di Gioacchino Rossini
regia di Damiano Michieletto
ripresa da Andrea Bernard
direttore Francesco Ommassini
interpreti: Bianca Tognocchi, Laura Verrecchia, Francisco Brito, Leonardo Galeazzi, Filippo Fontana, Manuel Pierattelli,
scene e costumi di Paolo Fantin, luci di Alessandro Carletti
allestimento originale del Rossini Opera Festival di Pesaro
produzione per la stagione di Opera Lombardia 2015 a cura di Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli
al Ponchielli di Cremona, 6 novembre 2015
Con un plot simile il divertissement era quasi d'obbligo, meglio l'elzeviro lirico si imponeva e così ha agito Damiano Michieletto, cercando di dare smalto, briosità e vivacità ad una vicenda riletta sotto la lente della sit-com contemporanea. E infatti come non pensare a certe situation comedy televisive nell'assistere a La scala di seta, ambientata in un appartamento moderno, con tanto di cucina Scavolini, di tv con schermo al plasma, di lampade di design. Il servo Germano è un filippino, Dorvil una sorta di nerds non privo di fascino, Blansac, uno sbruffone tanto comico quanto fatuo, mentre Giulia è una morettona piacente e che si allena ascoltando l'ipod, Dormont un vecchio con l'impermeabile, e la cugina Lucilla, una repressa in cerca di liberazione sessuale.
Damiano Michieletto – complice le scene e i costumi di Paolo Fantin – mostra la voglia di giocare con una trama che è leggera e di leggerezza si nutre. Ma c'è di più. La scena della casa di Giulia è una scena aperta, ovvero mostra i vari ambienti della casa, disegnati sul palcoscenico sul modello di Dogville. Il soggiorno, la cucina, la camera da letto: i loro confini architettonici si riflettono su un enorme specchio. Nessuna parete, nessuna porta dietro cui nascondersi, come vorrebbe il plot: tutto accade a vista ed è come se il linguaggio del teatro venisse svelato nella sua finzione. Ciò fa acquistare alla vicenda un di più comico che coinvolge, convince e rende interessante, voyeuristico, quasi da Grande Fratello la storia de La scala di seta. L'intuizione registica di Damiano Michieletto – ripresa per OperaLombardia da Andrea Bernard – funziona e regala due ore di freschezza, divertimento colorato e giocoso che appagano l'occhio e l'udito, complice una effervescente direzione musicale, firmata da Francesco Ommassini e da un cast che sa non solo cantare, ma muoversi come attori. Con questi ingredienti La scala di seta del giovanissimo Gioacchino Rossini convince il pubblico e ha dimostrato grazie all'intuizione di Michieletto di saper fare dei propri punti deboli gli aspetti su cui lavorare e da cui trarre il senso della messinscena, targata Rof e oggi OperaLombardia.
Nicola Arrigoni