternati sul quel podio: da Claudio Abbado, fondatore dell’orchestra all'attuale direttore principale Vasily Petrenko, coadiuvato da Bernard Haitnik; furono gli anni in cui i concerti si svolgevano in Duomo a Bolzano quale unico spazio in grado di accogliere un pubblico numeroso. Da allora sono transitati, in una periferia geografica che con accurate scelte culturali si è affermata del panorama degli eventi musicali internazionali, Vladimir Ashkenazy, Carlo Maria Giulini, Lorin Mazel, Zubin Mehta, Georg Solti, Manfred Honeck e tanti altri nomi in qualità di direttori dell'orchestra Europea nel corso dei suoi tour annuali.
E come da tradizione, il teatro comunale, nel pieno del suo pubblico, ha accolto l'orchestra questa volta diretta da Gianandrea Noseda, un ritorno questo con l'orchestra europea, che inseriva nel programma la presenza del vincitore del Concorso Pianistico Busoni 2021 il coreano Jae Hong Park, che il pubblico di Bolzano ha acclamato vincitore del prestigioso concorso, presente in regione per un breve tour anche assieme all'Orchestra regionale Haydn di Bolzano e Trento. Occasione di verifica sulle reali qualità di pianista che si cimentava nel Rapsodia su un tema di Paganini Op. 43 di Sergej Rachmaninov, nel mezzo di un programma di particolare intensità tra la composizione della musicista inglese Hannah Kendall, Nexus in prima mondiale, appositamente Commissionata da European Broadcasting Union e Le Sacre du printemps di Igor Stravinskij.
La composizone Nexus di Hannah Kendall è stata commissionata per commemorare il 250° anniversario della nascita di Beethoven con l'intento di sintetizzare il concetto di come un compositore vivente interagisse con quello storico. Presente in sala e salutata dal pubblico presente, la compositrice nata a Londra nel 1984, figlia di genitori originari della Guyana, è cresciuta a Wembley, in una famiglia di musicisti Jazz, studiando composizione presso il Royal Welsh College of Music and Drama. Per la sua attività di divulgazione musicale e di composizione è stata insignita del Premio Hindemith 2022 per la composizione musicale. Nexus, come sottende lo stesso titolo, mette in relazione l'anno di composizione della Sinfonia n. 5 di Beethoven, 1808, stesso anno in cui entrava in vigore il divieto di importazione di schiavi negli Stati Uniti. Tra citazioni di elementi beethoveniani, la Kendall inserisce canti della diaspora africana con caratteristiche armoniche e melodiche, che hanno un riferimento con elementi compositivi delle avanguardie storiche nel primo Novecento, di quei compositori che tra innovazione e avanguardia seppero mantenere legami con la scrittura tonale.
Per il pianista coreano è stato un gradito ritorno sul palco del Teatro Comunale confermando quelle che sono state grande le motivazioni che l'hanno portato al premio: possesso di tecnica, scelta interpretativa originale tra rigore classico e facilità nel virtuosismo senza effettismo. Del resto la Raspodia su tema di Paganini è unanimemente considerata come uno dei lavori maggiormente riusciti di Rachmaninov. In essa, infatti, il compositore ha abilmente coniugato l'estro virtuosistico con il rigore della costruzione formale, realizzando un brano che mette d'accordo il gusto del largo pubblico, attento alla facilità melodica ed alla brillantezza cromatica, con le attese dei più esperti, in grado di cogliere l'originale solidità di quest'opera che non è solo un tributo a Paganini come si evince nelle prime battute oggetto di variazione, quanto a Franz Liszt, che a sua volta, nel 1838, lavorò sullo stesso Capriccio nei suoi Études d'éxécution trascendante d'après Paganini. Un omaggio, dunque, tra grandi virtuosi del pianoforte e compositori che, idealmente, si sono passati il testimone a cavallo di due secoli, come si evince dal ripetuto tema del Dies Irae dalla Totentanz dello stesso Liszt oggetto di riprese e materia di dialogo con l'orchestra.
Il merito di Noseda è stata quello di aver raccolto l'orchestra e messa a disposizione delle esigenze interpretative del solista, vista come una lettura antologica dei temi ricorrenti del compositore russo con i continui rimandi a elementi ripresi dai concerti di pianoforte e inserimenti di nuclei dalle sue sinfonie, dominati tra accesi virtuosismi e momenti di liricità espressiva. Una scrittura che offre ampia autonomia alla parte pianistica, con l’orchestra che cerca di ritagliarsi spasi quasi in contrapposizione con lo strumento solistico. Il successo è stato trionfale: lunghe acclamazioni hanno accolto la conclusione dell'esibizione del coreano che ha salutato il pubblico bolzanino con un bis omaggio all'arte di Joahnn Sebastian Bach a dimostrazione della sua capacità di lettore attento e misurato.
Gianandrea Noseda si è ripreso il podio con Le Sacre du printemps di Igor Stravinskij con una sua propria lettura dinamica che evita gli eccessi timbrici e gli stacchi tra i tempi. Disvela un mistero in questa partitura per balletti che come definisce Claude Debussy in un ricordo a Stravinskij
"...Ho sempre impresso nella memoria il ricordo di quando, a casa di Laloy, suonammo la vostra Sagra della Primavera... Mi ossessiona come un magnifico incubo e cerco, invano, di rievocare quell'impressione terrificante". Già perché inquieta di per sé questa musica per quel rievocare antichi riti ancestrale di morte, una musica che corre verso la catastrofe, che Noseda fa propria, ma con una gestione attenta a non mischiare i suoni ed a esaltare ogni singolo elemento dell'orchestra giovanile, dalle prime parti alle sezioni al completo. Un boato di entusiasmo ha accolto la conclusione dell’esecuzione, da parte di un pubblico composto prevalentemente da giovani se non anche da giovanissimi (i costi dei biglietti agevolavano gli under 25) nonché dall’elemento economico e politico, sostegno di questi eventi.
E' stato difficile per l'orchestra fare un bis e Noseda è riuscito con un omaggio di un breve e simbolico brano, una serenata notturna di compositore ucraino.
Festa della musica fino alla conclusione con un "rompete le righe" di gaia e allegra confusione musicale fatta dai componenti dell'orchestra che tra ritmi di ogni tipo, hanno salutato il loro pubblico.

Federica Fanizza

Ultima modifica il Sabato, 20 Agosto 2022 09:51

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