Di Franco Alfano
Dramma in quattro atti (dal romanzo di Lev Tolstoj)
Parole di Cesare Hanau
Musica di Franco Alfano
Edizione: Casa Ricordi, Milano
Katiusha Anne Sophie Duprels
Dimitri Matthew Vickers
Simonson Leon Kim
Sofia Ivanovna Francesca Di Sauro
Korablyova/Vera Ana Victoria Pitts
Matryona Pavlovna/Anna Romina Tomasoni
Allestimento della Wexford Festival Opera
Direttore Francesco Lanzillotta
Regia Rosetta Cucchi
Scene Tiziano Santi
Costumi Claudia Pernigotti
Luci Ginevra Lombardo
Basati sul design originale di D.M.Wood
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
Maestro del Coro Lorenzo Fratini
Con sopratitoli in italiano e inglese a cura di Prescott Studio, Firenze
Con Inserra Chair (Monteclair State University) e ICAMus, USA
Firenze, Teatro del Maggio Musicale Fiorentino 19 gennaio 2020
Non è per caso questa riscoperta di Franco Alfano, a lungo ricordato solo per il suo discusso apporto alla Turandot di Puccini. Già proposto con delle vere chicche alla Scala e all’Opera di Roma, ed ora questa Risurrezione, che pure fu rappresentata con successo fino agli anni ’50, oggi al Maggio Fiorentino ha di nuovo riempito il teatro e riscosso consensi da parte del pubblico più eterogeneo.
Folgorato dal romanzo di Tolstoj, il testamento della sua vecchiaia, l’opera è stata reinventata dal giovane Alfano sulla misura di prodotto teatrale e musicale, rispondendo ad una sensibilità diversa da quella dello scrittore, i cui sensi di colpa per aver fatto parte di una classe privilegiata rivivono nel protagonista Dimitri, mentre il musicista pone quale protagonista assoluta la sua vittima, Katiusha. Una prova estremamente impegnativa, che vede la stessa dapprima ingenua adolescente, in seguito donna cinica e disperata nell’abiezione delle prigioni, infine eroina consapevole in Siberia: Anne Sophie Duprels mostra, in questo ruolo di soprano drammatico interpretato con momenti di duro verismo, tutte le qualità che le sono riconosciute. Molto apprezzato anche Matthew Vickers come Dimitri, perfetto per physique du role e per le qualità vocali che valorizzano in particolare la musicalità italiana che il compositore, pur alla ricerca delle nuove vie espressive caratterizzanti il momento storico, non abbandona mai, soprattutto per esprimere i sentimenti positivi e umanistici dell’ultimo Tolstoj. Opera di interpreti ma anche opera corale, in questo allestimento che la regista Rosetta Cucchi ha pensato per il Wexford Opera Festival del quale è direttore artistico e per il Maggio, emergono le qualità di numerosi componenti del glorioso coro fiorentino e, nella parte del prigioniero politico seguito da Katiusha in Siberia, il giovane Leon Kim, baritono coreano vincitore di importanti concorsi nel nostro paese e ormai qui di stanza.
Un gioco di squadra perfettamente riuscito anche l’allestimento scenico, che ha visto le scene di Tiziano Santi, i costumi di Claudia Pernigotti e le luci di Ginevra Lombardo, basate sul disegno originale di M.D. Wood. All’orchestra del Maggio diretta da Francesco Lanzillotta il compito non facile tessere un tappeto musicale sfaccettato, che va dalla cantabilità del finale sinfonico catartico (espressione della possibile resurrezione dell’umanità in ognuno) alle forme spezzate adottate dal compositore per i dialoghi in prosa ritmica, che preludono alle radicali evoluzioni musicali del Novecento.
Annamaria Pellegrini