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Alberto Di Risio

PUR DI FARE COMMEDIA – regia 
Alberto Di Risio

Paolo Belli. Foto Elia Pozzan Paolo Belli. Foto Elia Pozzan

di Alberto Di Risio e Paolo Belli
con Paolo Belli e i musicisti Juan Carlos Albelo Zamora, Gabriele Costantini, Mauro Parma,
Enzo Proietti, Gaetano Puzzutiello, Peppe Stefanelli e Paolo Varoli
regia Alberto Di Risio
produzione PB Produzioni
teatro Mattarello, Arzignano (Vicenza) 4 febbraio 2023 

www.Sipario.it, 8 febbraio 2023

Paolo Belli, per chi non lo dovesse conoscere nonostante le sue presenze popolari il sabato sera sulla rete principale Rai a fianco di Milly Carlucci, è un musicista che ormai da molti anni sa come riuscire a intrattenere il pubblico attraverso il suo grande amore, le sette note, appunto. Blues, soul, funky, eccelle in tutto e lo fa con trasporto unico. In questo suo spettacolo che ha iniziato da poco a girare la penisola, “Pur di fare commedia”, scritto con Alberto Di Risio che cura anche la regia, sul palco è con i suoi fidi musicisti, sette elementi con cui da una vita divide il suo lavoro. Nomi e garanzie, nel senso di condivisione certa, di qualità ed entusiasmo, cose proposte al pubblico anche in questa occasione che segue idealmente e praticamente il precedente “Pur di fare musica”. Una passione resiliente e costruttiva. Ma andiamo nello specifico dello spettacolo visto ad Arzignano, al teatro Mattarello: lo swing stavolta lascia un po’ più di spazio alle battute, agli aneddoti con Belli alle prese coi suoi musicisti, con un clima allegro in sala (e la presenza di Carolyn Smith), e un’attesa su quello che si va a vedere e a d ascoltare. Tra un brano e l’altro, accennati o interi, entra sul palco uno dei maestri di musica della piccola orchestra in tenuta da sci, in ritardo. Non basta di certo, poi c’è il chitarrista sordo Gelido, i cantanti Juan, Two, Tri, tutti interpretati da Juan Zamora, giocando sulle parole coi nomi. E’ un testo potpourri, per così dire, un variegato esempio di dialogo a volte surreale tra protagonisti e spettatori, intercalando brani più o meno conosciuti e raccontini brevi. Passano le canzoni dunque “Sotto questo sole”, “Angelo angelino”, persino un “Guantanamera” riallacciandosi a un’altra battuta, “Hey, signorina Mambo”, “Ladri di biciclette”. Uno spettacolo, questo, che ha il sapore di uno show televisivo, dove tutto è abbastanza coordinato, e ci si può rifare gli occhi ,volendo, con personaggi strampalati che però sanno offrire la loro arte, con assoli di grande valore ed ascolto molto piacevole. Belli del resto è immerso nel suo grande amore, appunto, quella musica che lo fa sognare da sempre e che vince su tante tragedie immani, momenti sconsolati, spiacevoli visioni. Continuano poi i richiami a dei grandi, come Santana, Jannacci (con “Vengo anch’io ,no tu no”), Renato Carosone. Il testo di Di Risio e dello stesso Belli è leggero, rilassante, e può anche rientrare in una stagione teatrale come un richiamo estroso, un diversivo simpatico e Dio sa quanto anche in teatro talvolta se ne ha bisogno. In sintesi, dunque, un’oretta e mezza di buona musica suonata da professionisti, un testo che fa ridere quasi a ogni battuta senza per forza esser sottolineata, accentuata con il contorno di un bel teatro pieno (altra cosa che certamente fa molto piacere a rivedere, e questo lo sappiamo meglio di tutto). Il tempo passa veloce, la gente seduta nelle poltrone è libera da pensieri e si diverte, è quindi una serata che anche senza molte pretese va in scena, con il discorso finale di Paolo Belli a ringraziare le mamme, soprattutto quelle che credono sia giusto che i loro figli frequentino le scuole di musica. Per dirla al modo di chi sta su quel palco è una serata SCM, di sano cazzeggio musicato. Si chiude con “Ho voglia di ballare”. Certo Paolo Belli e i suoi non hanno dimostrato particolari doti attoriali  ma non era certo quello che gli si chiedeva loro…

Francesco Bettin

Ultima modifica il Venerdì, 10 Febbraio 2023 00:32

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