di Gianni Hott
Regia di Mario Mattia Giorgetti
con Massimo Bulla
allestimento e luci di Richard Gargiulo e Valeria Foti
foto di Massimo Agus
con Claudio Alfaroli, Paolo Castellano, Chiara Argelli, Mario Matteoli, Annalisa Lari, Catia Leporini, Francesco Cortoni, Gianni Buscarino, Giovanna Daddi
Teatro Francesco di Bartolo, Buti, (PI) dal 7 al 17 aprile 2011
Presentato in prima nazionale nella sede di Sipario di via Rosales 3, Milano, la sera del venerdì 15 aprile 2011, lo spettacolo rientra nel progetto "Vivere e conoscere il Teatro", promosso dall'opera congiunta della Fondazione Teatro Italiano Carlo Terron e della rivista Sipario.
Il monologo "Adamo incatenato", sapiente creazione del poeta-drammaturgo italo-francese Gianni Hott, acquista sapore teatrale sotto la guida registica di Mario Mattia Giorgietti, regista, attore e direttore di "Sipario".
Colui al quale il nudo testo dell'autore deve il proprio momento di gloria nel calcare le luci della ribalta è l'attore bustocco - gallaratese di adozione - Massimo Bulla.
L'attore, noto al vasto pubblico dell'ormai fu tubo catodico in particolare per le produzioni Centovetrine ed Incantesimo, accetta la sfida di una pièce solitaria, a tu per tu con un testo ricco di provocazioni, in cui lo spazio dato allo scurrile ed al tasso di erotismo si sviluppa e si innesta su un sostrato di citazioni colte, attinte dal patrimonio letterario dantesco, leopardiano e shakesperiano, senza tralasciare altri sottili rimandi quali il dramma eschileo "Prometeo incatenato" (della cui esperienza e sofferenza si fa parodia fin dal titolo del monologo) e la celebre Nona di Beethoven.
Da solo sulla ribalta, quasi in bilico sulla rettangolare struttura allestita nell'ambiente intimo e privato della biblioteca redazionale, Massimo Bulla è lasciato seminudo ed incatenato, in un dialogo con se stesso, in cui lo spettatore gioca quasi il ruolo dello specchio e si domanda quanto di sé ci sia in ciò sta udendo ed ascoltando.
La difficoltà del movimento bloccato fa scaturire in Massimo/Adamo la parola ed il pensiero fluisce, a volte razionale a volte alogico, in un flusso di coscienza col quale l'archetipo dell'uomo è costretto a confrontarsi, alla ricerca delle più intime verità legate al proprio modo di concepire la relazione di coppia e la dinamica sesso-amore. Complice ed artefice del sadico meccanismo drammaturgico è l'ammaliante Eva, assente dalla scena, la quale ha sedotto Adamo a sottoporsi in aperta campagna ad un gioco erotico per lui assai allettante.
Massimo Bulla musica con abilità il testo di Hott con un ritmo ed una sensibilità che passa talora sotto le note dell'ironia, altre del sarcasmo, altre dell'autocommiserazione, altra ancora della più intima riflessione personale, concedendo in calce alla sua narrazione un tocco di umanità senza tempo al personaggio da lui interpretato.
La dimensione spazio temporale si annulla durante l'intero monologo in quella di un'eterna riflessione sulla natura umana, per fare la sua comparsa solamente in conclusione del dramma sotto le sembianze di una sveglia, che riporta il pubblico, affascinato e silenzioso, al presente. Ovviamente un orologio fermo, senza tempo.
Selene Iris Siddhartha Brumana