(All Over Lovely)
di Claire Dowie
con Flavia Mancinelli e Ottavia Orticello
Scene Flavia Tomassi
Luci Silvia Crocchianti
regia Emiliano Russo
Clan Off Teatro di Messina 11-12 marzo 2017
Claire Dowie è una scrittrice e drammaturga inglese di Birmingham, oggi sessantenne, pioniera dello Stand-up Theatre, una sorta di cabaret, che affronta col sorriso in bocca i mutamenti socio-politici contemporanei, in particolare quelli riguardanti l'identità sessuale. Uno dei suoi testi del 1997, titolato All Over Lovely ovvero Assolutamente deliziose (tradotto da Ottavia Orticello e Emiliano Russo) molto acclamato a Londra, ha interessato alcune giovani compagnie italiche, approdando adesso con la regia di regia Emiliano Russo al Clan Off Teatro di Messina. Protagoniste due attrici romane intorno ai trent'anni, la bionda Flavia Mancinelli e la castana Ottavia Orticello, designate qui con due mega-lettere: con una A verde la prima con una B rosa la seconda (le scene sono di Flavia Tomassi), atletiche all'inizio in atteggiamenti da boxeur e poi via via a rovesciarsi addosso con ritmi da mitraglia i sentimenti d'amicizia che le ha unite sin da bambine, incrinandosi il rapporto quando B se ne va in Australia, per sapere se la vita aveva un senso, ciò che voleva o non voleva, capendo a suo modo che per essere qualcuno bisogna avere i soldi. Del come farli non è che poi dia spiegazioni esaurienti. Ritornata nella sua città B si ri-incontra con A e i loro dialoghi, mentre echeggiano le note di Back to black di Amy Winehouse, sono incentrati sui genitori, in particolare sulle madri, dipinte come esseri egoiste e imbranate, in grado soltanto, come la madre di A, di preparare per la famiglia ottimi budini. Le due si esprimono con i denti fuori dalla bocca toccando la maggior parte dei temi esistenziali, cercando d'essere credibili nei loro toni cinici, brutali e a volte ilari. Sembra quasi profetico il testo della Dowie, perché credo che abbia influenzato sceneggiatori e giovani scrittori, in particolare statunitensi, a trattare temi attuali ripresi da alcune serie televisive come Sex and the City o Desperate Housewives. In definitiva lo spettacolo accalappia le giovani spettatrici che vanno in sollucchero per l'interpretazione delle due giovani protagoniste che dissacrano ogni idea femminista, spesso immedesimandosi nei loro pensieri labirintici, curiose e incuriosite senza voler sapere altro perché la curiosità ha ucciso il gatto.
Gigi Giacobbe