mercoledì, 26 giugno, 2024
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ABBRACCIO DELLA DUSE ALLA DUNCAN (L') - regia Jeanne Bresciani

"L'abbraccio della Duse alla Duncan", regia Jeanne Bresciani. Foto Lois Greenfield "L'abbraccio della Duse alla Duncan", regia Jeanne Bresciani. Foto Lois Greenfield

di Sophie Eustache, Jeanne Bresciani
Isadora Duncan International Institute, New York,  & Sophie Eustache, Producers IDII in Europe
con Jeanne Bresciani, Lily Filippatos, Rosemary Cooper, Aurora DeCrosta, Kathleen Hiley,
Laurie Mlodzik, Raquelle Mintz, Deana Price, Ruth Rose Rae, Celeste Royo, Daniel Price
scene design Vince Gagliardi 
costumi Janine Stockin, Karen Sanders, Alicia Mugetti
coreografie originali Isadora Duncan
ricostruzione coreografie Jeanne Bresciani
regia Jeanne Bresciani
Stagione Teatrale 2024 Che ne sarà del Teatro dopo di me?
producer IDII in Europe Sophie Eustache
Asolo(Treviso), teatro Comunale Eleonora Duse, 26 maggio 2024  PRIMA NAZIONALE 

www.Sipario.it, 28 maggio 2024

Inizia lieve e rimane in sospeso, come una bolla a mezz’aria, questo spettacolo-evento realizzato da Jeanne Bresciani e dall’Isidora Duncan International Institute, su coreografie originali della grande ballerina americana nata a fine Ottocento. L’abbraccio della Duse alla Duncan, spettacolo denominato di danza teatrale, in prima nazionale visto ad Asolo nell’ambito delle celebrazioni nel centenario della morte della Divina è l’ ultimo spettacolo in calendario della stagione Che ne sarà del Teatro dopo di Me, diretta da Cristina Palumbo. In scena è dipanato il rapporto tra la grande attrice e la danzatrice d’innovazione Isadora Duncan, entrambe figure iconiche ed evocative di un’epoca di oro e d’argento per certi versi, ma per altri di un mondo difficile, e sempre in perenne cambiamento. Ma più che il rapporto sono le analogie tra le due grandi artiste quelle che vengono fuori, una questione sensibile e propria dell’arte che le accomunava, ed è tutt’oggi presente sebbene non si veda molto in giro. Guerriera e instancabile protagonista del teatro, la Duse, innovativa come la sua amica Isadora Duncan, personaggio emblema che ha inventato di fatto la danza moderna. Narrandone gli elementi principali, e le proprie vite o almeno alcuni momenti delle stesse, il balletto preso a modello per raccontare è proprio il modello Duncan, asciutto e no-fronzoli, osannante il peplo ellenico e l’antiaccademico. Rischiando, evolvendo. Un abbraccio tra le due artiste che diventa sempre più simbolico, fatto di vezzi ma di arte, certamente, che la compagnia americana di Jeanne Bresciani, autorità solenne della danza, rivive con un corpo di ballo giovane, nelle varie età di entrambe ( e nelle diverse vicissitudini). L’una recita, l’altra danza, è un connubio virtuoso e amichevole che sulla scena del teatro si compone di varie architetture dell’anima, tuttavia non sempre azzeccate. Lo schermo sullo sfondo riporta le varie creazioni immaginifiche realizzate da Vince Gagliardi, multicolori e ben fatte, dove l’indaco avvolge insieme al verde dei paesaggi, al grigio delle ambientazioni invernali, in questi elementi pittorici creati al computer. Le due artiste, che ben si conoscono, si ammirano e la Duse abbraccia idealmente, spiritualmente la sua amica trovatasi in depressione, ospitandola a Lido di Camaiore, dove aveva una casa. I vari quadri di susseguono sulla scena, si trasformano come del resto la stessa epoca vissuta. Non può mancare il richiamo al Vate, al suo mondo, con le fanciulle ninfe adoranti nell’apoteosi immaginaria del seduttore intellettuale, ufficiale. Ecco dunque che le maschere e la teatralità si mescolano, assieme ai passi danzanti, al melodramma espresso drammaturgicamente con intensità. La Duncan perde i due figli n un tragico incidente, ed è anche una perdita del suo senno, nonostante uno status di artista guerriera. Anche lo sfondo belligerante viene mostrato per com’era, e il fulcro, l’essenza dusiana arriva con la morte della Divina, che si libera e si libra, ed è solo silenzio, con Isadora attonita. E’ il momento del dolce ricordo che la ballerina consacra a suo modo, del resto la attenderà un destino sempre più tragico. Lo spettacolo mostra titubanze, genera degli applausi non così decisi come ci si poteva attendere, e non convince pienamente a causa anche di qualche quadro troppo criptico. Inoltre la compagnia soffre un po’ danzando su di un palco troppo piccolo, e le incertezze si notano. La stagione nel centenario della morte della Duse terminerà con un’appendice il 6 ottobre, una maratona dusiana che si svolgerà dal mattino alla sera con qualche sorpresa di certo e un ricordo indelebile di lei, della Divina Duse, immortale naturalmente.

Francesco Bettin

Ultima modifica il Domenica, 02 Giugno 2024 15:04

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