Creato, diretto e interpretato da Cécile Roussat & Julien Lubek
scene di Antoine Milian
animazione pupazzi e marionette di Morgane Planté
produzione di Le Shlemil Theâtre con Teatro di Charenton Saint‐Maurice
e con il sostegno di Spedidam, La Palène (Rouillac), La Vence Scène (Saint‐Egrève),
Le Chapieteau MeliMelo (Versailles), Comune di Celle-les-Bordes
Tour italiano a cura di Bags Entertainment
Trieste, Politeama Rossetti, 5 gennaio 2018
Si definiscono "Les Âmes Nocturnes" per sottolineare l'l'atmosfera lunare che racchiude la loro performance sulla scena. Sono impegnati in brevi visioni buffe, inaspettate, talora poetiche, da non prendere mai troppo sul serio. Rannicchiati su una poltrona, rinchiusi nei cassetti di una grande scrivania fanno finta di attendere a faccende quotidiane di estrema importanza: scrivere una lettera alla mamma con penna volante e calamaio, rilassarsi con un libro che improvvisamente va a fuoco, badare ad un neonato lamentoso in una vecchia carrozzina, frugare in una borsa dimenticata per poi ritrovarsi con la foggia di coccodrillo...ecco allora che imprevedibili e inspiegabili accadimenti fuoriescono dalla realtà come da un libro di magia. Basta un gesto iperbolico, una parola bofonchiata, un'accelerazione di movimenti per far scaturire l'infinito stupore che ha il fascino del gioco e dell'infanzia mai abbandonata.
I due artisti sono i francesi Cécile Roussat e Julien Lubek e si sono incontrati nel 2000 alla scuola parigina di Marcel Marceau, approfondendo poi le loro tecniche al Centre Nationale des Arts du Cirque e fondando, nel 2008, Le Shlemil Theatre. Lei, pallida e con la bocca scarabocchiata di rosso, sembra appena essersi destata dopo una notte insonne nella sua camicia del nonno, impertinente e curiosa con la sua voce stridula. Lui, con gli occhi cerchiati di nero, nostalgico, trasognato, dalla flessibilità acrobatica e dalla frenesia incontenibile. "Una sorta di Auguste e Pierrot, compagni di sventura e di poesia, che atterrano da non si sa dove, per rendere una visita effimera a questo sconosciuto mondo dei viventi."
Sono in tournée in Italia con uno spettacolo minimalista, un divertissement originale intitolato "Au bonheur des vivants" ("Le gioie della vita"). Fondono diverse forme di intrattenimento contro la noia del palcoscenico nero, privo di segni scenografici: il mimo, l'illusionismo, la manipolazione di oggetti, la clownerie, le marionette, la giocoleria. Le suggestioni che si colgono ammiccano al pop ma anche al cinema colto: dalle comiche di Ridolini ai fumetti di Gaston Lagaffe, dai dipinti di Magritte alle pellicole della famiglia Addams e alle opere di Murnau e Fritz Lang. Un cortocircuito esplosivo di meraviglie, volte a stupire con la loro semplicità soprattutto gli occhi increduli dei bambini.
Gli scherzi si succedono senza legami narrativi, per associazioni casuali, fuoriescono da uno scatolone dove, come Clov e Hamm, i due si ritrovano claustrofobicamente rinchiusi. Sono animati da delicatezza onirica, assurdità, inebriante e continua per la presenza di un altrove che spiazza la logica del reale. Gli oggetti del quotidiano sembrano metterli in difficoltà per la loro ribellione ad oltranza: radio impazzite, poltrone musiciste e mangiauomini, peluche bizzarri e Babbi Natale giganti che piombano dal cielo. Ma i due sono destinati a fallire nella ricerca di una vana quiete alle emozioni, di una rassicurante normalità: tutto è paradosso, è sconvolgimento delle regole, disarticolazione fisica continua. Come succede a dei fantocci usurati, nel finale a Cécile e Julien cadono mani, gambe e testa per poi ricomporsi subito dopo con il corpo e trovare un surreale sorriso.
Elena Pousché