tratto dall'omonimo fumetto di Daniel Pennac e Florence Cestac edito da Feltrinelli
Adattamento teatrale di Clara Bauer e Daniel Pennac
Interpreti: Massimiliano Barbini, Florence Cestac, Daniel Pennac, Ludovica Tinghi
Luci e collaborazione artistica: Ximo Solano
Musica: Alice Pennacchioni
Elementi di scena: Antonella Carrara
Regia di Clara Bauer
Produzione: Compagnie Mia/Parigi, Il Funaro/Pistoia, Laila/Napoli. Coproduzione Comicon/Napoli
Teatro Vittorio Emanuele di Messina dal 27 febbraio al 1° marzo 2018
Un amore esemplare è una favoletta scritta da Daniel Pennac e fumettata da Florence Cestac che poteva diventare un romanzetto di formazione o un film per ragazzi e invece si è tramutata in uno spettacolo teatrale in giro per l'Italia con la regia minimalista di Clara Bauer, approdato pure al Vittorio Emanuele di Messina. E allora, c'era una volta un bambino di 8/10 anni - lo stesso Pennac - che passava le vacanze dalla nonna sulla Costa Azzurra, per l'esattezza nell'entroterra di Nizza in un luogo chiamato La Colle-Sur-Loup, di fronte a Saint-Paul-De-Vence. Pennac ha mitizzato il posto ricordando le piante di fichi intorno alla casa e un campo di tennis in disuso al centro del quale c'era un gran pergolato sotto il quale il genere maschile giocava alla pétanque (variante provenzale per indicare il gioco delle bocce) e dopo pure a bridge, cui vi partecipava un prete che andava su tutte le furie quando la compagna tirava una carta sbagliata. Il genere femminile invece preferiva passare il tempo in sedute spiritiche esplicate sopra un ponticello, ridicolizzate da Daniel che suggeriva a suo fratello Bernard, che stava sotto la piccola arcata, quanti colpi doveva dare col suo bastone per rendere "veritiere" arcane presenze. Ma ciò che attrae il bambino Pennac è l'aver conosciuto Jean e Germaine, una coppia senza figli che si gode allegramente la vita suscitando curiosità e gelosie da parte di tutti i paesani. Occorre subito dire che il plot viene raccontato sulla scena dallo stesso Pennac in un francese all'istante tradotto da Ludovica Tinghi che più avanti si calerà nel ruolo di Germaine e da Massimiliano Barbini, falso spettatore in sala che salirà sul palco, assumendo le sembianze di Jean, mentre Florence Cestac, servendosi d'una lavagna luminosa, accompagnerà con i suoi fumetti lo svolgersi degli avvenimenti subito visibili su un grande schermo bianco e lontani si udranno a volte, strimpellati al pianoforte, brani musicali resi celebri da Edith Piaf. Jean è uno sgorbio d'uomo, alto, calvo con un grande naso. Germaine invece è piccola, magra, sorridente con i capelli ricci. I due sono completamente diversi tra loro e provengono da due classi sociali opposte. Lui nobile, ricco, figlio dei marchesi Bozignac è stato diseredato per aver sposato una donna appartenente ad una famiglia povera, del tipo brutti, sporchi e cattivi, raffigurata qui da un padre che si esprime in napoletano e che scambia la figlia con un cavallo per darla in sposa a Jean. Nessuno dei due lavora e dunque, si chiedono tutti, con quali soldi riescono ad andare avanti? Solo con piccoli lavoretti e soprattutto con la vendita di libri rari, ereditati alla morte dello zio di Jean, che consente alla coppia di vivere dignitosamente, comprare una piccola casa, naturalmente riempendola di libri, suggellando il loro amore esemplare attraverso una profonda passione per la letteratura e la poesia, certamente fide compagne che li ha accompagnati nel loro splendido viaggio terreno, sostenuti sempre da una fervida fantasia erotica e che moriranno lo stesso giorno dopo essere vissuti insieme per 44 anni, segnati sulla loro lapide dal giorno del loro primo incontro.
Gigi Giacobbe