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LA LUZ DE UN LAGO - regia Tanya Beyeler, Pablo Gisbert

"La luz de un lago",  regia Tanya Beyeler, Pablo Gisbert. Foto Ricardo Cases "La luz de un lago",  regia Tanya Beyeler, Pablo Gisbert. Foto Ricardo Cases

La luz de un lago
El Conde de Torrefiel
uno spettacolo di El Conde de Torrefiel
regia e drammaturgia Tanya Beyeler, Pablo Gisbert
scenografia La Cuarta Piel (César Fuertes, Iñigo Barrón García, Ximo Berenguer), Isaac Torres, El Conde de Torrefiel
performer Mireia Donat Melús, Mauro Molina, Isaac Torres
sculture Mireia Donat Melús
coordinazione e direzione tecnica Isaac Torres
suono Rebecca Praga, Uriel ireland
luci Manoly Rubio García
video Carlos Pardo, María Antón Cabot
distribuzione e produzione Alessandra Simeoni
ufficio amministrativo Uli Vandenberghe
una produzione CIELO DRIVE – Alessandra Simeoni
con il supporto di ICEC – Generalitat de Catalunya, Festival TNT, Terrassa Teatre Principal de Lloret de Mar
coproduzione
Festival GREC – Barcelona, CC Conde Duque – Madrid, Théâtre St. Gervais – Genève, Teatro Municipal de Porto – Rivoli, Festival d’Automne – Paris, Festival delle Colline Torinesi, Teatro Metastasio di Prato, VIERNULVIER – Gent
In scena: Teatro Astra 12 > 13 ottobre 2024
FESTIVAL DELLE COLLINE TORINESI

www.Sipario.it, 14 ottobre 2024

Qual è il nostro posto nel mondo? Di che materia sono fatte le relazioni che intrecciamo con gli altri? Riusciamo ancora a guardarci dentro, a scovare il coraggio di dare ascolto a noi stessi, ad affidarci alle nostre sensazioni (sebbene non sempre e non socialmente condivisibili)? I personaggi dello spettacolo La luz de un lago ci interrogano su questo e altro: i personaggi de La luz de un lago non siamo altri che noi. Prodotto dalla compagnia El Conde de Torrefiel, è un’opera che forse ambisce a sfidare le convenzioni del teatro tradizionale, mescolando elementi visivi, sonori e narrativi: non giudichiamo l'obiettivo (presunto), ma riflettiamo sui significati (molteplici e profondi) e sulle spinte, certamente offerte, a una ricerca introspettiva. Lo spettacolo è un viaggio emotivo e sensoriale che esplora i temi della memoria, della percezione e della connessione umana.

La trama è costruita attorno a un gruppo di personaggi che si confrontano con il passato, rivelando le loro speranze e paure attraverso una serie di interazioni evocative. Bagliori improvvisi squarciano l’oscurità in scena; rumori assordanti spaventano, scuotono, fagocitano il silenzio, il tono meccanico e imperturbabile della voce narrante: un’intelligenza artificiale. I performer non sono solo interpreti, ma operai e tecnici di se stessi: montano, smontano, “faticano” sotto gli occhi del pubblico.

La colonna sonora - intesa come esperienza del suono - ha un ruolo senz'altro centrale nella rappresentazione: disturbante a tratti, scuote e subito dopo accarezza; catapulta negli anfratti metropolitani più bui e sporchi, ma poi offre riparo e dolcezza. Proprio come i sentimenti che si vanno raccontando. La pièce presenta un paesaggio emotivo, al pari di un film: i suoni ambientali ne fanno parte, ma anche brani di musica elettronica concettuali e immersivi.

La luz de un lago offre spunti alla riflessione sul tema dell'amore (declinato in forme molteplici) e non solo: ogni personaggio rappresenta una diversa sfumatura dell'esperienza umana; la non accettazione di sé, l'incomunicabilità, la paura della solitudine e l'incapacità di tessere relazioni vere; la lotta per l'autoaffermazione, il coraggio di cambiare, ma anche la necessità di nascondersi; la fame di ribellione e riscatto, la vitale rottura di certi schemi, per non soccombere alle convenzioni e alle ipocrisie, all'immobilismo.

La compagnia El Conde de Torrefiel ha un approccio non soltanto innovativo, ma convincente per chi scrive: in questo spettacolo c'è molto fisico, muscoli, gomiti, scenografie mobili di cui i performer sono parte integrante (come alberi di una foresta urbana); sudore, lacrime e una voce sola su tutte, quella (inquietante) dell'intelligenza artificiale. Che somiglia, in una prospettiva distopica, alla nostra. 

L'allestimento è poetico e provocatorio, troviamo, da compensare il testo che non presenta elementi di originalità assoluta - non in tutte le storie, per lo meno, che si incrociano formando una trama non sorprendente -. 

In definitiva, se tra gli obiettivi del teatro vi è anche invitare il pubblico a esplorare le proprie emozioni e riflessioni, El Conde de Torrefiel coglie nel segno, attraverso una narrazione che unisce in maniera affascinante il linguaggio visivo e sonoro. 

Giovanni Luca Montanino

Ultima modifica il Martedì, 15 Ottobre 2024 23:30

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