a Ricordi dal sottosuolo di Fedor M. Dostoevskij
ideazione e regia: Gaetano Ventriglia
con Claudio Alfaroli, Francesco Cortoni, Silvia Garbuggino, Marco Sanna, Francesca Ventriglia
Roma, Teatro Vascello, dal 25 al 30 settembre 2007
C'è sempre uno strano rapporto tra un russo e il suo servo. Il Firs cechoviano, lo Zachar di Goncarov, l'Apollon di Dostoevskij. Il servo è la coscienza. Disapprova senza fiatare, accudisce per abitudine, maltratta per necessità. La vocina che ti sussurra infida: non sarai mai soddisfatto. Fai discorsi alti e filosofici, ma ti disperi se ti si brucia il sugo. Sei un maniaco della pulizia compulsiva o un pensatore? Il protagonista delle Memorie, un ex-impiegato che si dichiara cattivo e langue sotto i colpi della colpa, non ha risposte. Gaetano Ventriglia, al suo terzo incontro con Dostoevskij, prova a mettergli accanto Dave Gahan e Mick Jagger, e camuffa il testo che pre-figura l'inconscio freudiano con un titolo rollingstoniano: I can't get no satisfaction.
Al centro di un sottosuolo circolare e senza uscita, piazza uno schizofrenico che credeva di farcela, a essere un uomo. Uno di quelli che salvano le donne, per giunta. Poi il sugo si è bruciato e la storia, come sappiamo, è andata male. Per lui e per la ragazza. «E se tu potessi condurla in un posto più felice, in un tempo più felice, che esiste nella tua mente...» (Depeche Mode, Little Fifteen). Oggi uno per sopravvivere a certe delusioni può sempre esclamare: «Meno male che ho letto Dostoevskij!». Ma cosa poteva fare quel russo se non soffrire fino in fondo, soffrire come solo i russi sanno fare? Marco Sanna, l'Uomo del Sottosuolo, è più romagnolo che sovietico. Fa la spesa alla coop e prepara un ragù speciale (che poi è la causa del suo mal). Vuole star solo, ma invidia le combriccole sulla Prospettiva Nevskij. Una volta lì, vede le cose in un'altra prospettiva ancora, e tutto diventa improvvisamente così volgare e poco letterale... Andate al Vascello a vedere questo lavoro curato e non presuntuoso, ci troverete tante cose. Come l'idea che attraverso il teatro un testo rivive, e c'è sempre un nuovo lettore a interpretarlo, falso ignorante o vero nichilista. Silvia Garbuggino, con un volto che si addice a una delle Marie ai piedi della croce, è Apollon. In scena anche Francesca Ventriglia, Claudio Alfaroli e Francesco Cortoni.
Paola Polidoro