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CARNAVAL BAROQUE (LE) - regia e coreografia Cécile Roussat

“Le Carnaval Baroque”, regia e coreografia Cécile Roussat. Foto Laurent Guizard “Le Carnaval Baroque”, regia e coreografia Cécile Roussat. Foto Laurent Guizard

Le Carnaval Baroque
musica, circo e teatro nella ricostruzione di un carnevale romano del XVII secolo
Le Poème Harmonique
Anaïs Bertrand contralto
Paco Garcia tenore
Martial Pauliat tenore
Igor Bouin baritono
Camille Aubret violino
Isaure Lavergne flauto, fagotto
Adrien Mabire cornetto
Lucas Peres viola da gamba, chitarrino
Michèle Claude percussioni
Simon Guidicelli contrabbasso
Stefano Amori, Julien Lubek, Désiré Lubek attori, mimi
Antoine Hélou, Rocco Le Flem, Max Spuhler, Victor Zachor, Quentin Bancel acrobati
direttore e chitarra barocca Vincent Dumestre
regia e coreografia Cécile Roussat
scene François Destors
costumi Chantal Rousseau
luci Christophe Naillet
Teatro Alighieri, Ravenna 04 giugno 2024

www.Sipario.it, 9 giugno 2024

Che la festa abbia inizio! Quasi vent'anni fa, Vincent Dumestre immaginò una prima versione di questo Carnaval Baroque, al crocevia tra musica barocca e arti circensi, un'evocazione burlesca e poetica della fine dell'inverno a Roma nel XVII secolo. La versione di questo spettacolo presentata al Ravenna Festival 2024 è straordinariamente ritmata e visivamente coinvolgente e il gradimento del pubblico è totale, che si tratti dei colori, dell'occupazione dello spazio, dei bei costumi di Chantal Rousseau. Vincent Dumestre e Cécile Roussat hanno proposto una passeggiata per le strade della Roma del ‘600: dai fasti parodiati di un banchetto aristocratico alle suggestioni del teatro che si immerge nelle origini dell'arte circense, associato alle feste popolari, a una caccia all'uomo, poi a un teatrino su traliccio allestito per parodiare Monteverdi e il suo Lamento della Ninfa. L'ambientazione religiosa del Carnevale è rievocata da un sipario che si alza su un corteo religioso ricco di candele e chiaroscuri. Anaïs Bertrand non ha lesinato il suo tono pieno, molto diretto, Igor Bouin la sua trasmissione ben ancorata, Martial Pauliat è stato un po’ calante negli acuti, mentre l'eccellente Paco Garcia coinvolge tutti con la Tarantella del Gargano. La parte vocale ci trasporta dal nord al sud dell'Italia con partiture folcloristiche, cantabili o parodistiche, ma rispetto alle partiture strumentali, sempre puntualmente al servizio della scena, risulta più modesta. Il programma è costruito attorno al compositore d'opera Francesco Manelli, direttore di una compagnia d'opera dell’epoca, che con lo pseudonimo Il Fasolo ha composto anche musiche da carnevale. Se il suono dei sei strumentisti a volte ha mancato di ampiezza il lavoro di ritmo, colori e sfumature sviluppato dal Poème Harmonique è stato una piacevole ricostruzione, forse un po’ idealizzata. L’azione scenica è stata un incessante susseguirsi di giochi tra la gestualità di acrobati e dei mimi. La scelta della strumentazione musicale ha giocato un ruolo importante sulle atmosfere. Particolarmente piacevoli gli assoli di cornetta, flauto o colascione. Il tempo del Carnevale è quello dell'inversione dei valori, dove tutto è capovolto prima dell'austerità della Quaresima. Sconvolgere il consueto ordine del mondo è proprio del circo: giocolieri con palle, mazze, scope, ruota Cyr, giochi di prestigio, balli con la corda, acrobazie, piramidi umane... Questi artisti circensi svelano tutte le possibilità del genere con fluidità sorprendente. Sotto la maschera delle improvvisazioni, le stranezze, la follia della commedia dell’arte rendono i passaggi tecnici di scena naturali. Le luci di Christophe Naillet hanno valorizzato inoltre ogni quadro che si è avvicendato nella serata. 

Così in questo incontro tra acrobati, giocolieri, mimi, cantanti e musicisti di oggi, che ha permesso di restituire l'energia creativa della festa del carnevale, il pubblico ha ritrovato piacevolmente la sua anima infantile.

Giulia Clai

Ultima modifica il Lunedì, 15 Luglio 2024 19:26

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